Cosa si prova a non lavorare

Siete tutti bravi a fare i leoni da tastiera
Non te la prendere. Il discorso che hai fatto ha un fondamento di verità che è quello di rimanere attivi quotidianamente con la mente e con il fisico, immerso anche in alcune realtà dove si può sviluppare il proprio lato sociale rispetto al chiuso della cameretta, c'è chi lo fa con il proprio lavoro ma solitamente si preferisce avere tempo libero in cui poter dedicarsi ai propri hobby e progetti alternativi che permettono la crescita personale ed il mantenimento delle funzioni neurologiche per evitare di rincoglionisci e magari poter frequentare persone con cui si vuole avere un reale scambio emotivo piuttosto che ragionare perlopiù di questioni lavorative con i propri colleghi. Però alcune tipologie di lavoro logorano sia mentalmente che fisicamente, oltre al fatto che la necessità di sopravvivenza non è equiparabile allo sbocciare della propria persona e che la retorica della sua nobiltà ha fatto il suo tempo, considerando il mercato ed il suo sfruttamento. A pochissimi piace il proprio lavoro, è un barcamenarsi tra responsabilità ed impegni e contatto con gente cui se ne farebbe a meno di frequentare, ma è necessario farlo altrimenti non mangi.
 
Ovvio. Chi è quel coglione che non si licenzia qualora vincesse milioni di euro? Che discorso è. Ma comunque farei qualcosa. Mi piace leggere, studiare e stare al passo su attualità e nuove leggi. Senza fare nulla, mi annoio a morte. Vorrei vederti stare in vacanza 365 giorni l'anno. Poi è soggettivo.
Beh è un discorso molto logico invece. Il lavoro è necessario ma non nobilita nulla, e me l’hai ribadito tu stesso quando mi hai scritto che se diventassi ricco, della sua nobiltà te ne sciacqueresti lo scroto. O forse perde della sua nobiltà non appena perde la sua necessarietà? E poi leggere, studiare, stare con gli affetti (chi è fortunato ad averli ancora) sono tutte attività che puoi ritagliarti sempre, anzi molto spesso chi ha un lavoro ha il tempo dimezzato, spesso si torna a casa consci del fatto che per se stessi non si sia fatto niente, e pure stanchi mentalmente. Basta balle, chi è povero deve lavorare per necessità, mentre chi è ricco gli direi di godersi la sua vita e coltivare i propri interessi in maniera differente, non dentro ad un ufficio (ufficio se ti va grassa) con un povero coglione che ti dice cosa devi fare.
 
Non te la prendere. Il discorso che hai fatto ha un fondamento di verità che è quello di rimanere attivi quotidianamente con la mente e con il fisico, immerso anche in alcune realtà dove si può sviluppare il proprio lato sociale rispetto al chiuso della cameretta, c'è chi lo fa con il proprio lavoro ma solitamente si preferisce avere tempo libero in cui poter dedicarsi ai propri hobby e progetti alternativi che permettono la crescita personale ed il mantenimento delle funzioni neurologiche per evitare di rincoglionisci e magari poter frequentare persone con cui si vuole avere un reale scambio emotivo piuttosto che ragionare perlopiù di questioni lavorative con i propri colleghi. Però alcune tipologie di lavoro logorano sia mentalmente che fisicamente, oltre al fatto che la necessità di sopravvivenza non è equiparabile allo sbocciare della propria persona e che la retorica della sua nobiltà ha fatto il suo tempo, considerando il mercato ed il suo sfruttamento. A pochissimi piace il proprio lavoro, è un barcamenarsi tra responsabilità ed impegni e contatto con gente cui se ne farebbe a meno di frequentare, ma è necessario farlo altrimenti non mangi.
Almeno una persona intelligente. Ma non volevo scrivere tutto questo pippone. Nella prima parte c'è ciò che volevo dire.

Augurare un cancro.. come non prendersela. Non gli basta andare al CSM.
 
Beh è un discorso molto logico invece. Il lavoro è necessario ma non nobilita nulla, e me l’hai ribadito tu stesso quando mi hai scritto che se diventassi ricco, della sua nobiltà te ne sciacqueresti lo scroto. O forse perde della sua nobiltà non appena perde la sua necessarietà? E poi leggere, studiare, stare con gli affetti (chi è fortunato ad averli ancora) sono tutte attività che puoi ritagliarti sempre, anzi molto spesso chi ha un lavoro ha il tempo dimezzato, spesso si torna a casa consci del fatto che per se stessi non si sia fatto niente, e pure stanchi mentalmente. Basta balle, chi è povero deve lavorare per necessità, mentre chi è ricco gli direi di godersi la sua vita e coltivare i propri interessi in maniera differente, non dentro ad un ufficio (ufficio se ti va grassa) con un povero coglione che ti dice cosa devi fare.
Anche chi è ricco studia o quantomeno fa qualcosa. Forse guardate troppi film. Il 99,999% delle persone, studia o lavora. A prescindere dai soldi. Il lavoro ti rende partecipe nella società, a prescindere dallo stipendio basso. Comunque è un discorso piu lungo e complicato che non voglio affrontare.

