Emanuele Ragnedda, il killer di Cinzia Pinna

Ceccherini

Well-known member
Blackpillato

Secondo me l'italia di oggi è riassunta in questa storia.
Gente che vive di rendita a 40 anni senza lavorare, milionari agati disperati per avere attenzioni femminili, NP wallate (ricche pure loro) piene di problemi psicologici, narcisismo, dipendenze da alcool e droghe, totale mancanza di valori.

Voi che ne pensate?
 
Penso che i veri privilegiati dalla vita siano coloro che leggono certe storie sui giornali e con un sogghigno di compassione voltano pagina e dimenticano la questione. Vivere nascosti da tutta quella merda dorata, ma soprattutto da certi psicolabili è quanto di più auspicabile possa capitare. Fottuti dalle loro stesse teste marce e dai più bassi istinti, incapaci di provare la minima umanità, fastidiosi e petulanti, anch'essi verranno spazzati via dalle sabbie del tempo.
 
Purtroppo quel sito di merde umane non permette la lettura.
Ho solo visto l'immagine del salsicciotto che versa del tavernello in un calice.
Vergognoso che vivesse di rendita,ma adesso recupererà tutti quegli anni di fancazzismo dando il culo ad Ahmed nelle docce

l'Italia comunque è un terreno infertile dove i vecchi e benestanti cercano in tutti i modi di schiavizzare i giovani.
Questo è narrato dalle leggi.
Tutti gli anziani e monetati anche involontariamente opprimono giovani e poveri con leggi che rendono impossibile fare qualsiasi cosa
E appunto,il sistema feudale.
È anche un paese pieno di intelletto(come ogni paese in realtà)
Ma la creatività viene sistematicamente oppressa.
Paese finito e come disse sentenza i giovani devono fare tutto il possibile per non lavorare, oppure andarsene
 
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Emanuele Ragnedda non era certo un tipo morigerato. Chi lo conosce parla di una vita, quella del 41enne, sempre sul filo degli eccessi.
Poi l’incontro con Cinzia Pinna, una ragazza generosa e fragile e l’inizio di una frequentazione, di un percorso di vita parallelo. Qualcosa, d’altronde, sembrava accomunarli.
Entrambi senza problemi economici, i loro genitori hanno messo a frutto decenni di lavoro duro, pionieri nel turismo e nell’agricoltura d’avanguardia e di qualità. A Castelsardo, costa nord-ovest, i Pinna hanno costruito un piccolo impero nella ristorazione (Cormorano e Baga Baga), i Ragnedda in Costa Smeralda con la cantina Capichera.
Cinzia ha scelto di distaccarsi dalla famiglia, di provare a camminare sulle proprie gambe. Diplomata all’istituto alberghiero di Sassari, qualche anno fra cucina e tavoli in sala, poi stagionale per scelta, lontano da casa: «Meglio avere poco, ma senza dover nulla agli altri». Una cara amica racconta: «Voleva essere libera, ma soprattutto non sentirsi oppressa da vincoli e convenzioni. Una ragazza d’oro, generosa. Premurosa: quando è nata mia figlia, è venuta a trovarmi e mi ha detto che era disponibile ad aiutarmi».
Dall’altra parte c’è Emanuele, che invece ha scalato in fretta le gerarchie dell’azienda ed è diventato responsabile delle vendite all’estero. Figlio unico, non gli è mancato e non si è mai fatto mancare nulla. Un po’ sbruffone e spericolato. Soldi, anche troppi. «Un’auto nuova? — si vantava con gli amici — Fatto». Anche lui, tuttavia, voleva dimostrare di poter avere successo con le proprie forze. E oltre all’azienda «tutta mia» (impiantata comunque su un terreno ereditato) aveva messo su una finanziaria con la quale ambiva a cospicui investimenti e rendite (fantomatici — si maligna ad Arzachena — anche se sostenuti da consistenti fondi drenati dai conti di famiglia).
Poi il gorgo delle dipendenze e delle fragilità, come raccontano amici e conoscenti. Cinzia alternava allegria e aggressività, anche con i suoi cari. Talvolta oltre i limiti. Con un provvedimento giudiziario in corso fino a qualche mese fa, ha dovuto essere allontanata dalla famiglia. «Aveva problemi, ma stava cercando di uscirne — spiega un compagno di lavoro — e aveva soltanto bisogno di essere aiutata».
Su Cinzia Pinna a Castelsardo il coro è unanime: «Era una brava ragazza, molte delle cose che hanno detto di lei non sono vere». «Aveva molti più pregi che difetti e se ha commesso degli errori, lo ha fatto perché non ha saputo tenersi lontano da amicizie pericolose». Anche sui social il ricordo della ragazza è sulla stessa scia. Sono apparsi decine di post in cui si legge «ci mancherai».
Emanuele era preda dei suoi eccessi, anche caratteriali: egocentrismo, desiderio di piacere (soprattutto alle donne) e di essere al centro dell’attenzione, ossessioni. «Girava con la pistola e spesso la mostrava». Si era stancato di avere una fidanzata regolare e preferiva relazioni saltuarie, «tampinava, con insistenza eccessiva, ogni ragazza che gli capitasse a tiro».
Pochi giorni dopo aver ucciso Cinzia, quando già dormiva in barca nel porto di Cannigione, «aveva importunato alcune ragazze che lavoravano in un bar, facendo loro pesanti apprezzamenti». E il giorno della festa per i 60 anni della madre — evento al quale si è presentato calandosi da un elicottero — si è sentito a suo agio quando ha potuto sfoderare una battuta: «Sono venuto volentieri, ma non posso trattenermi molto. Vado via subito soprattutto perché — rivolgendosi alla mamma — non voglio rubarti la scena».
Ma la scena se l’è ripresa subito, avviandosi all’uscita del ristorante e risalendo sull’elicottero.
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Purtroppo quel sito di merde umane non permette la lettura.
Ho solo visto l'immagine del salsicciotto che versa del tavernello in un calice.
Vergognoso che vivesse di rendita,ma adesso recupererà tutti quegli anni di fancazzismo dando il culo ad Ahmed nelle docce

