Piu che emigrare il mio problema, per incanalare la rabbia, sarebbe in qualcosa di produttivo. L'obiettivo era il dottorato, e le date di concorso si avvicinano: ma le speranze sono basse perchè il mio progetto di dottorato- è obbligatorio proporre un progetto- è di destra (non di estrema destra, semplicemente liberalismo classico), e i prof disposti ad accettarmi saranno pochissimi. Tipo c'è un liberale classico nella mia uni, ma è un normie. Quindi posso fare il concorso in 10 universiità italiane, ma la solfa sempre quella è. All'estero invece per il dottorato le spese aumentano: c'è un'università apposita in cui c'è un centro di dottorato di destra ma si paga un botto (feci un post apposta). Quindi insomma, io non è che non sappia come incanalarla: è che il mondo non me lo permette. Siccome socializzare oggi è impossibile il mio scopo era quello di farlo "intellettualmente", ma non so se ci riuscirò. Quindi non è tanto emigrare, ma trovare un lavoro adatto a me: perchè senza figa e famiglia oltre al lavoro non c'è nulla che possa rendere piacevole la vita. Se il lavoro è orrendo gli hobby non bastano. E amici non penso di averne dato che ormai la mia psiche è sbrindellata