Miguel raspador
Active member
Complimenti per la reazione!Io per tanto tempo ho idealizzato gli altri. Gli altri intesi come qualunque persona al di fuori del mio cerchio ristretto famigliare. Io rispetto agli altri ero un inetto, un inadeguato, un incapace, un debole, un reietto. Inadatto al mondo ed alla vita. Questo mi ha portato ad isolarmi perché ogni approccio, soprattutto con i coetanei, mi suscitava una fortissima ansia. Ho affrontato lunghi periodi in cui andare a fare la spesa o pagare una bolletta in posta era vissuto come un tortura, era come se dovessi affrontare l'esame della vita ed il giudizio, capisci il giudizio di un totale estraneo!, era una sensazione tremenda. Nonostante tutto ho sempre mantenuto qualche amicizia, ho avuto qualche approccio e nonostante mi sia sbloccato con le ragazze a ben 21 anni ho avuto 2 relazioni importanti, una di un paio d'anni ed una di 10 con la mia compagna attuale. Questo mi ha aiutato ? Ni. La sensazione di inadeguatezza mi ha sempre accompagnato finché dopo un lungo periodo sia psicoterapeutico sia farmacologico, quest'ultimo lo seguo tutt'ora, ho riconquistato parte della mia sicurezza. Per questo devo ringraziare anche la mia compagna che mi ha aiutato ed incoraggiato a farmi aiutare.
Ho sofferto tanto ma ho anche reagito e combattuto non per cercare di essere normale o fingermi tale ma proprio per riacquisire autostima ed un briciolo di amore verso me stesso. Scimmiottare l'atteggiamento di quelli che consideriamo normali e disinvolti è un percorso forzato e controproducente perché ci rende ancora più impacciati, quello che bisogna fare è conquistare stima verso sé stessi, quello per me è il primo passo da compiere, poi tutto il resto è secondario.
A cosa imputi o a cosa imputa chi ti ha seguito questa tua fobia?Traumi durante infanzia?Essere stato trascurato in famiglia? A volte non è neanche necessario essere bullizzati, ma basta che la famiglia si disinteressi dei figli per far scaturire la fobia dell'altro.