Sicurezza di sè: pregio, o difetto?

Avanguardia

Well-known member
Staff member
Premium FDB
Blackpillato
Redpillato
Quante volte abbiamo letto, sentito, che l' essere sicuri di sè, è un requisito fondamentale richiesto dalle donne nei confronti degli uomini, come potenziali partner. Il mostrarsi sicuri di sè è una caratteristica vincente con le donne. L' uomo insicuro è svantaggiato nel mondo delle relazioni.
Allora, io sono un insicuro, un insicuro convinto, per ragioni, chiamiamole, culturali, per convinzione: non vedo nell' insicurezza un difetto, ma un pregio, legato al senso della realtà.
La vita, lo vediamo, è soggetta a fattori non dipendenti da noi, esterni, ed imprevedibili: malattie, incidenti, catastrofi naturali, cicli economici sfavorevoli, sproporzione tra classi dirigenti e popolo, che limitano moltissimo. L' uomo è artefice del proprio destino, come diceva un moto rinascimentale? In parte la nostra vita dipende di noi, dai nostri pensieri e dalle nostre azioni, ad esempio, posso essere forte di carattere da non farmi convincere da degli amici a provare la droga, ma molto è dovuto a fattori che non sono sotto il nostro controllo.
Possiamo essere bravi, valenti, in alcuni campi, negli ambiti che conosciamo bene, possiamo avere dei punti di forza, ma saremo scarsi, mediocri, nei campi che non conosciamo, su cui non abbiamo esperienza, e avremo comunque sempre dei punti deboli: posso essere un valente medico ma con un motore non saprei come mettere le mani, posso essere abile a vivere nella foresta, ma se mi metto a fare esercizi di matematica non ci capirò mai niente. Insomma, posso essere sicuro di me per alcuni ambiti, situazioni ma non in altri ambiti e situazioni. Ma anche dove ho ragione di essere sicuro di me, possono capire gli imprevisti: ad esempio, campioni di arti marziali che sul ring erano invincibili quasi, fecero una brutta fine in risse di strada o di discoteca, perché si trovarono situazioni per cui non erano stati preparati in palestra e sul ring.
Ci sono persone che sembrano riuscire in tutto, quindi riescono ad essere sicuri di se, ma poi si scopre sono stati avvantaggiati da condizione familiare e contesti, per cui dovrebbero sicuri non tanto di se stessi, ma del proprio ambiente di appartenenza.
Così la sicurezza in se stessi appare un difetto, quindi apprezzare un uomo (o una donna) perché è sicuro di sè è un abbaglio. La sicurezza di sè risulta presenzione e faciloneria, irrealismo e ignoranza. Al contrario, l' insurezza risulta in concretezza, realismo, coscienza dei propri limiti, dell' imprevidibilità del mondo e della vita, della presenza di elementi ignoti e variabili, contro cui non si sarà mai pronti. L' insicurezza spinge alla prudenza, all' attenzione, all' analisi, persino al desiderio di conoscere ed approfondire.
Al tempo stesso l' insicurezza, come tante cose, ha dei risvolti negativi, quando si manifesta in una paura che ci blocca nel fare le cose, anche cose banali.
Concludo questo elogio dell' insicurezza con la massima dell' antico filosofo greco Socrate: <<il vero sapiente è colui che sa di non sapere>>.

E VOI, COSA NE PENSATE?
 
