ascensore sociale in panne, crisi economica e modelli di sviluppo

Su suggerimento di @Ceccherini apro un thread riguardo all'estrema difficoltà, se non totale impossibilità, di migliorare la propria condizione economia e sociale oggigiorno, rispetto sopratutto agli anni del boom economico successivi alla seconda guerra mondiale, fino alla prima metà degli anni 90.
Esprimete pure la vostra opinione e successivamente proverò a fornire una mia analisi della tematica.
 
Non c'è molto da dire purtroppo, l'Italia è un paese feudale dove il potere ed i soldi sono gestiti sempre dai soliti noti a livello locale, la mobilità sociale è un'illusione. Che poi con l'inflazione dilagante che non accenna a diminuire, possiamo osservare la medesima situazione in tutta l'area europea. Mi fanno sorridere quelli che dicono che col lavoretto in Germania o Svezia si realizzaranno, non conoscendo minimamente il costo della vita, delle tasse e degli immobili in quei paesi, finiscono tutti a far lavori di merda e condividere casa con altri 5 coinquilini e mettere da parte a fine anni poche migliaia di euro che ormai sono estremamente svalutati e con le quali non ti compri manco una macchina, e poi ritornano in Italia aspettando che mamma e papà gli lascino in eredità la prima casa. La cosa migliore da fare è cercare di vivere serenamente senza troppo sbattimenti e trovarsi un lavoro in un posto dove gli immobili costino poco e in breve riesci a pagarteli, cercando di guadagnare a fine anno una cifra decente sui 25-30 mila euro, quindi lavorando fino alla pensione e sperando che l'Inps non collassi nel frattempo, altra ipotesi non irrealistica. Aprire un bisiness da zero poi è follia a meno che non ti ritrovi con un bel gruzzoletto iniziale che hai ereditato, perché recuperare tali cifre d'investimento iniziale, con le tasse e tutto il resto, è praticamente impossibile.
 
Quelli che avviarono attività nel dopo guerra avevano: voglia, idee e spirito di sacrificio, in più l'enorme aiuto del Piano Marshall.
Oggi non esiste nulla di tutto ciò, la grande finanza e la grande distribuzione sia di beni che servizi ha divorato tutto, nel giro di un decennio non esisteranno più le piccole imprese e dopo poco scompariranno anche le medie, mentre i liberi professionisti sono già con l'acqua alla gola.
 
Tra tasse, burocrazia, infrastrutture penose (Qua in Sardegna è tutto un cantiere permanente, sia nelle grandi città che nelle strade extraurbane), frontiere aperte alle merci che arrivano da fuori a basso costo falcidiando la produzione locale, regole Europee che stabiliscono quanto latte si può produrre ad esempio, ed infine capitali esteri che si comprano tutto, cosa volete che ne venga fuori?
 
Sappiamo tutti che l' abolizione della scala mobile del 1992 ha portato a 30 anni di immobilità ,e di fatto ascensori sociali spariti ( figli di poveri anche se studiano ingegneria faranno gli operai o lavoreranno da MC Donald's) poi la moneta euro ha distrutto le micro e piccole imprese, è brutto da dire ma gli anni 80 qui nella mia zona si stava bene perché in Friuli c' era ancora Cortina di ferro ,vale a dire tante caserme al confine 1 uomo su 3 era militare c' era sicurezza e si sentiva veramente che era a statuto speciale la zona con maggiori aiuti economici,anche a seguito del terremoto ( ovviamente col massimo rispetto per i morti e di che perso casa ) ma la ricostruzione c'è stata in tempi rapidi ,la mia famiglia si poteva permettere 10 giorni al mare e la casa i miei avevano avuto condizioni molto agevolate ( sempre per permettere una ricostruzione rapida e dare alloggio presto a chi non aveva casa ) ,ora non potrei mai pensare a comprare una casa nuova ,chi aveva un bar negli anni 80 era come avere un posto statale,oggi sei pazzo se lo fai
 
