Oggi è sabato. Nei centri commerciali, nelle vie del centro città ,è pieno di coppiette che si tengono per mano. Nelle università, nelle case, nelle scuole, sui luoghi di lavoro come ospedali e negozi, le donne si immaginano già nude nel letto o nel sedile posteriore di un' auto con il figo di turno, a farsi eiaculare nella vagina; le donne forti ed autoritarie si preparano a quando nude sottometteranno il fidanzato o il trombamico passivo fino a farsi leccare la figa per un' ora, soffocandolo con le cosce strette sulla testa fino a fargli quasi perdere conoscenza, dopo di che dovrà, esausto, fare le flessioni con il pene puntato sulla vagina.
Io, invece, mi trovo con queste valigie, a chilometri di distanza dal paese, in montagna, dentro questo rifugio di cemento, diroccato ed abbandonato, scoperto qualche settimana fa. I mobili che avevo sistemato sono intatti, idem per pentole, posate, e la cucina a legna. Il letto è a posto, assieme alle coperte. Sistemo altri vestiti, poi questi attrezzi agricoli, sotterro una scatola con del contante e in una altro fosso, sotto delle pietre, il bancomat. Ci sono poche migliaia di euro sul conto ancora, troppi soldi persi per casini giudiziari.
Poi passo la scopa, pulendo il posto. Questa sarà la mia dimora. A qualche chilometro vi sono delle sorgenti di acqua potabile, vicino c'è un fiume. Vi sono case abitate circondate da agrumeti e vigneti, così qualcosa la scroccherò; ho un libro su piante e radici commestibili, certo, gli asparagi, i corbezzoli, le bacche di mirto, li so riconoscere almeno già adesso. I denti li laverò con la cenere, come facevano i miei nonni.
Ero stufo di vivere in quella fottuta civiltà, quanti problemi inutili, quante preoccupazioni, come dice una famosa canzone che si ballava ai tempi della mia infanzia, quella che faceva “Banana Cocco BaoBab”. Da ragazzino le ragazzine mi prendevano in giro, perché dicevano che ero pazzo, che ero strano, ma le strane sono loro, i pazzi sono i normies, come cazzo si chiamano. Loro sarebbero i normali, che spendono soldi inutilmente, che fanno cose idiote, che si stancheranno stasera per non fare niente di interessante? I miei interessi, le mie idee, sempre suscitavano le risa delle ragazze e dei ragazzi, spesso più stolti delle ragazze.
L' ultimo lavoro l' ho perso perché rifiutai il vaccino contro il Covid, e da allora i rapporti peggiorarono con i miei genitori. Mi hanno voluto via di casa, stufi dei miei guai. Io li ho accontentati, ora. Quel figlio incapace di piacere alle ragazze, di sfruttare quel potenziale estetico che aveva, a cui rinfacciavano di non trovare una donna e di non formare una famiglia per dare dei nipotini, non c'è più.
Ed ero stufo di vedere continuamente ragazze e donne, quelle cosce, quelle tette, quei capelli, quelle braccia, eccitandomi, con il pene grosso e dolorante di continuo, senza poter sfogare quelle pulsioni, senza mai toccare e baciare un' entità femminile, senza mai penetrare una vagina. Ero stufo di vedere tante persone accoppiate, parlare con le ragazze, socializzare con le donne mature, mentre io sempre fermo, sempre lasciato come un mendicante al freddo che guarda un ristorante con i clienti che mangiano benissimo. Cuore non duole dove occhio non vede e così ho deciso di isolarmi in montagna, al riparo dalle visioni che mi scatenano desideri impellenti che non potrò mai soddisfare, al punto da tormentarmi giorno e notte, senza mai lasciarmi riposo.
Qua sto al sicuro, ho individuato i cespugli da rimuovere, perché voglio farci degli orticelli, mi serviranno delle canne che raccoglierò giù in quel ruscello.
Sono passato all' illegalità, non vedo l' ora di strappare in faccia il verbale che qualche tutore della legge dei borghesi mi farà. E riderò in faccia. Voglio morire mandando affanculo tutti, voglio morire ridendo sboccatamente dinnanzi all' indignato benpensante borghese.