Quante volte abbiamo letto, sentito, che l' essere sicuri di sè, è un requisito fondamentale richiesto dalle donne nei confronti degli uomini, come potenziali partner. Il mostrarsi sicuri di sè è una caratteristica vincente con le donne. L' uomo insicuro è svantaggiato nel mondo delle relazioni.
Allora, io sono un insicuro, un insicuro convinto, per ragioni, chiamiamole, culturali, per convinzione: non vedo nell' insicurezza un difetto, ma un pregio, legato al senso della realtà.
La vita, lo vediamo, è soggetta a fattori non dipendenti da noi, esterni, ed imprevedibili: malattie, incidenti, catastrofi naturali, cicli economici sfavorevoli, sproporzione tra classi dirigenti e popolo, che limitano moltissimo. L' uomo è artefice del proprio destino, come diceva un moto rinascimentale? In parte la nostra vita dipende di noi, dai nostri pensieri e dalle nostre azioni, ad esempio, posso essere forte di carattere da non farmi convincere da degli amici a provare la droga, ma molto è dovuto a fattori che non sono sotto il nostro controllo.
Possiamo essere bravi, valenti, in alcuni campi, negli ambiti che conosciamo bene, possiamo avere dei punti di forza, ma saremo scarsi, mediocri, nei campi che non conosciamo, su cui non abbiamo esperienza, e avremo comunque sempre dei punti deboli: posso essere un valente medico ma con un motore non saprei come mettere le mani, posso essere abile a vivere nella foresta, ma se mi metto a fare esercizi di matematica non ci capirò mai niente. Insomma, posso essere sicuro di me per alcuni ambiti, situazioni ma non in altri ambiti e situazioni. Ma anche dove ho ragione di essere sicuro di me, possono capire gli imprevisti: ad esempio, campioni di arti marziali che sul ring erano invincibili quasi, fecero una brutta fine in risse di strada o di discoteca, perché si trovarono situazioni per cui non erano stati preparati in palestra e sul ring.
Ci sono persone che sembrano riuscire in tutto, quindi riescono ad essere sicuri di se, ma poi si scopre sono stati avvantaggiati da condizione familiare e contesti, per cui dovrebbero sicuri non tanto di se stessi, ma del proprio ambiente di appartenenza.
Così la sicurezza in se stessi appare un difetto, quindi apprezzare un uomo (o una donna) perché è sicuro di sè è un abbaglio. La sicurezza di sè risulta presenzione e faciloneria, irrealismo e ignoranza. Al contrario, l' insurezza risulta in concretezza, realismo, coscienza dei propri limiti, dell' imprevidibilità del mondo e della vita, della presenza di elementi ignoti e variabili, contro cui non si sarà mai pronti. L' insicurezza spinge alla prudenza, all' attenzione, all' analisi, persino al desiderio di conoscere ed approfondire.
Al tempo stesso l' insicurezza, come tante cose, ha dei risvolti negativi, quando si manifesta in una paura che ci blocca nel fare le cose, anche cose banali.
Concludo questo elogio dell' insicurezza con la massima dell' antico filosofo greco Socrate: <<il vero sapiente è colui che sa di non sapere>>.

E VOI, COSA NE PENSATE?
Sono in disaccordo su tutto
 
io la maggior parte dei belli che vedo sono normaloidi a livello caratteriale, cioè sciapiti, assolutamente privi di particolari doti. Poco senso dell'umorismo, poche doti culturali, cioè sanno poco di cinema, musica ecc. Seguono il calcio, vanno al mare ecc. Cioè normali, incarnano proprio l'italiota medio. Poi c'è la fetta di belli darktriaddizzati, cioè i criminaloni da strada, ma la maggioranza dei belli è normalona senza doti. La sicurezza in sè con le donne te la ficchi nel culo. Conta la faccia. Può funzionare solo a livello di due maschi pariestetici, ma anche lì le np guardano i soldi prima, come accessorio, poi la sicurezza.
 
Bella riflessione, Avanguardia 🙂

Universo = Sistema + Ambiente

Sistema : è importante amare noi stessi, evolverci, dare un senso alla vita, studiare, avere forza di volontà.

Ambiente : ecco mi soffermerei su questo parametro che è un letamaio. Per quanto un incel si evolva verrà spesso emarginato dalle ragazze. Quindi ci troviamo a fare i conti verso un mondo dove non ci sentiamo sempre capiti, apprezzati ed amati nella nostra spontaneità.
L’ambiente fa cagare, specie per un sub 7: troppe narcisiste che ci emarginano.
 
