Redpill Sub7 + sfortuna, combo fatale

Per rivelazioni crudo-realiste
Rileggendo il tuo post io mi sento di darti ragione; sei esattamente all'opposto rispetto a come ero io, ovvero non sei un mentalcel, sai riconoscere una situazione in cui c'è potenziale interesse dall'altra parte, sai cogliere le circostanze in cui puoi capitalizzare al massimo la possibilità di conoscere ragazze e non ho il minimo dubbio che tu ti sappia comportare in maniera adeguata nei confronti del sesso femminile. Per me la tua è stata semplice sfortuna, per quanto ci abbia messo del suo. Anche per me se le cose fossero andate diversamente non lo saresti più.
Ma in realtà leggendo il tuo commento a me sembra che siamo simili. È vero forse capisco se c'è della tensione sessuale ma quasi mai ho sfruttato la cosa. Come te ad esempio ho fatto degli sguardi inequivocabili con delle sconosciute ma non sono stato in grado di tentare il ben che minimo approccio. Cmq si, non credo di essere un inetto con l'altro sesso.
 
Ma in realtà leggendo il tuo commento a me sembra che siamo simili. È vero forse capisco se c'è della tensione sessuale ma quasi mai ho sfruttato la cosa. Come te ad esempio ho fatto degli sguardi inequivocabili con delle sconosciute ma non sono stato in grado di tentare il ben che minimo approccio. Cmq si, non credo di essere un inetto con l'altro sesso.
Capisco. Una delle domande che mi pongo più spesso è cosa possa eventualmente aver contribuito a farmi comprendere solo da pochissimo tempo e non prima le dinamiche relazionali che a suo tempo ignoravo del tutto, se solo la frustrazione nel frattempo accumulatasi sempre più oppure anche qualcosa d'altro; poi mi piacerebbe comprendere una volta per tutte se c'è soluzione di continuità o meno tra la persona che sono diventata oggi e quella che ero all'epoca. Detto in altri termini, a parità di situazioni sarei in grado di comportarmi diversamente oppure no? A parole sono tentato di dire sì, nei fatti non saprei. Inutile dire, come già ho rimarcato in altri post dal contenuto più o meno affine, gli effetti negativi che la cosa ha avuto in termini di ripercussioni sull'autostima e sulla percezione dei propri mezzi e sugli eventuali effetti benefici che diversamente ne sarebbero derivati. Ma qui evidentemente sto già spostando il piano del discorso. Con un lunghissimo lavoro di introspezione sono sempre più portato a credere che sia ciò che non ho saputo leggere e concretizzare a suo tempo la vera radice della mia condizione, a prescindere dalla poca cura dell'immagine e dal carattere poco socievole e tendente per certi aspetti all'isolamento, perché comunque ripeto che potenziali occasioni nel mio caso ci sono state. Poi magari avrei finito solo per rimediare pali su pali, ma chi lo può sapere? Quelle situazioni andavano colte e sfruttate sul momento, come si usa dire bisognava battere il ferro finché era caldo.
 
Insomma lo vedi come un destino in qualche modo segnato dal principio?
Non credo vi sia l'esistenza di un destino ineluttabile, mi piace più considerare la vita come un film in cui ogni singolo fotogramma è essenziale alla formazione. Una miscela di biologia, genetica ed esperienze che fanno sì che determinate azioni compiute in precisi momenti abbiano un significato necessario alla nostra sopravvivenza. Se riviste a posteriori quasi sempre si sarà insoddisfatti del proprio passato ma quel passato era anche un presente e quelle azioni le uniche che si potevano fare a quel momento, e la maggior parte di esse accadute nell'infanzia o nella giovinezza sono cercate soltanto per l'istinto di essere nel giusto, azioni che in quei precisi momenti abbiamo vissute come perfette, pur se a posteriori ci hanno condotto dove siamo adesso e che rigettiamo. Solitamente se si è repressi per cause esterne (famiglia, educazione, traumi) durante la nostra prima parte di vita, in quella fase istintuale necessaria si andranno a ricercare quelle esperienze castrate oppure per difesa si adotteranno comportamenti di dirottare la realtà sul "se fosse stato..."
 
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