Il femigenocidio continua, ma non smetteremo mai di gridare il nostro diritto ad esistere.
Genocidi documentati nella storia:
- Gengis Khan: 30 milioni di morti.
- Schiavismo Africano: 17 milioni di morti.
- Nativi Americani: 13 milioni di morti.
- Comunismo in Russia: 62 milioni di morti.
- Comunismo in Cina: 35 milioni di morti.
- Nazismo: 21 milioni di morti.
- Nazionalisti cinesi : 10 milioni di morti.
- Giappone (1937-1945, 6 milioni)
- Armenia 2,1 milioni di morti.
- Corea del Nord (1948-2002, oltre 2 milioni) - Cambogia dei Khmer rossi (1975-1979, 2 milioni)
- Turchia (1909-1918, 1,9 milioni)
- Vietnam (1945-1987, 1,7 milioni)
- Polonia (1945-1948, 1,6 milioni)
- Pakistan (1958-1987, 1,5 milioni)
- Messico (1900-1920, 1,4 milioni)
- Russia (1900-1917, 1,1 milioni)
- Iugoslavia di Tito (1944-1987, 1 milione)
- Ruanda 500000 - 750000 morti
- Bosnia - Erzegovina 100000 morti
- Femminicidi in Europa (2010 - 2021) 3232 morti.
Ora, pur condannando qualsiasi tipo di violenza che sia ad uomini e donne (fisica, morale, educativa, economica) credo si debba stare attenti all'utilizzo della parola genocidio ed attribuirla ai giusti contesti e riguardi. Ai tizi qui sopra ammazzati per ragioni etniche, economiche, culturali, non credo che se lo siano cercato più di quanto una per proprie carenze emotive o perché preferisce il tipo dominante che le faccia provare emozioni forti si sia ritrovata ammazzata. Altrimenti facciamo come in Orwell con la neolingua e creiamo neologismi a go-go, per esempio "psicogenocidio" cioè la violenza manipolativa-traviante psicologica femminile che spinge molti uomini al suicidio od a diventare rottami umani difficilmente recuperabili per la società od "ipergamicidio" che costringe molti uomini a non vivere mai una esperienza amorosa e relazionale che migliorerebbe il funzionamento della società di diritto.
Ci vuole anche un minimo di rispetto per il significato semantico e storico di una parola, su.