Nah tranquillo a loro interessano solo i thread ultra negativi scritti da qualche malato, da qualche talpa, o perché no da qualche incel che sta soffrendo pene dell’inferno ma sti cazzi a nessuno se ne fotte della sua salute!
Mi trovo d'accordo in parte con quanto scritto, poi pensavo che fatica deve essere per la polizia postale leggersi questi papiri H24
 
Il tuo è un inno alla fragilità, ragionevole e umano, ma difficilmente applicabile alla vita reale. La fragilità è debolezza, e la debolezza non è premiata in natura. E nel rapporto con le donne, come si può sperare che il gentil sesso ammiri un uomo debole? La donna vuole l'energia di un uomo forte, se non lo stima non lo amerà mai, al massimo può accettare delle debolezze piccole com'è normale che sia, ma non può accettare che egli non combatta contro di esse. Il debole soccombe, il forte vince e le donne lo sanno meglio di noi.
Le palle le devi sempre uscire.
 
Il tuo è un inno alla fragilità, ragionevole e umano, ma difficilmente applicabile alla vita reale. La fragilità è debolezza, e la debolezza non è premiata in natura. E nel rapporto con le donne, come si può sperare che il gentil sesso ammiri un uomo debole? La donna vuole l'energia di un uomo forte, se non lo stima non lo amerà mai, al massimo può accettare delle debolezze piccole com'è normale che sia, ma non può accettare che egli non combatta contro di esse. Il debole soccombe, il forte vince e le donne lo sanno meglio di noi.
Le palle le devi sempre uscire.
Si è vero le ragazze odiano i deboli!
 
Il tuo è un inno alla fragilità, ragionevole e umano, ma difficilmente applicabile alla vita reale. La fragilità è debolezza, e la debolezza non è premiata in natura. E nel rapporto con le donne, come si può sperare che il gentil sesso ammiri un uomo debole? La donna vuole l'energia di un uomo forte, se non lo stima non lo amerà mai, al massimo può accettare delle debolezze piccole com'è normale che sia, ma non può accettare che egli non combatta contro di esse. Il debole soccombe, il forte vince e le donne lo sanno meglio di noi.
Le palle le devi sempre uscire.
Ma in ogni caso occorre diventare forti per amor proprio, per soddisfazione personale.

E non per piacere a queste piscione!
 
Penso di essere molto d'accordo con il tuo discorso ma resta il fatto che la sicurezza in se stessi,la grinta,la disciplina, l'idea di porsi un obiettivo e cercare di raggiungerlo ci dà comunque una mano ad essere percepiti più attraenti dalle donne (mi riferisco alla fascia estetica tra il 5 e il 6,5). La mascolinità si è sempre sviluppata su dei valori molto importanti come la forza,l'onore e la maestria,massimizzarli significa ottenere più probabilità di riprodursi. La sicurezza in se stessi dipende da tanti fattori che non sempre sono sotto il nostro controllo come l'ambiente,i genitori,amici,ecc...Spesso infatti noi uomini ci ritroviamo ad affrontare la vita adulta senza avere le giuste "coordinate" per farci crescere e vivere al meglio delle nostre possibilità perciò ci ritroviamo a dover migliorare una condizione di partenza a volte particolarmente sfavorevole per i motivi poco fa esposti. Essere uomini non è facile,non è nemmeno divertente ma semplicemente necessario...La crisi su più livelli che stiamo vivendo a livello di globale (Occidente in primis)è strettamente collegata alla crisi del maschio che ormai si sente sempre più fuori posto e lontano dai suoi veri istinti naturali difficili da soddisfare.
 
Conosco autistici belli che hanno relazioni. La sicurezza non serve. Basta un bel visetto da slayer, il resto è superfluo, timido, ignorante, ecc. Tutti accessori superflui. Se sei bello ti succede tutto da solo, trovi lavoro, donne anche da timido.
 
Ho letto tutto @Avanguardia e non riesco a capire alcune cose.

