Off Topic Una breve riflessione nichilista sul senso della vita

Contenuti random, rant esistenziali e post senza Dio né scopo

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Personalmente credo che la vita non abbia alcun senso intrinseco.
Tutto ciò che facciamo, diciamo o pensiamo è una forma di anestesia: una strategia più o meno consapevole per rendere tollerabile l'intollerabile, il peso dell’esistere. C’è chi si rifugia nel lavoro, chi nelle relazioni, chi nella fede o nei sogni di successo. Tutti cercano un modo per non guardare in faccia il vuoto.

Alcuni hanno la fortuna di vivere dentro l’illusione, spinti dagli istinti, senza mai fermarsi a pensare troppo. Vivono una vita felice — o quantomeno funzionale — senza rendersi conto della finzione che li sostiene.
Per tutti gli altri: congratulazioni.
Avete visto oltre l'illusione, oltre il sipario.
Avete capito che nulla ha davvero senso, che ogni motivazione è costruita, che tutto quello che ci tiene in piedi è un meccanismo di compensazione.
E sappiate che il 99,99% delle persone non arriverà mai a questa consapevolezza.

A quel punto, è finita.
Si resta bloccati: la vita continua a scorrere, ma dentro si resta fermi, tagliati fuori da ogni narrazione.
La verità libera, sì — ma ha un prezzo.
E il prezzo è che, una volta aperti gli occhi, non si possono più chiudere.
 
Personalmente credo che la vita non abbia alcun senso intrinseco.
Tutto ciò che facciamo, diciamo o pensiamo è una forma di anestesia: una strategia più o meno consapevole per rendere tollerabile l'intollerabile, il peso dell’esistere. C’è chi si rifugia nel lavoro, chi nelle relazioni, chi nella fede o nei sogni di successo. Tutti cercano un modo per non guardare in faccia il vuoto.

Alcuni hanno la fortuna di vivere dentro l’illusione, spinti dagli istinti, senza mai fermarsi a pensare troppo. Vivono una vita felice — o quantomeno funzionale — senza rendersi conto della finzione che li sostiene.
Per tutti gli altri: congratulazioni.
Avete visto oltre l'illusione, oltre il sipario.
Avete capito che nulla ha davvero senso, che ogni motivazione è costruita, che tutto quello che ci tiene in piedi è un meccanismo di compensazione.
E sappiate che il 99,99% delle persone non arriverà mai a questa consapevolezza.

A quel punto, è finita.
Si resta bloccati: la vita continua a scorrere, ma dentro si resta fermi, tagliati fuori da ogni narrazione.
La verità libera, sì — ma ha un prezzo.
E il prezzo è che, una volta aperti gli occhi, non si possono più chiudere.
è quello che l'esistenzialismo ripete ormai da un secolo a questa parte. la colpa dell'uomo non è morale ma ontologica, consiste cioè nel fatto di essere nato e che per poter continuare a consistere nella sua individualità unica e irripetibile (come non c'era nessuno uguale a noi prima che facessimo la nostra comparsa non ce ne sarà un altro identico dopo che ce ne saremo andati) ha dovuto emergere rompendo la grande unità originaria. in questo senso va letto il famoso frammento di Anassimandro che troppe volte in maniera del tutto pedante e inconsapevole ci hanno fatto leggere e memorizzare alle superiori nel corso delle prime lezioni di filosofia. da dove l'uomo ha tratto la sua origine lì deve ritornare per espiare la propria colpa, avendo infranto un ordine altrimenti perfetto, e il prezzo da pagare in vista di questo ritorno al tutto si chiama tempo e morte.
 
secondo me occorre lasciarsi trasportare dalla corrente come una barca senza remi e lasciare fare tutto al fato alla fatalità inutile progettare e sperare la speranza è l'ultima a morire basta essere intraprendenti propositivi e delusi pessimismo cosmico. almeno non hai aspettative e non resti deluso sbaglio?
 
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