Mi documentai molto sull'argomento all'epoca, il fatto è che non esistono tecniche o trucchetti purché se ne dica. L'ansia sociale è una risposta emotiva corporea ad un problema che il tuo cervello non riesce ad elaborare. Il tuo corpo entra in stato di allerta, in agitazione, di fronte ad un pericolo che però non sai quale sia.
Chiaramente l'ansia sociale viene per lo più alle persone più autocoscienti perché vivono dentro la loro testa e stanno ad over analizzare qualunque cosa: nel modo in cui camminano, in cui parlano, in cui si comportano. E credono che chiunque stia facendo lo stesso con loro giudicandole ed analizzandole. Per questo uno dei primi consigli è quello di uscire dalla propria testa e concentrarsi sull'ambiente che ti circonda, ci sono tecniche sul respiro, dei mindset che puoi adottare.
La verità è che, come per ogni cosa, tutto è influenzato nel modo in cui vedi te stesso e come vedi gli altri. Non c'è tecnica respiratoria che tenga quando mentre cammini per strada in lontananza vieni deriso da delle persone perché stai semplicemente camminando, o quando sorpassi due ragazze le senti ridere tra di loro (e si mettono a ridere proprio una volta dopo averle sorpassate, non è che stessero già ridendo prima).
Io ho capito dopo anni che la mia ansia proveniva perché ero insicuro di me stesso, del mio aspetto e del mio carattere, e vedevo chiunque come migliore di me, in grado di potermi far del male. Crescendo e acquisendo più sicurezza di me caratterialmente, e accettando il mio aspetto, e ridimensionando il valore che davo alle altre persone sono in parte guarito. Se ad oggi qualcuno mi ride dietro non me ne importa più nulla perché so che la vita non mi cambia.
Poi, la cosa più importante, i contesti cambiano. Quando sei giovane, soprattutto nel sud italia dove sono cresciuto io, i ragazzi fanno a gara per umiliare chiunque risulti più indifeso. Crescendo sono situazioni che ormai non vivi più, e questo senza dubbio ha aiutato molto.
Comunque per me l'ansia sociale è stato un vero macigno con cui vivere. Quando andavo a scuola, nel momento in cui uscivo di casa fino alla fine delle lezioni avevo continui affanni, la tachicardia, non riuscivo a respirare. Non è stato facile, per questo mi sorprendo di non essere uscito completamente pazzo da quel periodo.