Una vita fatta con righello e compasso

Come avete già detto, il ruolo familiare è importantissimo, paragono lo sviluppo di un bambino ad una pianta che ha necessità di cure. Già se il seme è piantato in un terreno adatto questa avrà un punto in più per crescere meglio (genetica), se è riparata dalle intemperie oppure se è esposta adeguamente alla luce (ambiente), se riceve tutte le cure e potature adeguate (consigli di adulti saggi e consapevoli). Ovviamente c'è anche il fattore fortuna che molti si ostinano a non voler riconoscere. Proveniendo da un contesto familiare disfunzionale mi sono sempre sorpreso di come tanti miei colleghi di vita riuscissero nei vari ambiti poi crescendo mi sono reso conto che la mia pianta interiore è stata sommersa sotto un cumulo di merda tale per tutto il periodo della crescita, ancora oggi con la paletta sto raschiando la merda secca di anni.
 
Concordo che se sei normocarino, non un genio, non un fenomeno sportivo, la famiglia fa il 50% del tuo successo.
Se ti crescono sano e non sfigato, ti fanno fare sport, e non ti passano i loro disastri relazionali/psicologici, stai a cavallo.

Mi viene in mente uno che conosco, stessa partner da sempre.
Praticamente questo a 18 anni si è messo con la più figa della scuola. Non della classe, della scuola, 8 pieno.
Lavoro buono, università bene, figli belli e felici, moglie ancora bona.

Certo una vita apparentemente "quadrata" è difficile da avere, perchè c'è sempre almeno una cosa che non va.

Difatti spesso quello che di vede fuori non è il 100% della realtà. Magari dietro il successo ci sono genitori con aspettative altissime, o la voglia di eguagliare un padre dalla carriera brillante, o altro, tipo magari uno ha la moglie figa, la bella casa, un milione in banca e poi va a trans perchè se no si annoia 🤣
 
Si, queste persone con la vita normalissima, che realizzano gli obiettivi, poi stanno sempre con la stessa persona e formano famiglia funzionante, c'è ne sono molte. Avete già scritto abbastanza cose pertinenti, per cui aggiungo che anche queste persone hanno avuto i loro momenti di difficoltà, dubbio, paure, però non sono stati molto a darlo a vedere.
 
io quello che so di me è che non c'è stata una singola cosa, una singola attività che non sia andata storta nella mia vita, qualsiasi sport, attività sociale, materia di studio o altro non c'è stato nulla che sono riuscito a fare con una certa facilità; e che non mi vengano a rispondere con la solita retorica del "la vita non ti regala niente" questo lo so anch'io, sono sempre stato consapevole che uno debba impegnarsi, ma in tutto quanto ho sempre trovato un enorme scoglio in culo, ogni sante volta e la gente li pronta, sulla soglia di quella "porta", a dirmi che me ne dovevo andare e non potevo entrare
È crudo, ma come la genetica ti può dare o negare il bel faccino, determina anche la facilità con cui fai tutto.
Tanti magari sono bravi nello studio ma poi fanno schifo in sport o relazioni (o entrambi).
Poi c'è chi è fortunato e ha tutto buono, nulla di ottimo magari, ma nemmeno nulla di scarso.
Questi vivono pensando che il mondo sia un posto bellissimo.

Spesso è doppiamente dura per chi ha una vosa sola molto buona, tipo se sei un fenomeno in materie STEM e mediocre sul resto ti senti una merda, perchè il tuo metro di paragone è quello che ti riesce molto bene, e quando fai qualcosa semplicemente nella media ti sembra di fare schifo
 
