Massime felicitazioni per essere uscito dal pantano piuttosto bene, tanto più da uomo di mezza età. Un giorno ci potrai raccontare, è che ci vuole sempre fortuna, purtroppo con tutto l' impegno che uno ci mette non sempre serve.
La fortuna non la nego: esiste, pesa, a volte decide lei.
Ma c’è una cosa che qui dentro a volte si fa finta di non vedere:
Provare non garantisce niente.
Non provare garantisce il nulla.
È matematica.
Rimanere chiusi qui a raffinarsi la teoria dell’impossibilità è una forma di suicidio lento. Uscire, farsi ignorare, prendere pali, essere trasparenti a qualcuno che non ti deve nulla: quello almeno ti mette nel mondo. E lì ogni tanto succede qualcosa. Nel vuoto non succede un cazzo.
Puoi contestare questo?
Poi spesso chiamate “brutto” chi è semplicemente normale.
E questa cosa non torna con la realtà che vedo io ogni giorno: i miei amici normali, bruttini, anonimi, senza mascella da supereroe, sono quasi tutti accoppiati. Non perché abbiano risolto l’universo, ma perché esistono. Parlano, si muovono, ci sono.
Conosco un solo tizio chhe non ho mai visto con una donna.
Non è particolarmente gradevole ma soprattutto è murato nella sua testa, è complessato, rattrappito. Il problema non è il volto, è sto sguardo smunto che non esce mai da sé stesso.
Poi è chiaro: se uno nasce basso, brutto, antipatico, puzzolente e pelato, è uno svantaggio reale, gigantesco.
Ma secondo me trasformarlo in una legge cosmica che spiega tutto è un modo per non rischiare più un cazzo.
Poi oh, questa è solo la mia testimonianza.
Siccome ogni tanto leggo di gente qua che è autenticamente depressa, penso che un po' di (realistico) ottimismo ogni tanto possa far bene.