Detrazioni, cambia tutto: dal 2025 legate al numero dei figli, ecco chi ci rimetterà (i single)

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Il punto del discorso è: perchè io dovrei rimetterci anche se poco per aiutare i figli degli altri? Ma che se ne vadano tutto a fare in culo sotto un ponte se fanno figli senza avere i soldi, maledetti
 
Il punto del discorso è: perchè io dovrei rimetterci anche se poco per aiutare i figli degli altri? Ma che se ne vadano tutto a fare in culo sotto un ponte se fanno figli senza avere i soldi, maledetti
perchè invece qualcuno dovrebbe rimetterci, anche se poco, per pagare parte delle tue spese mediche, o degli interessi sul mutuo di casa tua, o sul fatto che l'hai ristrutturata?
Poi a me di questa retorica un po' fascista dell'incentivare la natalità non frega un cazzo, ma o si contesta l'esistenza stessa della tassazione come ridistrubuzione della ricchezza, o si accetta che a volte possa dare più agli altri che a noi, altrimenti il ragionamento è "quando guadagno io è diritto quando guadagnano gli altri è un furto".
 
In alcuni casi la penalizzazione sulle detrazioni fiscali, che verrà introdotta sulle spese fatte dal 2025 in poi, potrà essere molto pesante. In particolare per i single senza carichi familiari. Le anticipazioni del Sole 24 Ore sui tetti dell’8%, del 6% e del 4% alle spese detraibili, rispettivamente per le fasce di reddito imponibile fino a 50 mila euro lordi, tra 50 mila e 100 mila e oltre 100 mila non sono state smentite dall’Economia, dove pure si invita alla cautela perché «ancora si sta lavorando sui testi» della manovra. Vediamo come cambia il sistema a partire dal prossimo anno, per garantire allo Stato un miliardo di risparmi nel 2025.

Le spese detraibili, alle quali si applicano le aliquote previste dalla legge (19% per quelle mediche e farmaceutiche; 50% e 36%, secondo i casi, quelle sulle ristrutturazioni edilizie, eccetera) verranno sottoposte a un tetto in rapporto al reddito e ai carichi familiari: i più penalizzati saranno i single con redditi superiori a 100 mila euro, i meno penalizzati i contribuenti con più di tre figli e redditi inferiori a 50 mila euro.

Chi ha un reddito fino a 50 mila euro potrà portare in detrazione spese pari all’8% del reddito stesso, cioè fino a 4 mila euro. Ma questo è un tetto di partenza, che vale per i single. Esso salirà in rapporto al crescere dei carichi familiari. Così, per restare al nostro esempio, per chi ha un reddito di 50 mila euro e almeno tre figli il tetto di spese detraibili dovrebbe raddoppiare, arrivando a 8 mila euro annui. Cosa significa in termini pratici? Ipotizziamo che il single con 50 mila euro di reddito l’anno prossimo ristrutturi la prima casa. Finora avrebbe potuto portare in detrazione il 50% della spesa sostenuta fino a un massimo di 96 mila euro in dieci anni. Avrebbe cioè potuto detrarre ogni anno fino a 4.800 euro. Inoltre, avrebbe potuto detrarre anche le altre spese secondo le aliquote previste (per esempio il 19% di quelle sanitarie). Il tutto nei limiti della propria capienza fiscale (se la somma detraibile supera l’Irpef da versare, la parte eccedente si perde). Ora invece lo stesso single potrebbe contare al massimo su 4 mila euro di spese detraibili in un anno, scegliendo quali voci utilizzare (ristrutturazione, mutui, spese mediche). Se scegliesse solo le spese per la ristrutturazione della casa, detrarrebbe al massimo il 50% di 4 mila euro, cioè 2 mila euro, perdendo ben 2.800 euro rispetto al sistema attuale. Il taglio sarà minore in caso di carichi familiari.

Nella fascia di reddito tra 50 mila e 100 mila euro la percentuale da applicare dovrebbe appunto essere del 6%. Così, per esempio, un contribuente single con un imponibile di 75 mila euro potrebbe disporre al massimo di 4.500 euro l’anno di spese sulle quali applicare le aliquote delle singole detrazioni.

Per chi ha un reddito superiore a 100 mila euro la percentuale di spese ammesse agli sgravi scenderebbe invece al 4%. Significa, per esempio, che un single con un imponibile di 120 mila euro potrebbe contare al massimo su 4.800 euro.

Come detto, il nuovo sistema non sarà retroattivo, ma scatterà sulle spese (e sui contratti di mutuo) dal 2025 in poi.
 
Ragazzi l'italia è un paese da cui bisogna scappare, e tornarci se uno ha voglia per le vacanze...

Io sono vecchio 48 ma me ne andrà quando comincerò a guadagnare meglio e nn potrò evadere le tasse
 
perchè invece qualcuno dovrebbe rimetterci, anche se poco, per pagare parte delle tue spese mediche, o degli interessi sul mutuo di casa tua, o sul fatto che l'hai ristrutturata?
Poi a me di questa retorica un po' fascista dell'incentivare la natalità non frega un cazzo, ma o si contesta l'esistenza stessa della tassazione come ridistrubuzione della ricchezza, o si accetta che a volte possa dare più agli altri che a noi, altrimenti il ragionamento è "quando guadagno io è diritto quando guadagnano gli altri è un furto".
peccato che praticamente di tutti gli esempi che hai fatto sono io o la mia famiglia che regaliamo soldi agli altri, molto più di quanto ce ne venga indietro se stiamo a vedere i servizi pubblici ( e sono al nord) . E poi dimentichi che un conto è pagare per gli altri, un altro è discriminare chi non vuole fare figli, non è la stessa cosa

In più ti dico che anche a me non me ne frega un cazzo del discorso fascismo e natalità ma qua è semplicemente una manovra sbagliata, non è che uno contribuisce al bene del paese facendo figli, anzi si peggiora solo la situazione perchè più gente= più spese e anche più competizione, è una manovra proprio contro ogni logica indipendentemente da fascismo o non fascismo
 
Mi sembra che si guardi molto al proprio 'particulare', come diceva Guicciardini, è sempre così quando si parla delle tasche dei cittadini. Benissimo, allora, i mutui precedenti, su cui si fanno le detrazioni maggiori sugli interessi passivi, non potranno entrare in questo computo e di questo mi compiaccio per il mio di particolare. Riguardo le spese sanitarie, per arrivare a quelle cifre monster, devi operarti privatamente, magari in strutture pubbliche, ma di questo si parla, altrimenti sarà difficile spendere migliaia di euro salvo terapie particolari che il sistema sanitario non passa, e per fortuna, è assai infrequente, e spesso ti rimborsano successivamente in quei sfortunati casi.
Non c'è perdita nemmeno nella tradizione detrazione, che conta parecchio, sul lavoro dipendente. La vera perdita c'è nel caso di ristrutturazione, ma, visto che hanno mantenuto al 50%, era logico da qualche parte si dovesse tagliare, in pratica non è un vero 50%, ma una sorta di partita di giro dove la detrazione reale è minore, forse anche minore del 36% che volevano ripristinare. Tutto poi dipenderà dalle cifre in campo. Se uno spende 90 mila euro, siamo quasi al limite, sarebbero 4000 euro all'anno, cioè il massimale, quindi gli conviene questa cifra. In più avrà quelle non contestabili, ossia la detrazione da lavoro dipendente, e quella sui mutui registrati prima del 2025. Alla fine della fiera, per i più la perdita sarà minima, anche considerando che la capienza per i redditi mediobassi è limitata.
 
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