È sabato. Tutti si fanno la loro vita. Nel mentre inizia, per me, la vita, la vita vera.
Se da ragazzi non avete mai avuto il piacere di strofinare il vostro pene in una vagina senza il preservativo, gustando il sommo piacere dell' eiaculazione dentro la vagina, non vi resta che auto-confinarvi su nelle montagne, per trovare riposo e pace.
Io, invece, mi trovo con queste valigie, a chilometri di distanza dal paese, in montagna, dentro questo rifugio di cemento, diroccato ed abbandonato, scoperto qualche settimana fa. I mobili che avevo sistemato sono intatti, idem per pentole, posate, e la cucina a legna. Il letto è a posto, assieme alle coperte. Sistemo altri vestiti, poi questi attrezzi agricoli, sotterro una scatola con del contante e in una altro fosso, sotto delle pietre, il bancomat. Ci sono poche migliaia di euro sul conto ancora, troppi soldi persi per casini giudiziari.
Poi passo la scopa, pulendo il posto. Questa sarà la mia dimora. A qualche chilometro vi sono delle sorgenti di acqua potabile, vicino c'è un fiume. Vi sono case abitate circondate da agrumeti e vigneti, così qualcosa la scroccherò; ho un libro su piante e radici commestibili, certo, gli asparagi, i corbezzoli, le bacche di mirto, li so riconoscere almeno già adesso. I denti li laverò con la cenere, come facevano i miei nonni.
Ero stufo di vivere in quella fottuta civiltà, quanti problemi inutili, quante preoccupazioni, come dice una famosa canzone che si ballava ai tempi della mia infanzia, quella che faceva “Banana Cocco BaoBab”. Da ragazzino le ragazzine mi prendevano in giro, perché dicevano che ero pazzo, che ero strano, ma le strane sono loro, i pazzi sono i normies, come cazzo si chiamano. Loro sarebbero i normali, che spendono soldi inutilmente, che fanno cose idiote, che si stancheranno stasera per non fare niente di interessante? I miei interessi, le mie idee, sempre suscitavano le risa delle ragazze e dei ragazzi, spesso più stolti delle ragazze.
L' ultimo lavoro l' ho perso perché rifiutai il vaccino contro il Covid, e da allora i rapporti peggiorarono con i miei genitori. Mi hanno voluto via di casa, stufi dei miei guai. Io li ho accontentati, ora. Quel figlio incapace di piacere alle ragazze, di sfruttare quel potenziale estetico che aveva, a cui rinfacciavano di non trovare una donna e di non formare una famiglia per dare dei nipotini, non c'è più.
Ed ero stufo di vedere continuamente ragazze e donne, quelle cosce, quelle tette, quei capelli, quelle braccia, eccitandomi, con il pene grosso e dolorante di continuo, senza poter sfogare quelle pulsioni, senza mai toccare e baciare un' entità femminile, senza mai penetrare una vagina. Ero stufo di vedere tante persone accoppiate, parlare con le ragazze, socializzare con le donne mature, mentre io sempre fermo, sempre lasciato come un mendicante al freddo che guarda un ristorante con i clienti che mangiano benissimo. Cuore non duole dove occhio non vede e così ho deciso di isolarmi in montagna, al riparo dalle visioni che mi scatenano desideri impellenti che non potrò mai soddisfare, al punto da tormentarmi giorno e notte, senza mai lasciarmi riposo.
Qua sto al sicuro, ho individuato i cespugli da rimuovere, perché voglio farci degli orticelli, mi serviranno delle canne che raccoglierò giù in quel ruscello.
Sono passato all' illegalità, non vedo l' ora di strappare in faccia il verbale che qualche tutore della legge dei borghesi mi farà. E riderò in faccia. Voglio morire mandando affanculo tutti, voglio morire ridendo sboccatamente dinnanzi all' indignato benpensante borghese.
È sabato. Tutti si fanno la loro vita. Nel mentre inizia, per me, la vita, la vita vera.
Se da ragazzi non avete mai avuto il piacere di strofinare il vostro pene in una vagina senza il preservativo, gustando il sommo piacere dell' eiaculazione dentro la vagina, non vi resta che auto-confinarvi su nelle montagne, per trovare riposo e pace.