Hai ragione, è la cosa più ragionevole ed ovvia, ma, il convitato di pietra, l'elefante nella stanza, è proprio la coscienza.
Ne sappiamo pochissimo. La fisica ci dice che il tempo non ha, o almeno non dovrebbe avere, un valore 'fisico', molti scienziati ne sono convinti, eppure la nostra coscienza dice altro. Essa 'emerge' in un certo modo, e va avanti secondo dopo secondo. Non sta scritto da nessuna parte che essa debba 'ricordarsi', per così dire, di aver già vissuto un numero infinito di volte la stessa identica vita, o magari tutte le sue variazioni possibili. Infatti, ricordiamo qualcosa perché gli atomi delle nostre sinapsi sono disposti in un certo modo, e se non lo sono, semplicemente le cose non sono accadute. Ma, è anche vero, che percepiamo qualcosa perché c'è una coscienza, la nostra personale, non di altri, a dimostrarcelo. Come potrebbe esistere 'qualcosa', se non ci fosse una coscienza a percepirlo?