Va bene ecco di seguito ciò che penso.
l'Italia nel 1945 esce a terra dalla seconda guerra mondiale, con una popolazione relativamente giovane rispetto ad adesso, viene inserita nel blocco degli alleati, riesce a beneficare del piano Marshall e si ritrova in un contesto, quello europeo, dove c'era bisogno di tutto, il paese in poco tempo riesce ad industriallizarsi ed i primi risvolti della comunità europa si vedono, a partire dai primi anni sessanta al nord sorgono fabbriche, i primi capannoni, la gente trova lavoro con facilità, a Milano si vedevano fabbriche con migliaia di persone, uomini e donne con un lavoro che mantenevano 4/5 figli e compravano casa in 10 anni.
La gente inizia ad andare in vacanza, a mandare i figli alle superiori, a cambiare macchina, nel nord Italia, nel contesto in cui vivo, ci sono persone che passarono della povertà a farsi il capannone, la villa e la macchina bella, l'economia tirava, chiunque poteva mantenersi con un lavoro normale da dipendente, senza qualifiche o particolari capacità.
I vantaggi c'erano anche per coloro che studiavano, molte delle facoltà oggi inflazionate, in particolare quelle umanistiche, all'epoca avrebbero garantito carriere che oggi non sono nemmeno immaginabili per coloro che le frequentano, e anche per gli studenti di economia ed ingegneria le cose e le prospettive erano migliori, è doveroso tuttavia precisare che l'università all'epoca era molto più difficile di oggi(vedere la descrizione di une esame di medicina, credo farmacologia, descritto come un vero e proprio inferno, fornita da Giampiero Giron, oggi anestetista di quasi ottant'anni prossimo alla pensione).
La vita da imprenditore era molto più semplice, l'economia tirava, la burocrazia comparata con il livello odierno era inesistente e la pressione fiscale ridotta, la competizione era minore(la Cina era un paese di contadini e non era diventata la fabbrica del mondo, cosa che a noi italiani ha fatto solo danni), il costo dell'energia basso rispetto ad oggi(comunque più alto di altri paesi europei, bisogna precisarlo), le prospettive per il futuro erano quelle di una crescita costante.
L'accesso al credito era facile, bastava una chiacchierata con un direttore della filiale della banca di paese e avevi i soldi, perché sia te che la banca per lavorare dovevate fare così, il sistema, nonostante una corruzione che iniziava ad aumentare e una classe politica di malfattori, funzionava.
Poi sono arrivati i mitici anni ottanta, i soldi girano ancora di più, i capannoni diventano più grandi, la gente compra la seconda casa, qualche fortunato va in pensione con 15 anni di contributi, l'economia diventa sempre più finanziarizzata, la borsa di milano in quegli anni schizza, il mercato unico europeo ed i suoi benefici, uniti ad una moneta debole che favoriva le esportazioni(nonostante i primi segni una produttività in calo si vedevano), fanno si che l'Italia potesse fare il suo ultimo sprint, l'ultimo ruggito di un animale ormai avviatosi nella fase della vecchiaia.
Dopo la prima metà degli anni novanta le cose iniziano a finire, il debito pubblico ormai esplode, la prima repubblica crolla, la natalità diminuisce, sono necessarie riforme drastiche alle pensioni, ai conti pubblici, le tasse aumentano, la burocrazia inizia a diventare eccessiva e la Cina inizia a industrializzarsi ed entra nell' organizzazione mondiale del commercio.
Dal duemila in poi prima della crisi del 2008 si vedono gli ultimi segni di benessere di un paese ormai vecchio, stanco, illuso e prossimo all'impoverimento, la crisi colpisce forte, un debito pubblico già insostenibile mette ormai a dura prova le casse dello stato, la cui risposta alla crisi è flebile, il lavoro diminuisce sempre di più, le tasse al contrario ormai mangiano il 50/60% del guadagno, i servizi sono sempre più scadenti, sanità al collasso, scuole a pezzi e con un livello di istruzione pietoso, le fabbriche licenziano, chiudono, e quelle che sopravvivono lo fanno perché sono piccole imprese familiari dove lavora il figlio, il fratello, ecc.
Una volta con poco potevi partire convinto di un futuro migliore, oggi nella migliore delle ipotesi ti troveresti massacrato da tasse, burocrazia, spese, guadagni ridotti stress, nella peggiore e più realistica avresti chiuso e non lavoreresti.
Se invece avessi studiato nella migliore delle ipotesi di ritrovi a spendere molti soldi per un università e a lavorare per uno stipendio medio(salvo pochi casi), con un tenore di vita pari a quello di uno con la terza media di sessant'anni fa, forse meno, nella peggiore giri tra contratti di stage, apprendistato, dopo una laurea umanistica che non ti permette di lavorare.
Non penso che il crollo sarà veloce e rovinoso, salvo imprevedibili shock esterni, piuttosto ci potrebbe essere un continuo e lento declino, gli unici che possono scalare l'ascensore sociale se così si può dire sono coloro che possiedono un grande talento sportivo o che diventano influencer(categoria che personalmente detesto),anche se nel caso di questi ultimi mi guarderei dagli sviluppi dell'intelligenza artificiale.
In conclusione, per chi non è nato in una famiglia ricca, ma ha voglia di lavorare/studiare, impari l'inglese bene e vada, qui in Italia ormai è finito tutto.
 