l'Italia comunque è un terreno infertile dove i vecchi e benestanti cercano in tutti i modi di schiavizzare i giovani.
Questo è narrato dalle leggi.
Tutti gli anziani e monetati anche involontariamente opprimono giovani e poveri con leggi che rendono impossibile fare qualsiasi cosa
E appunto,il sistema feudale.
È anche un paese pieno di intelletto(come ogni paese in realtà)
Ma la creatività viene sistematicamente oppressa.
Paese finito e come disse sentenza i giovani devono fare tutto il possibile per non lavorare, oppure andarsene
Si, penso sia tutto riconducibile al fatto che la nostra natura di popolo a livello antropologico è di stampo feudale. Torniamo quindi alle origini.
 
Sulle dinamiche del delitto e sul movente non sapremo mai la verità completamente, perché l' unico presente è l' autore del delitto, che racconterà quanto gli farà più comodo.

Ne emerge che entrambe erano persone problematiche, non felici.
 
Da quel che ho sentito il soggetto è stato respinto, gli è partito l'embolo e è esploso magari all'ennesimo rifiuto di altre donne ha pagato questa !!
 
HAHAHA la calma e la musichetta e poi pensi alla furia omicida "muori troiaaaaa bastardaaaa" loool mai visto un tale contrasto specie documentato con tanto di video
E assurdo se lo ascolti in questo video sembra una persona tranquillissima intelligente ed educata, peccato che nella realtà è un drogato psicopatico e assassino narcisista
 
Emanuele era preda dei suoi eccessi, anche caratteriali: egocentrismo, desiderio di piacere (soprattutto alle donne) e di essere al centro dell’attenzione, ossessioni. «Girava con la pistola e spesso la mostrava». Si era stancato di avere una fidanzata regolare e preferiva relazioni saltuarie, «tampinava, con insistenza eccessiva, ogni ragazza che gli capitasse a tiro».
Pochi giorni dopo aver ucciso Cinzia, quando già dormiva in barca nel porto di Cannigione, «aveva importunato alcune ragazze che lavoravano in un bar, facendo loro pesanti apprezzamenti». E il giorno della festa per i 60 anni della madre — evento al quale si è presentato calandosi da un elicottero — si è sentito a suo agio quando ha potuto sfoderare una battuta: «Sono venuto volentieri, ma non posso trattenermi molto. Vado via subito soprattutto perché — rivolgendosi alla mamma — non voglio rubarti la scena».
Ma la scena se l’è ripresa subito, avviandosi all’uscita del ristorante e risalendo sull’elicottero.
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Sembra una caricatura del Lupo di Wall Street 😂
 
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