1)Non riesco bene a definire la parola sicurezza in questo contesto. Una persona è sicura di se perchè è conscia che un suo fallimento potrà essere rimediato? Come nel caso di cui tu parlavi dove l'individuo è protetto da un contesto sociale favorevole. Ma una persona davvero sicura di se non dovrebbe contare sul fatto di non incontrare il fallimento? Per farti capire come la penso, mettiamo che hai 2 bottoni davanti. Uno dei 2 bottoni ti porta allo scenario tipico che noi tutti umani temiamo, la morte. L'altro invece, non fa accadere nulla. Ora prendiamo 2 individui, uno che non ha le spalle coperte da nessuno, mentre l'altro, diciamolo in termini popolari, ha un jolly. Adesso, il primo individuo se non è un folle esiterà prima di premere il bottone. Questa è un insicurezza lecita, siccome che questa persona non ha idea di cosa capiterà nel suo futuro, ergo non ha il potere sulla situazione in corso. Dall'altra parte invece, l'uomo che gode del jolly, avrà meno ripensamenti, siccome che ha un salvavita nel caso di una sfortunata sorte. Ma allora codesta persona andrebbe chiamata sicura di se?


2)Detto ciò, torniamo in ambito relazionale. Cosa rende una bella persona sicura di se? Non è forse il fatto che sicuramente troverà qualcun altro? Ha quindi il potere sulla sua vita. Dall'altra parte abbiamo una persona non piacente. Se non dimostra sicurezza di se, verrà declassato come inetto, ma anche se la dimostrasse, e se dovesse fallire poi, cosa succederà? Riuscirà ad andare avanti? No.
Perchè nella maggior parte dei casi queste persone non hanno il controllo sulla loro vita, prendono solo quello che la vita gli dà. Ma come fai a chiamare questa persona insicura?

Io non la vedo come prudenza, piuttosto come vulnerabilità agli eventi che potrebbero colpirlo, la paura di perdere la stabilità è una forma di consapevolezza, non necessariamente insicurezza.
Correggimi pure sulla mia definizione se c'è bisogno
 
Una cosa che noto non viene mai rilevata quando si tratta dell'argomento è quanto fuori siano praticamente TUTTI sicuri di sé e pure troppo, quella sicumera di essere nella ragione anche quando hanno torto. La hanno tutti, vecchi, storpi, malati di mente, fidanzati marocchini di 163 centimetri, badanti rumene, quello che vende verdura all'angolo, TUTTI.

Mi chiedo quindi quanto, al di là del fatto che sia positiva o meno, una caratteristica così comune possa essere vista come un plus
 
Godo nel violare la morale corrente, quindi non mi esimerei dal fare un elogio alla fragilità pur di dissacrare la società, ma non avevo l' obiettivo di fare un inno alla fragilità, bensì, un inno al realismo. Ciò che voglio dibattere è come la sicurezza di se possa essere vista una virtù, se non sia un abbaglio, un' illusione, invece, a cominciare nella selezione sessuale. La sicurezza di se mi sembra una colossale stupidaggine, intendedola come pretesa di controllare tutto e di affrontare molte situazioni. Come può la stupidaggine fare da virtù?
Una cosa è apparire forte perché si fa vedere di esserlo, una cosa è essere forte.
 
Non so se sono del tutto in tema però lo dico

In questi ultimi quindici anni mi sono innamorato una sola volta. E per uno come me – che vive con un atteggiamento piuttosto sciallo, apparentemente sicuro di sé, e che si muove nel mondo con la naturalezza di chi non si sente mai davvero da meno rispetto a nessuno – è stata una gran cosa.

Attenzione: non sto dicendo di essere davvero una persona sicura. Tutt'altro. Ma ho quella postura mentale e fisica che fa sembrare che io lo sia. Il classico effetto ottico: dentro una catastrofe, fuori un’aria da chi ha tutto sotto controllo. Un'illusione ben rodata. Ormai mi esce naturale, neanche mi devo più sforzare, sono fuso col mio fottuto personaggio.

La donna di cui mi sono innamorato era, all’opposto, timida. Una di quelle persone che trovano conforto nell’insicurezza condivisa, nella fragilità dichiarata. E infatti amava le persone che non si mostrano troppo sicure di sé. Capite il cazzo di inciampo.

Per quasi due anni, senza volerlo, le ho trasmesso questa immagine di alterità radicale: io l’uomo "sicuro", lei la donna introversa. Una specie di film in bianco e nero dove io recitavo il ruolo del protagonista troppo distante.

