Quante volte abbiamo letto, sentito, che l' essere sicuri di sè, è un requisito fondamentale richiesto dalle donne nei confronti degli uomini, come potenziali partner. Il mostrarsi sicuri di sè è una caratteristica vincente con le donne. L' uomo insicuro è svantaggiato nel mondo delle relazioni.
Allora, io sono un insicuro, un insicuro convinto, per ragioni, chiamiamole, culturali, per convinzione: non vedo nell' insicurezza un difetto, ma un pregio, legato al senso della realtà.
La vita, lo vediamo, è soggetta a fattori non dipendenti da noi, esterni, ed imprevedibili: malattie, incidenti, catastrofi naturali, cicli economici sfavorevoli, sproporzione tra classi dirigenti e popolo, che limitano moltissimo. L' uomo è artefice del proprio destino, come diceva un moto rinascimentale? In parte la nostra vita dipende di noi, dai nostri pensieri e dalle nostre azioni, ad esempio, posso essere forte di carattere da non farmi convincere da degli amici a provare la droga, ma molto è dovuto a fattori che non sono sotto il nostro controllo.
Possiamo essere bravi, valenti, in alcuni campi, negli ambiti che conosciamo bene, possiamo avere dei punti di forza, ma saremo scarsi, mediocri, nei campi che non conosciamo, su cui non abbiamo esperienza, e avremo comunque sempre dei punti deboli: posso essere un valente medico ma con un motore non saprei come mettere le mani, posso essere abile a vivere nella foresta, ma se mi metto a fare esercizi di matematica non ci capirò mai niente. Insomma, posso essere sicuro di me per alcuni ambiti, situazioni ma non in altri ambiti e situazioni. Ma anche dove ho ragione di essere sicuro di me, possono capire gli imprevisti: ad esempio, campioni di arti marziali che sul ring erano invincibili quasi, fecero una brutta fine in risse di strada o di discoteca, perché si trovarono situazioni per cui non erano stati preparati in palestra e sul ring.
Ci sono persone che sembrano riuscire in tutto, quindi riescono ad essere sicuri di se, ma poi si scopre sono stati avvantaggiati da condizione familiare e contesti, per cui dovrebbero sicuri non tanto di se stessi, ma del proprio ambiente di appartenenza.
Così la sicurezza in se stessi appare un difetto, quindi apprezzare un uomo (o una donna) perché è sicuro di sè è un abbaglio. La sicurezza di sè risulta presenzione e faciloneria, irrealismo e ignoranza. Al contrario, l' insurezza risulta in concretezza, realismo, coscienza dei propri limiti, dell' imprevidibilità del mondo e della vita, della presenza di elementi ignoti e variabili, contro cui non si sarà mai pronti. L' insicurezza spinge alla prudenza, all' attenzione, all' analisi, persino al desiderio di conoscere ed approfondire.
Al tempo stesso l' insicurezza, come tante cose, ha dei risvolti negativi, quando si manifesta in una paura che ci blocca nel fare le cose, anche cose banali.
Concludo questo elogio dell' insicurezza con la massima dell' antico filosofo greco Socrate: <<il vero sapiente è colui che sa di non sapere>>.
E VOI, COSA NE PENSATE?
Allora, io sono un insicuro, un insicuro convinto, per ragioni, chiamiamole, culturali, per convinzione: non vedo nell' insicurezza un difetto, ma un pregio, legato al senso della realtà.
La vita, lo vediamo, è soggetta a fattori non dipendenti da noi, esterni, ed imprevedibili: malattie, incidenti, catastrofi naturali, cicli economici sfavorevoli, sproporzione tra classi dirigenti e popolo, che limitano moltissimo. L' uomo è artefice del proprio destino, come diceva un moto rinascimentale? In parte la nostra vita dipende di noi, dai nostri pensieri e dalle nostre azioni, ad esempio, posso essere forte di carattere da non farmi convincere da degli amici a provare la droga, ma molto è dovuto a fattori che non sono sotto il nostro controllo.
Possiamo essere bravi, valenti, in alcuni campi, negli ambiti che conosciamo bene, possiamo avere dei punti di forza, ma saremo scarsi, mediocri, nei campi che non conosciamo, su cui non abbiamo esperienza, e avremo comunque sempre dei punti deboli: posso essere un valente medico ma con un motore non saprei come mettere le mani, posso essere abile a vivere nella foresta, ma se mi metto a fare esercizi di matematica non ci capirò mai niente. Insomma, posso essere sicuro di me per alcuni ambiti, situazioni ma non in altri ambiti e situazioni. Ma anche dove ho ragione di essere sicuro di me, possono capire gli imprevisti: ad esempio, campioni di arti marziali che sul ring erano invincibili quasi, fecero una brutta fine in risse di strada o di discoteca, perché si trovarono situazioni per cui non erano stati preparati in palestra e sul ring.
Ci sono persone che sembrano riuscire in tutto, quindi riescono ad essere sicuri di se, ma poi si scopre sono stati avvantaggiati da condizione familiare e contesti, per cui dovrebbero sicuri non tanto di se stessi, ma del proprio ambiente di appartenenza.
Così la sicurezza in se stessi appare un difetto, quindi apprezzare un uomo (o una donna) perché è sicuro di sè è un abbaglio. La sicurezza di sè risulta presenzione e faciloneria, irrealismo e ignoranza. Al contrario, l' insurezza risulta in concretezza, realismo, coscienza dei propri limiti, dell' imprevidibilità del mondo e della vita, della presenza di elementi ignoti e variabili, contro cui non si sarà mai pronti. L' insicurezza spinge alla prudenza, all' attenzione, all' analisi, persino al desiderio di conoscere ed approfondire.
Al tempo stesso l' insicurezza, come tante cose, ha dei risvolti negativi, quando si manifesta in una paura che ci blocca nel fare le cose, anche cose banali.
Concludo questo elogio dell' insicurezza con la massima dell' antico filosofo greco Socrate: <<il vero sapiente è colui che sa di non sapere>>.
E VOI, COSA NE PENSATE?