Qualche anno fa andai a studiare da fuorisede in una cittadina del nord Italia, ebbi l'onore e la sorte di alloggiare in uno di quei condomini orwelliani con microscopici monolocali adibiti ad espletare tutte le funzioni dignitose di un uomo, cioè mangiare, bere, cagare, dormire, lavarsi, dormire in uno spazio talmente ristretto che in confronto i topi dell'universo 25 potevano giocare ad acchiapparella e stancarsi. Comunque, in alcuni dei suddetti appartamenti affittavano ad escort a rotazione e durante le varie ore del giorno sentivo urla ed ansimi delle suddette (considerato l'affollamento ed i muri di carta velina) , alcune dedicavano la scopata anche nominando il cliente od inventandosi strani e comici incitamenti, tipo "riempimi come un bombolone" detto con accento latino. Le prime volte che le sentivo rimasi stranito ma con il passare del tempo ci feci l'abitudine e quelle melodie divennero una specie di colonna sonora mentre appunto espletavo quelle funzioni vitali in quel buco. Alla fin fine si assiste a manifestazioni di normalità, il ficcaggio come atto per passare il tempo, lo si riveste di quell'aula mistica che dovrebbe ricollegarsi al presunto sentimento quando alla fin fine è semplice atto di possesso (atto notarile relazionale) per come si sono messe le cose nel mondo, sentire la solita nenia quando è ricollegabile alla finzione che alberga in ciascuno di noi. Salvo solamente le storie vissute in adolescenza, con sensazioni e colori ed odori amplificato, in cui non c'è bisogno di gridare "dai, sfondami porco d**" per manifestare tale finzione, magari presa ad imitazione da qualche pornazzo di scarsa qualità.