Qualche tempo fa me l’ha confidato: mi ha sempre guardato con un po’ di soggezione. Come se ci fosse una distanza incolmabile. E ora si sta per sposare con il suo fidanzato storico. Il classico tipo tranquillo e inquadrato, probabilmente più affine al suo mondo interiore.

E allora penso: questa benedetta “sicurezza”, che tutti esaltano, a volte è solo una maschera che fa da barriera. Una corazza che affascina da lontano ma non scalda da vicino.
 
Quante volte abbiamo letto, sentito, che l' essere sicuri di sè, è un requisito fondamentale richiesto dalle donne nei confronti degli uomini, come potenziali partner. Il mostrarsi sicuri di sè è una caratteristica vincente con le donne. L' uomo insicuro è svantaggiato nel mondo delle relazioni.
Allora, io sono un insicuro, un insicuro convinto, per ragioni, chiamiamole, culturali, per convinzione: non vedo nell' insicurezza un difetto, ma un pregio, legato al senso della realtà.
La vita, lo vediamo, è soggetta a fattori non dipendenti da noi, esterni, ed imprevedibili: malattie, incidenti, catastrofi naturali, cicli economici sfavorevoli, sproporzione tra classi dirigenti e popolo, che limitano moltissimo. L' uomo è artefice del proprio destino, come diceva un moto rinascimentale? In parte la nostra vita dipende di noi, dai nostri pensieri e dalle nostre azioni, ad esempio, posso essere forte di carattere da non farmi convincere da degli amici a provare la droga, ma molto è dovuto a fattori che non sono sotto il nostro controllo.
Possiamo essere bravi, valenti, in alcuni campi, negli ambiti che conosciamo bene, possiamo avere dei punti di forza, ma saremo scarsi, mediocri, nei campi che non conosciamo, su cui non abbiamo esperienza, e avremo comunque sempre dei punti deboli: posso essere un valente medico ma con un motore non saprei come mettere le mani, posso essere abile a vivere nella foresta, ma se mi metto a fare esercizi di matematica non ci capirò mai niente. Insomma, posso essere sicuro di me per alcuni ambiti, situazioni ma non in altri ambiti e situazioni. Ma anche dove ho ragione di essere sicuro di me, possono capire gli imprevisti: ad esempio, campioni di arti marziali che sul ring erano invincibili quasi, fecero una brutta fine in risse di strada o di discoteca, perché si trovarono situazioni per cui non erano stati preparati in palestra e sul ring.
Ci sono persone che sembrano riuscire in tutto, quindi riescono ad essere sicuri di se, ma poi si scopre sono stati avvantaggiati da condizione familiare e contesti, per cui dovrebbero sicuri non tanto di se stessi, ma del proprio ambiente di appartenenza.
Così la sicurezza in se stessi appare un difetto, quindi apprezzare un uomo (o una donna) perché è sicuro di sè è un abbaglio. La sicurezza di sè risulta presenzione e faciloneria, irrealismo e ignoranza. Al contrario, l' insurezza risulta in concretezza, realismo, coscienza dei propri limiti, dell' imprevidibilità del mondo e della vita, della presenza di elementi ignoti e variabili, contro cui non si sarà mai pronti. L' insicurezza spinge alla prudenza, all' attenzione, all' analisi, persino al desiderio di conoscere ed approfondire.
Al tempo stesso l' insicurezza, come tante cose, ha dei risvolti negativi, quando si manifesta in una paura che ci blocca nel fare le cose, anche cose banali.
Concludo questo elogio dell' insicurezza con la massima dell' antico filosofo greco Socrate: <<il vero sapiente è colui che sa di non sapere>>.

E VOI, COSA NE PENSATE?
Non so , sono medico (massimalista , per cui devo anche relazionarmi) ma so anche riparare moto (gareggiavo) e bici , nonchè ho una vasta cultura musicale e letteraria , ma alle donne non glie ne frega un cazzo . Conta solo il bel faccino e l'animo delinquenziale . La sicurezza con loro è andata persa da anni . Incomprensibili . Conosco gente che mantiene letteralmente le loro inutili spese estetistiche e modaiole . Un medico non guadagna abbastanza per loro . E io non rinuncio alle MIE passioni , per cui vadano a quel paese
 
Back
Top