Volevo condividere con voi una riflessione che mi passava per la testa la scorsa settimana.
Una sera di qualche mese fa ero in giro per un paese dalle mie parti quando all'improvviso incontrai per strada una vecchia conoscenza di quando ero all'università.
Dopo i vari convenevoli e le classiche domande di rito mi parlò di suo fratello minore, che era in procinto di sposarsi a giorni; il fratello in questione, che diede spunto alla mia riflessione, di fatto è sempre stato un classico "bravo ragazzo" in tutti i sensi, non parlo solo dell'aspetto caratteriale che comunque è sempre stato il contrario di un ipotetico chad, ma anche di come ha condotto la sua vita, vi provo a dettagliare meglio il personaggio :
normo bellezza un 5.5, fisico atletico (da calciatore) altezza 1,75; non gode di particolare status per qualcosa, ha sempre frequentato ambienti legati all'università o allo sport ma senza essere uno in prima linea per qualcosa.
Ha sempre avuto un vita "quadrata" in tutti i sensi, come se fosse stata disegnata con righello e goniometro, ottimi voti al liceo, buoni risultati nel calcio ma senza diventare un professionista, una laurea con lode all'università, un master all'estero senza tante altre esperienze di troppa distrazione o deviazione dal cammino che finalmente lo fece assumere in una grossa azienda multinazionale con buoni stipendi e una strada spianata per una carriera in crescita...
Un'unica ragazza di bellezza pari a 7, ragazzetta semplice, valori casa e famiglia, senza troppe pretese (tipa acqua e sapone se vogliamo dire) conosciuta all'università, poche o forse addirittura zero esperienze di sesso con altre tipe e ora matrimonio e sicuramente 1 o 2 figli tra qualche anno...

Avete mai avuto l'impressione che alcune persone abbiano questa vita dentro uno schema apparentemente "perfetto" ?
Sembra che in confronto io se ripenso alla mia di vita, abbia fatto una fatica assurda in ogni campo : scuola in cui ho dovuto faticare per capire cosa studiavo, sport mai stato atletico e mai riuscito a calciare un pallone, università (vedi la scuola), donne : ho scopato grazie alle dating app in pratica...
Fare tutto ma bene nulla...
 
Come hanno detto in molti è grazie anche alla famiglia, grazie al cazzo che vai a lavorare per multinazionali se hai passato 10 anni all'uni pagata dal papi, tutti ce la fanno se hanno soldi di famiglia... non conta un cazzo il sacrificio, se hai papino che ti carica 2k al mese per stare all'uni senza fare un cazzo (ok studiare che difficoltà) ti credo che ti sale la voglia di vivere, la vita può cambiare faccia da un momento all'altro, questi potranno avere tutto ma non sanno cosa vuol dire soffrire e farsi il culo, io penso che le difficoltà, la povertà, la solitudine ti fortifica mente e corpo, ripeto la vita è lunga e la faccia della medaglia può cambiare anche per quelli che a te sembrano fare la bella vita
 
io quello che so di me è che non c'è stata una singola cosa, una singola attività che non sia andata storta nella mia vita, qualsiasi sport, attività sociale, materia di studio o altro non c'è stato nulla che sono riuscito a fare con una certa facilità; e che non mi vengano a rispondere con la solita retorica del "la vita non ti regala niente" questo lo so anch'io, sono sempre stato consapevole che uno debba impegnarsi, ma in tutto quanto ho sempre trovato un enorme scoglio in culo, ogni sante volta e la gente li pronta, sulla soglia di quella "porta", a dirmi che me ne dovevo andare e non potevo entrare
Lol solite frasie normie. La vita in questione che non regala niente

OIP (42).jpeg


Agganciato nel 2005 su myspace da un'agenzia di moda. Negli ultimi 20 pagato solo per esistere e moggare.
 
Si, di gente così c'è n'é molta ma tieni presente che non sono alieni, anche se potrebbe sembrarlo.
Sono come gli altri e credo che, mentre dall esterno li vedi tutti perfetti, in privato devono superare come fanno tutti dei momenti molto difficili, devono fare i conti con la loro intrinseca debolezza (che tutti hanno) insomma sono fragili come gli altri solo che si lavano i panni in casa e non si vede nulla all'esterno. Poi ho notato che chi ha queste carriere perfette di solito é ricco, viene tutto appianato dai soldi, se ci sono problemi li supera grazie ai soldi. Quindi quando vedo gente del genere so che é ricco di suo fin dalla nascita.
Esempio: andate a leggere la vita che ha fatto Carlo Calenda. Si vanta di aver avuto tutto nella vita e aver faticato, poi vai a veder bene e ti accorgi che qualcuno l ha sempre piazzato in posti giusti a prescindere dalle sue capacità, anche se era una . testa calda. Grazie al cazzo, aggiungo io.
 
