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Non lo so, potrebbe anche essere. Come dicevo ho una visione un po' cinica, tendo a vedere i rapporti umani con una lente biologica-evoluzionistica, sicuramente sono molto disilluso. A volte mi pongo questo quesito: se morisse un mio caro, o un mio amico come la prenderei? La risposta che mi sono dato è che pur provando affetto non credo ci starei male tanto da piangere, penso che metabolizzerei l'accaduto come una cosa che capita e che fa parte della vita. Penso che accadrà anche se starò in una relazione con una donna, un sentimento del genere si può considerare genuino al netto di questo? Non è fin troppo calcolatorio e di convenienza?
Esatto, mai avuto altri rapporti con nessun'altra ragazza, ne baci ne sesso, nulla. Comunque ne ho 22, sono molto giovane
E che il modo di esprimere i propri sentimenti cambia da persona a persona e non esiste un modo giusto. Il tuo cinismo sarà anche dovuto al fatto che hai 22 anni e con una sola esperienza per cui ti basi solo su quella.
 
Semplici impulsi elettrochimici che causano l'ingresso in campo di ormoni vari che condizionano la capacità di giudizio e la percezione di se stessi e dell'ambiente circostante. Una droga naturale creata dal cervello umano per indurlo a credere di essere speciale, almeno per qualcuno, almeno in quel preciso momento, e non un microscopico ammasso di atomi nell'immensità dell'universo.
Questo però non risponde a tutte le domande del thread, visto che sei gia dentro prova a dare una tua opinione anche tu e dare qualche spunto interessante.
 
Purtroppo ciò che l'occhio vede è più importante di ciò che non può vedere, è la chiave, senza quella non entri, puoi fare cosa vuoi, non c'è verso, la selezione estetica è spietata
Non puoi essere amato se non sei gradevole alla vista, come si può credere nell'amore puro e incondizionato sapendo che funziona cosi?

Poi ognuno c'ha la sua idea, ma se due persone attraenti che si "amano", si dovessero svegliare una mattina completamente diversi esteticamente, diventando dei sub 3, secondo te che succederebbe?
 
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E che il modo di esprimere i propri sentimenti cambia da persona a persona e non esiste un modo giusto. Il tuo cinismo sarà anche dovuto al fatto che hai 22 anni e con una sola esperienza per cui ti basi solo su quella.
Sì, oltre a dinamiche che ho visto presenti nella mia famiglia. In ogni caso sicuramente avrò una visione ancora acerba del mondo, col tempo avrò l'occasione per ampliarla
 
Per @Vespera e per qualsiasi utente voglia rispondere.
Apro un thread perché parlarne in chat sarebbe scomodo, le domande sono di una banalità assurda:

Credi nell'amore? Il vero amore è solo in primo, quello "giovanile" o con il tempo cambia, matura, ma resta comunque importante?

Una volta vissuto il primo amore si può tornare ad amare in modo disinteressato o l'approccio sarà necessariamente più cinico?
Da giovane anch'io come tanti ci credevo, ovvero quando pensavo che fosse possibile nutrire questo sentimento in maniera appunto incondizionata, disinteressata e totale. Ad oggi dubito che esista realmente una cosa chiamata "amore", neppure dall'altra parte però la nego; semplicemente sulla scia di svariati approfondimenti sono sempre più portato a credere che l'amore sia una miscela di attrazione, sesso, piacere di stare assieme ad un'altra persona in senso lato, ricerca di una stabilità economica e sentimentale, necessità di fare fronte comune alle difficoltà dell'esistenza, abitudini consolidate, ecc. Ammesso che lo si voglia chiamare così, inevitabilmente cambia, come cambia tutto ciò che è umano e per definizione soggetto al tempo. La vita ci trasforma incessantemente e imprime in noi disillusioni, ferite, trasformazioni di ogni sorta. Da questo punto di vista mi verrebbe da rispondere che forse il vero amore è solo quello che esiste in adolescenza e nei primi 20 anni al massimo, quando per la semplice ragione che si è ancora in grossa parte sotto la tutela dei genitori e non si ha indipendenza economica lo si può vivere al massimo della sua intensità, perché appunto trattasi della scoperta di un sentimento e di emozioni e sensazioni nuove, senza altre reali preoccupazioni che non siano lo studio. Quello dell'età adulta è sottoposto a tutti i condizionamenti e gli interessi che da sempre caratterizzano il mondo dei grandi. Il solo amore disinteressato e incondizionato che a questo punto sopravvive è quello nei riguardi dei figli.
 