Non conto i neet anche se questo posto ne è pieno.
 
Almeno una persona intelligente. Ma non volevo scrivere tutto questo pippone. Nella prima parte c'è ciò che volevo dire.

Augurare un cancro.. come non prendersela. Non gli basta andare al CSM.
È Diluc, una leggenda del flame. In passato augurarsi cancri vicendevolmente qui dentro era come scambiarsi i saluti di buongiorno e buonasera, bei tempi andati...
 
Anche chi è ricco studia o quantomeno fa qualcosa. Forse guardate troppi film. Il 99,999% delle persone, studia o lavora. A prescindere dai soldi. Il lavoro ti rende partecipe nella società, a prescindere dallo stipendio basso. Comunque è un discorso piu lungo e complicato che non voglio affrontare.

Non conto i neet anche se questo posto ne è pieno.
Tu non hai parlato di fare qualcosa. Tu hai parlato di lavorare. E poi veramente stai paragonando l’italiano medio che in fabbrica guadagna 1300 euro al mese con mutuo o affitto da pagare con chi è ricco e lavora per diletto? Non divagare, qui non si sta parlando di stare come dei nullafacenti sopra un amaca, ma di poter avere più tempo per se stessi (anche studiare perché no) e poter DECIDERE di andare o meno a lavoro. Il 99,99% (che poi è una percentuale totalmente a caso) delle persone studia o lavora perché stando a casa non avrebbe vita breve e si rende conto che avrebbe un futuro di merda. Potesse scegliere starebbe comodamente fuori da quella fabbrica e coltiverebbe i propri interessi senza che un povero pirla gli dia degli ordini. Ed è uno dei motivi per il quale milioni e milioni di euro ogni giorno vengono riscossi dall’Erario nel gioco d’azzardo. Perché tutti sperano di poter abbandonare quel cesso di posto in cui lavorano. Poi ora tu mi dirai “Eh ma c’è anche chi ama fare il proprio lavoro”…e allora in quel caso getterei la spugna e ti lascerei rispondere da uno più paziente.
 
Tu non hai parlato di fare qualcosa. Tu hai parlato di lavorare. E poi veramente stai paragonando l’italiano medio che in fabbrica guadagna 1300 euro al mese con mutuo o affitto da pagare con chi è ricco e lavora per diletto? Non divagare, qui non si sta parlando di stare come dei nullafacenti sopra un amaca, ma di poter avere più tempo per se stessi (anche studiare perché no) e poter DECIDERE di andare o meno a lavoro. Il 99,99% (che poi è una percentuale totalmente a caso) delle persone studia o lavora perché stando a casa non avrebbe vita breve e si rende conto che avrebbe un futuro di merda. Potesse scegliere starebbe comodamente fuori da quella fabbrica e coltiverebbe i propri interessi senza che un povero pirla gli dia degli ordini. Ed è uno dei motivi per il quale milioni e milioni di euro ogni giorno vengono riscossi dall’Erario nel gioco d’azzardo. Perché tutti sperano di poter abbandonare quel cesso di posto in cui lavorano. Poi ora tu mi dirai “Eh ma c’è anche chi ama fare il proprio lavoro”…e allora in quel caso getterei la spugna e ti lascerei rispondere da uno più paziente.
In italia lavora soltanto il 65% delle persone perche non c'è lavoro o comunque c'è ma sottopagato. Ho gia detto che non mi riferisco allo stipendio basso. Gli stipendi in Italia sono questi da 30 anni. O uno lo accetta o va all'estero, se puo.
Gli analfabeti che buttano soldi al gratta e vinci, non sapendo neanche che le probabilità di vincita sono prossime allo zero, non li biasimo. Tutti vorrebbero diventare milionari.
Il punto è che qui dentro non volete lavorare per fare un dispetto a chissà chi, come i bambini di 10 anni che non vogliono studiare.
Il sistema capitalistico è questo. O si partecipa o uno se ne va a vivere in Africa con gli elefanti.
 
Sarò onesto: niente di così grave.
Mi son beccato una forma aggressiva del Morbo di Crohn -> colectomia totale e confezionamento di ileostomia terminale permanente a 22 anni (non googlarla, le immagini non sono belle) -> invalidita 90% + legge 104.