Io mi sento un po' preso nel mezzo da questo racconto.
La mia vita, sin da piccolo, era fatta di contesti che non potevo controllare, in qualche modo si è fortemente rischiato di farmi fare proprio una esistenza limitata da "righello e compasso", come se tutto fosse deciso a priori da qualche schema deterministico, che quasi potevi toccare con mano.


Ok, a raccontarlo dopo essere uscito da questo schema, uno potrebbe dire "Se ti sei ribellato, evidentemente non era affatto deciso niente".
E invece no.
Sento questa impalcatura, questo destino non compiuto, come un qualcosa che ancora oggi, pur essendomici ribellato, fa sentire il suo peso su di me. Come se la vita che sarebbe dovuta essere la mia esistenza (un ragazzo di chiesa, figlio di un programmatore, in una famiglia soprattutto di meccanici, persona educata e con una carriera molto probabile nel campo dell'informatica, una ragazza magari trovata in chiesa, un matrimonio precoce a 22 anni, figli ed ancora chiesa) bussasse alla mia anima per dirmi: "Sei fuori posto, cosa stai facendo?".
E fuori posto in effetti è come mi son sentito per gran parte della mia vita. Anche e soprattutto in famiglia.
Nonostante ciò sono contento di essermi ribellato a questa sorta di destino preimpostato, pur dovendo per questo affrontare dei problemi mastodontici.
Ho sempre la netta impressione che questi problemi, questa distanza tra il mio destino ed il mondo delle relazioni sociali, fosse così ampia che era semplicemente impossibile per me ottenere i risultati che volevo davvero: diventare un ragazzo forte, energico, uno senza problemi con gli amici e con le relazioni, e che vivesse le sue giornate in modo gagliardo. Niente di tutto questo è successo. Mi sento debole, la salute sta presentando molto presto il suo conto, non ho un lavoro fisso e fatico con l'università, ho sempre avuto enormi problemi a farmi amici nonostante detesti litigare, e per quanto riguarda le ragazze, beh, sono qui.
A volte mi chiedo cosa sarebbe successo se avessi scelto il sentiero più facile, come mi sarei sentito, come mi sarei visto allo specchio...
 
Io mi sento un po' preso nel mezzo da questo racconto.
La mia vita, sin da piccolo, era fatta di contesti che non potevo controllare, in qualche modo si è fortemente rischiato di farmi fare proprio una esistenza limitata da "righello e compasso", come se tutto fosse deciso a priori da qualche schema deterministico, che quasi potevi toccare con mano.


