Qual è la più grande disgrazia che possa capitare a un uomo? La morte? Il tradimento? Un lutto? La povertà? Certo, la lista è lunga, e la risposta potrebbe variare da persona a persona, ma secondo me, purtroppo per esperienza personale, nulla è peggio della disabilità.
Pensateci, quante poesie dedicate alla morte sono state scritte? Quante alla guerra? Ma praticamente nessuna alla malattia. Questa infatti è una componente della vita che non solo ci fa orrore, ma ci disgusta profondamente. La morte ha un suo fascino, ma la malattia è disgustosa, deprimente, dimessa, l'esperienza più umiliante e penosa a cui qualcuno possa essere sottoposto. In un certo qual senso, si cessa di far parte del genere umano, o quanto meno della società, si finisce a guardare tutto come attraverso un velo, invisibile ma insuperabile. Chi ha scritto la famosa massima "nessun uomo è un'isola", probabilmente non è mai stato malato.
Per non parlare del disagio quotidiano, del costante impedimento che ogni secondo ti ricorda della tua misera condizione. Le relazioni sentimentali, nemmeno a parlarne, diventano impraticabili nel 99% dei casi. Quasi nessuna coppia sopravvive all'invalidità di uno dei due partner, dati alla mano.