È solo molto imbarazzante ma ammetto che non è così invalidante fisicamente ed ho 0 bisogno di assistenza. Mi sento quasi in colpa nel vedere che c'è gente mezza cieca o che fatica a deambulare e magari non riesce ad ottenere la 104 o l'accompagnamento.
Quando me la sono beccata a 22 anni però la mia stuazione era:
- alto 1.68, brutto, AGA già a 3, 55 kg (causa Crohn), 0 vita sociale, 0 amici, figurarsi donne
La malattia è stata un po' il colpo di grazia e quindi semplicemente mi son "chiuso in casa" ed anzichè ropemaxxare o avere la forza di reagire mi sono adeguato alla situazione e trovato il mio equilibrio così.

Sono un parassita della società, un cancro? Sì
Cosa si prova a non lavorare? Niente
Non ne vado fiero, nè mi sento in colpa. E' andata così
Mi dispiace che devi usare una stomia per defecare, però se penso che mia madre, a 85 anni, con una lista di patologie e fragilità che non finisce più, ha dovuto aspettare due anni fa per la 104, e TUTTORA, non gli riconoscono né l'accompagno, né la possibilità di acquistare veicoli con i requisiti per disabilità (tant'è che alla fine ho deciso di comprarmi un'auto nuova senza ritentare la visita in commissione), mi fa abbastanza incazzare, anche perché guardano tanto alle età per questi riconoscimenti, soprattutto contributi economici, e tendono a darli ai 90enni messi male così durano poco, e tu a 22 anni avrai, ti auguro, vita lunga.
Non è giusto, ma non lo dico per te, è il sistema.
 
M'ha fatto ridere "il lavoro nobilita l'uomo"
I miei colleghi stanchi e consumati in fabbrica nobili non sembravano
Ci sta usare il cope per sopportare la vita quotidiana comunque,tanto anche a me toccherà tornare a lavorare...
Il discorso che ha fatto non è peregrino, il lavoro nobilita l'uomo se inteso come attività, soprattutto intellettuale, o almeno che dia soddisfazione. Non lo nobilita un lavoro che ti sta sul cazzo e ti svegli la mattina già di cattivo umore.
 
Non capisco cosa cazzo fate tutto il giorno se non lavorate e come fate a non ammazzarvi per la noia.
Da NEET quasi tuo coetaneo, ti scrivo che ogni giorno c'è sempre un pò da fare, per dirti, stamattina ero ad accompagnare mia sorella a Cagliari. Poi tra montagna, informazione indipendente spesso in lingua straniera e archeologia (la Sardegna è piena di roba), nonché il ruolo di moderatore del Forum dei Bruttti, mi impegno ulteriormente. Soffro di ritrosia a stare in luoghi a socialità forzata ed a trascorrere la giornata dentro 4 mura.
 
Puoi vivere senza lavorare se sei ricco di famiglia, oppure ti sei costruito un piccolo patrimonio, che, col tempo, ti consentirà il ritiro anticipato.
Oppure vinci qualche gioco a scommessa, o erediti da qualche zio semisconosciuto pieno di grana.
Non ci sono tante alternative, sennò vivi in completa povertà, la caritas ti da un panino con la mortadella, e i servizi sociali ti pagano una bettola, forse, e le utenze, ma è una vita di merda.
Sai, una volta che si riesce a sopportare la mancanza di sesso e amore, quel tipo di vita minimalista mi può andare bene.
 
Non lavorare ti fa sentire inutile, sfigato e una merda. Per fortuna non sono piu disoccupato da 8 anni.

Certo che se uno è figlio di papà e può vivere di rendita..

Ma comunque io lavorerei ugualmente anche in quel caso, magari gestendo l'azienda di famiglia o chicchessia.

Il cervello va allenato.
Inutile nei confronti di chi?
Comunque, l' impegnarsi manualmente e mentalmente nobilità l' uomo, assolutamente, ma non tanto il lavoro in azienda come nelle società tecnologica-industriale, io parlo del lavoro nelle società agricole o di cacciatori-raccoglitori, dove non c'è spazio per l' ozio ma perlomeno si lavora per il proprio sostentamento in molta autonomia, per cose che servono per davvero.
 
Inutile nei confronti di chi?
Comunque, l' impegnarsi manualmente e mentalmente nobilità l' uomo, assolutamente, ma non tanto il lavoro in azienda come nelle società tecnologica-industriale, io parlo del lavoro nelle società agricole o di cacciatori-raccoglitori, dove non c'è spazio per l' ozio ma perlomeno si lavora per il proprio sostentamento in molta autonomia, per cose che servono per davvero.
Infatti parlavo di lavoro in generale. Ma non esiste soltanto l'agricoltura. Poi anche a me piacerebbe stare a contatta con la natura ma non essere sfruttato dai caporali per 5 euro l'ora.
 
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