Ok, a raccontarlo dopo essere uscito da questo schema, uno potrebbe dire "Se ti sei ribellato, evidentemente non era affatto deciso niente".
E invece no.
Sento questa impalcatura, questo destino non compiuto, come un qualcosa che ancora oggi, pur essendomici ribellato, fa sentire il suo peso su di me. Come se la vita che sarebbe dovuta essere la mia esistenza (un ragazzo di chiesa, figlio di un programmatore, in una famiglia soprattutto di meccanici, persona educata e con una carriera molto probabile nel campo dell'informatica, una ragazza magari trovata in chiesa, un matrimonio precoce a 22 anni, figli ed ancora chiesa) bussasse alla mia anima per dirmi: "Sei fuori posto, cosa stai facendo?".
E fuori posto in effetti è come mi son sentito per gran parte della mia vita. Anche e soprattutto in famiglia.
Nonostante ciò sono contento di essermi ribellato a questa sorta di destino preimpostato, pur dovendo per questo affrontare dei problemi mastodontici.
Ho sempre la netta impressione che questi problemi, questa distanza tra il mio destino ed il mondo delle relazioni sociali, fosse così ampia che era semplicemente impossibile per me ottenere i risultati che volevo davvero: diventare un ragazzo forte, energico, uno senza problemi con gli amici e con le relazioni, e che vivesse le sue giornate in modo gagliardo. Niente di tutto questo è successo. Mi sento debole, la salute sta presentando molto presto il suo conto, non ho un lavoro fisso e fatico con l'università, ho sempre avuto enormi problemi a farmi amici nonostante detesti litigare, e per quanto riguarda le ragazze, beh, sono qui.
A volte mi chiedo cosa sarebbe successo se avessi scelto il sentiero più facile, come mi sarei sentito, come mi sarei visto allo specchio...
Guarda, io pure mi sono ribellato, con un pò di successo, ad un tipo di vita che mi si voleva tracciare. Diciamo che questa ribellione è stata influenzata sia dalle compagnie che trovavo in paese, quasi tutte persone che a scuola andavano male, sia da problemi che si sono accumulati, per cui quando hai delle difficoltà ti metti in evidenza non facendo cosa gli altri vogliono da te.
A volte mi domando se fossi riuscito a rigare dritto (mi sarebbe stato difficile a causa delle difficoltà di concentrazione), avrei conseguito meglio obiettivi che invece mi interessano, quelli in campo sessuale-sentimentale: leggendo qui di molti utenti, molto probabilmente no. Allora tanto vale essere un fallito.
 
Io mi sento un po' preso nel mezzo da questo racconto.
La mia vita, sin da piccolo, era fatta di contesti che non potevo controllare, in qualche modo si è fortemente rischiato di farmi fare proprio una esistenza limitata da "righello e compasso", come se tutto fosse deciso a priori da qualche schema deterministico, che quasi potevi toccare con mano.

...
non è che il tuo problema è forse il forte senso di colpa che il contesto intorno a te ti fa nascere ? Per senso di colpa intendo proprio quella sensazione di sentirsi fuori posto che nasce da tanti feedback che il tuo contesto ti invia a seguito di come tu vivi essendo una persona appunto diversa da loro …non vuole essere un giudizio ma uno spunto di riflessione
 
Io ho 50 anni e più e mi ricordo che hai miei tempi c'era un ragazzo più piccolo di un anno veniva con me alle scuole e tutto dove toccava o cosa faceva diventava oro cioè andava bene tutto ma anche la sua famiglia sembravano gli unti del Signore. Questo ragazzo che non era un chad ma un normale che ora non c'è più aveva tutto scuola andava bene poi ragazza dalle medie una al mese diversa poi università finita a 22 anni perché ha fatto la primina quindi avanti di un anno poi lavoro trovato subito.
Poi a 25 anni entrato in seminario diocesano poi a 31 diventato prete e a 2 mesi da ordinazione cancro alle ossa fulminante e morto nel giro di pochi mesi. Parlando con qualcuno dicevano tutti la stessa cosa anche suo zio e cioè li è andata sempre bene tutto in discesa e adesso il Signore lì ha fatto pagare con interessi. La penso anche io così ogni volta che passo al cimitero e lo vedo. Moltissimi sono attori o calciatori o figli di miliardari morti giovani che hanno avuto una bella vita liscia anche solo di 30 anni poi interrotta perché morti.
 
Gente predestinata secondo me se non devi andare a finire la non ci vai punto e basta scassina porte finché vuoi, ma non ci vai e lo vedo sempre più dopo aver letto Carlo Acutis che lo faranno santo morto a 15 anni bel ragazzo, un genio che bagnava il naso a ingegneri medici e balle varie e a 2 anni sapeva già recitare il rosario ciò mi ha fatto riflettere e anche piangere un po'. Secondo me c'è gente in giro che non è umana e deve portare un messaggio e poi quando il messaggio è stato portato o deve convertire anche solo una persona missione compiuta e muore. Il ragazzo che ho parlato prima mio compagno di studi la famiglia non era credente eppure durante il seminario si sono convertiti mi raccontavano gli zii e magari il suo compito era questo convertire i suoi e poi missione compiuta e richiamato alla base.
 
Back
Top