Purtroppo ciò che l'occhio vede è più importante di ciò che non può vedere, è la chiave, senza quella non entri, puoi fare cosa vuoi, non c'è verso, la selezione estetica è spietata
Non puoi essere amato se non sei gradevole alla vista, come si può credere nell'amore puro e incondizionato sapendo che funziona cosi?
L'estetica è sempre alla base
Poi ognuno c'ha la sua idea, ma se due persone attraenti che si "amano", si dovessero svegliare una mattina completamente diversi esteticamente, diventando dei sub 3, secondo te che succederebbe?
O scopano con la benda o è finita per entrambi
 
Una volta, Socrate era stato invitato a un banchetto organizzato in onore di Agatone, un giovane poeta tragico che aveva appena vinto un importante premio teatrale ad Atene. Era una serata di festa, da trascorrere tra amici, filosofi e artisti. Si decise di bere vino con più moderazione del solito, e uno dei presenti propose di parlare dell'amore. Ognuno fece il proprio discorso, elogiando l'amore a modo proprio.
Quando toccò a Socrate, non fece un elogio personale, raccontò ciò che una donna sapiente, Diotima, gli aveva insegnato sull'amore. Fu Diotima a dirgli che Eros non è un dio, ma un demone, cioè qualcosa che sta a metà tra il divino e l'umano, tra l'ignoranza e la conoscenza, tra la mancanza e la pienezza.

Eros, racconta Diotima, è figlio di Penia (povertà) e di Poros (ingegno), e questo fa sì che la sua natura sia duplice e inquieta:

Dunque, in quanto Eros è figlio di Penia e Poros, gli è toccato un destino di questo tipo. Prima di tutto è povero sempre ed è tutt’altro che bello e delicato, come ritengono i più. Invece, è duro e ispido, scalzo e senza casa, si sdraia sempre per terra senza coperte e dorme all’aperto davanti alle porte o in mezzo alla strada e, perché ha la natura della madre, sempre accompagnato con povertà.
Per ciò che riceve dal padre, invece, egli è insidiatore dei belli e dei buoni, è coraggioso, audace, impetuoso, straordinario cacciatore, intento sempre a tramare intrighi, appassionato di saggezza, pieno di risorse, ricercatore di sapienza per tutta la vita, straordinario incantatore, preparatore di filtri, sofista.

Eros non possiede ciò che desidera: è desiderio puro, fame di bellezza, di verità, di bene. Per questo ama. E per questo tutti noi possiamo amare: perché tutti, in qualche misura, siamo mancanti. Non si ama infatti ciò che si ha, ma ciò che ci manca e che desideriamo tenere con noi per sempre:

Chi ama desidera ciò che non ha, e desidera tenerlo con sé per sempre.

E qui Diotima introduce quella che conosciamo come la scala dell’amore: un percorso che l’anima può fare, dall’amore più semplice a quello più profondo e duraturo. All’inizio si ama la bellezza di un corpo, ma poi si comprende che la bellezza non è unica né esclusiva. Allora si comincia ad amare la bellezza di tutti i corpi, ovvero il principio stesso della bellezza fisica. Poi si sale ancora. Si comincia ad apprezzare la bellezza dell’anima: il carattere, la sensibilità, la mente. L’amore si fa più interiore, più riflessivo. A quel punto, si cominciano ad amare le azioni giuste, le leggi, la giustizia, tutto ciò che costruisce armonia nel vivere insieme. Poi si ama il sapere stesso, la conoscenza, il pensiero. Si ama ciò che ci fa crescere come esseri umani. E infine si arriva al vertice:

Allora egli vedrà una bellezza meravigliosa: quella bellezza che è l’origine di ogni bellezza delle cose, e che non nasce né muore, non cresce né diminuisce, non è bella da un lato e brutta dall’altro, non è bella oggi e brutta domani, non è bella in relazione a qualcosa, ma è la bellezza in sé, eterna, immutabile.

Questa scala dell’amore è un percorso filosofico, ma secondo me può essere vista anche come il mutamento dell’amore nella nostra vita.
Il primo amore, quello giovanile, spesso è travolgente, istintivo, pieno di idealizzazioni. Ma con il tempo, se siamo disposti a crescere, anche nel dolore, l’amore può maturare e diventare cura, alleanza, comprensione profonda. E anche dopo una delusione, anche dopo la fine di un amore importante, si può tornare ad amare. Forse non sarà lo stesso tipo di amore, forse sarà meno ingenuo, ma potrà essere più vero, più consapevole e più duraturo.

