È un post che ho già pubblicato altrove ed è un tema che mi affascina molto ultimamente, nulla a che vedere con la redpill:
Raskol è uno studente che ha abbandonato gli studi per ristrettezze economiche, pigro e poco dedito al lavoro capisce che l'unica soluzione è compiere un DELITTO, assassinare una vecchia e ricca usuraia, ma una volta compiuta l'efferetezza però proverà un tale turbamento da disinteressarsi completamente del bottino, nei giorni seguenti avrà malori, visioni fino al punto di allettarsi fisicamente malato, per il delitto commesso, è questo il vero CASTIGO?
Thomas Galli ha lavorato per 15 anni nel sistema carcerario per poi diventare un attivista e un fervido abolista del carcere stesso, ritiene la prigione un concetto obsoleto, dove la "colpa" influisce troppo sulla pena inflitta quando a suo dire è la "responsabilità" che dovrebbe essere il vero metro di giudizio, ritiene che ogni colpevole dovrebbe essere giudicato singolarmente ed essere seguito in modo che possa essere realmente recuperato da un punto di vista sociale.
In questi anni si discute spesso del sovraffollamento delle carceri e questo è un problema oggettivo, la mia domanda è forse più complessa, il carcere è davvero la soluzione? Abolire le carceri e trovare una soluzione alternativa come è stato già fatto con gli ospedali psichiatrici è utopia?