Prima c'era una classe politica, che per quanto non limpida, perlomeno perseguiva l' interesse nazionale, ci teneva ad una Italia prospera e sviluppata. I settori principali dell' economia come il sistema bancario e quello energetico erano controllati dallo Stato. Con il divorzio tra Tesoro e Banca d' Italia, la quale prima era obbligata a comprare i titoli di stato non venduti sul mercato, i tassi di interesse da pagare non potevano che aumentare, quindi più tasse, più debito pubblico.
Hagner ha giustamente citato che un tempo c'era la scala mobile che serviva ad adeguare gli stipendi al costo della vita.
So di altre politiche sociali, come la distribuzione di terre ad aspiranti contadini ed imprenditori agricoli, perseguita 50-60 anni fa. Oggi è fantascienza.
 
Prima c'era una classe politica, che per quanto non limpida, perlomeno perseguiva l' interesse nazionale, ci teneva ad una Italia prospera e sviluppata. I settori principali dell' economia come il sistema bancario e quello energetico erano controllati dallo Stato. Con il divorzio tra Tesoro e Banca d' Italia, la quale prima era obbligata a comprare i titoli di stato non venduti sul mercato, i tassi di interesse da pagare non potevano che aumentare, quindi più tasse, più debito pubblico.
Hagner ha giustamente citato che un tempo c'era la scala mobile che serviva ad adeguare gli stipendi al costo della vita.
So di altre politiche sociali, come la distribuzione di terre ad aspiranti contadini ed imprenditori agricoli, perseguita 50-60 anni fa. Oggi è fantascienza.
si, concordo, oggi tendenzialmente le persone sono a litigare e sbraitare tra destra e sinistra, quando non capiscono che a nessun politico può fregargliene qualcosa dei problemi delle persone normali, invece sono solo a pensare alla birra, al pallone e al solito dibattito destra/sinistra
 
mi scuso nel caso in cui il post sembri un flusso di coscienza Joyceiano
E' un ottimo post, scritto bene.

Va precisato che le basi del boom economico furono poste durante il ventennio fascista, è durante quelli che anni che l' Italia iniziò ad essere una potenza economica moderna di alto livello, che furono sviluppati i talenti, le competenze, molte industrie, che si dette stimolo alla ricerca, che si formò un cittadino con maggiore senso della comunità e dell' onestà, che si crearono delle istituzioni di controllo statale dell' economia che vissero fino ai primi anni '90: l' IRI e l' IMI. Dopo la pausa della seconda guerra mondiale, fu possibile riprendersi e tornare in breve tempo potenza economica mondiale grazie a quanto fu fatto nel fascismo.
 
Sì ma devono essere fighe, altrimenti altro che ascensore: cassiere all'Eurospin.
Oggi vado all' Eurospin magari approccio una cassiera o la banchista dei salumi con i miei velati doppisensi sulla carne ,magari una 4 wallata ( forse 1 possibilità su 100 c'è di un appuntamento )
 
Sì ma devono essere fighe, altrimenti altro che ascensore: cassiere all'Eurospin.
Anche normali o normo bruttine se giocano benino le loro carte posso ipergamare in M e S. Alcune scelgono di ipergamare solo in L e magari si ritrovano madri single - ma con figli dai geni chaddeschi - a fare le cassiere. Quella non è mancanza di possibilità ma di visione.
 
In realtà forse è un problema nostro che non sappiamo fare alcune cose, la storia delle tasse dei locali è relativamente vera, solo quelli che chiudono pagano le tasse, è pieno di ristoranti, bar e negozi che non pagano assolutamente un cazzo di tasse, nulla, tutta evasione fiscale e il governo ha sempre supportato questo facendo ogni tot il taglio delle cartelle esattoriali.
Per farlo però devi essere capace e avere il commercialista giusto, solo i ''cretini'' purtroppo pagano le tasse e chi lavora sottopadrone.
 
ristoranti bar ecc magari non pagano le tasse ma sono attività relativamente marginali, magari eventuali ristoranti di paese nel centro sud italia, con pochi clienti, che per sopravvivere non le pagano, ovviamente ricevono solo pagamenti in contanti, e pagano solo stipendi in contanti, mentre per coloro con fabbriche, aziende, con un giro d'affari superiore, che non possono tenere aperto con tre clienti al giorno da 50 euro, le tasse sono una mazzata, anche perché ti assicuro che i controlli dello stato(sia con governi di destra che di sinistra, posto che tali parole abbiano un senso) ci sono assolutamente, alcuni nonostante la tassazione elevata riescono a tenere aperto, ma ti assicuro che nonostante questo i guadagni sono ridotti, all'epoca ti facevi la villa per te e per i figli, oggi al massimo paghi gli stipendi e vai avanti così.
 
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