E se a volte il cinismo affiora è naturale, il dolore ci porta ad essere cinici. Ma sotto quel cinismo, se resta il desiderio di qualcosa di bello e buono, credo che Eros sia ancora vivo dentro di noi. Perché Eros non è felicità: è desidedrio e tensione verso qualcosa che per noi vale, anche se non ce l’abbiamo ancora. E in questo, forse, l’amore resta sempre giovane.
 
La tradizione dice che Socrate fosse bruttissimo
porcod** pare sathanael, subumano vero
nel 2025, sarebbe stato uno dei moderatori di incel.is, a filosofeggiare per quattro incelloni e preso per il culo da tutte le np del suo quartiere...

socrate-orig.jpeg
 
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porcod** pare sathanael, subumano vero
nel 2025, sarebbe stato uno dei moderatori di incel.is, a filosofeggiare per quattro incelloni e preso per il culo da tutte le np del suo quartiere...

socrate-orig.jpeg
Il mezzo busto non farebbe onore al nostro papa, lui da il meglio con la parte inferiore.
 
Pare che un giorno Socrate partecipò a un concorso di bellezza, chissà se il nostro Papa oserebbe tanto
 
Dipende cosa si intende per amore,si può provare amore per qualsiasi cosa: una pianta,un animale,un oggetto,ecc... L'amore incondizionato è la forma più elevata di questo sentimento,amare senza richiedere nulla in cambio, doni ciò che provi solo per il puro piacere di farlo senza pretese o aspettative. È difficile amare quando si è immersi in una società in cui l'unico scopo è la produzione incessante materiale,in cui tutto si può riassumere con tre parole:lavora,produci e consuma in un loop senza fine(o meglio la fine c'è ed è la morte),una società dove il prodotto siamo noi amare diventa più complesso perché amare richiede calma,pazienza e tempo,e dove c'è pazienza è presente anche la comprensione. Ma se vivo sempre di fretta perché devo fare soldi per sopravvivere dove trovo il tempo di amare gli altri,se le mie energie sono appena sufficienti per produrre?Amare significa anche ascoltare,ma di questi tempi chi si prende la briga di ascoltare ciò che hanno da dire gli altri,con arroganza pensiamo che siamo noi quelli che vanno ascoltati perché noi "siamo più importanti",ma poi ormai siamo troppo alienati per ascoltare davvero i nostri pari,i mezzi tecnologici danno rifugio alle nostre menti sempre più inadeguate alla socializzazione reale, ormai parliamo con AI e alcuni dei nostri simili si innamorano di essa,si è perso l'equilibrio e presto tutto verrà resettato di nuovo come sempre avviene con ciclicità che qualcuno osa definire eterna così come la vita su questo pianeta.
 
Ogni amore vissuto ti cambia , il primo amore sarà sempre diverso rispetto agli altri perché provi emozioni che non riproverai mai più (le prime volte) ma ció non significa che non amerai di nuovo magari in maniera anche più forte e più consapevole.
Non credere nell’amore é deprimente, penso che l’amore sia letteralmente la cosa più bella che é stata donata all’essere umano, avere qualcuno con cui condividere tutto, a cui dire tutto quello che ti passa per le testa e con cui stare bene indipendentemente da tutto é imparagonabile rispetto a qualsiasi altra cosa.
C’é una poesia scritta da William Shakespeare che secondo me descrive perfettamente l’amore per come lo interpreto io ed é il sonetto 116.
“Non sia mai ch’io ponga impedimenti
all’unione di anime fedeli; Amore non è amore
se muta quando scopre un mutamento
o tende a svanire quando l’altro s’allontana.
Oh no! Amore è un faro sempre fisso
che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;
è la stella-guida di ogni sperduta barca,
il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza.
Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote dovran cadere sotto la sua curva lama;
Amore non muta in poche ore o settimane,
ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio.
Se questo è errore e mi sarà provato,
io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato.”
Anche “A Valediction:forbidding mourning” di John Donne che vi invito a leggere perché é davvero stupenda
 
Per @Vespera e per qualsiasi utente voglia rispondere.
Apro un thread perché parlarne in chat sarebbe scomodo, le domande sono di una banalità assurda:

Credi nell'amore? Il vero amore è solo in primo, quello "giovanile" o con il tempo cambia, matura, ma resta comunque importante?

Una volta vissuto il primo amore si può tornare ad amare in modo disinteressato o l'approccio sarà necessariamente più cinico?
L'unico amore possibile è quello dei genitori ed a volte non vi è neanche quello
 
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