Italia seconda in europa per numero di NEET

figlio di puttana

Well-known member
Seconda solo alla romania, che vabbè per questioni economiche, quindi praticamente prima, vorrei vedere di questi NEET quanti sono bellocci, se non sei bello o raccomandato non lavori, ha ragione il dott. traula
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Io sono piu o meno neet...nel senso che sto aspettando un corso e ne sto facendo nu altro.
Lo so che non conto come neet perchè mi sto "impegnando", ma in realtà io mi sento comunque neet perchè sto facendo ste cose giusto per.
E sono vergine a 24 anni. La gente non ha idea di quanta energia mentale diano semplici cose come una buona famiglia, un cane, o una puttana col culo grande e pieno di lenticchie che ti caga sul cazzo 2-3 volte a settimana. Avessi ste cose avrei energie e motivazione infinita. Ora invece sono come un fiore su un prato, calpestato da una negra che si è seduta lì sopra per fare picnic con la cassa sparata al massimo
 
Seconda solo alla romania, che vabbè per questioni economiche, quindi praticamente prima, vorrei vedere di questi NEET quanti sono bellocci, se non sei bello o raccomandato non lavori, ha ragione il dott. traula
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Io sono praticamente un neet, tra sfighe contratti e corsi truffa.
Ma con le ragazze vado bene, certo vorrei che la mia vita migliorasse, se avessi un'occasione.
Per i datori di lavoro sono un brutto, per il forum sono un normobruttino offy doofy
Per alcune ragazze sono un Belloccio.
La vita è grana, la figa e il mio cope.
 
Il lavoro deve essere svolto in ambienti sufficientemente tranquilli e sicuri, in compagnia di persone mediamente educate e civili, secondo ritmi umanamente naturali, in maniera tale da garantire soddisfazione e crescita personale.

Tutto il resto è tortura, sofferenza, una schiavitù non troppo distante da quella degli antichi egizi.
 
Il mercato del lavoro funziona così: è come quando c'è una partita di pallone, in campo possono esserci solo 22 giocatori in campo, gli altri stanno in panchina. Quando uno si fa male, viene sostitutito.
Non c'è lavoro per tutti, qualcuno fuori per forza rimane. Che poi buona parte dei NEET non faccia grande sforzo per farsi assumere o per studiare, si sa, ma tanto qualcuno in panchina deve restare.
Se proprio hanno tutta questa necessità di gente che lavori, mandassero i Carabinieri a prenderli, me compreso, sarebbe meno ridicolo di questo sbattersi tra invii di curriculum, pratiche, colloqui, preparazioni ecc. da parte del disoccupato, che non si capisce perché debba sbattersi per essere preso a stare ore ed ore della giornata dentro 4 mure in mezzo ad altri e con direttore/padroncino/manager a rompere le scatole.
 
Nell’Epistola 70 (Epistulae Morales Ad Lucilium) scrive:


Quae, ut scis, non semper retinenda est; non enim vivere bonum est, sed bene vivere.
Itaque sapiens vivet quantum debet, non quantum potest. Videbit ubi victurus sit, cum quibus, quomodo, quid acturus. Cogitat semper qualia vita, non quanta sit. [sit] Si multa occurrunt molesta et tranquillitatem turbantia, emittit se; nec hoc tantum in necessitate ultima facit, sed cum primum illi coepit suspecta esse fortuna, diligenter circumspicit numquid illic desinendum sit

Non è opportuno, lo sai, conservare la vita in ogni caso; essa infatti non è di per sé un bene; lo è, invece, vivere come si deve. Pertanto il saggio vivrà quanto a lungo gli compete, non quanto più può; osserverà dove gli toccherà di vivere, con chi, in che modo e quale sarà la sua attività. Si preoccupa sempre della qualità, e non della quantità della vita: se gli capitano molte cose spiacevoli, e tali da turbare la tranquillità del suo animo, egli si mette senz’altro in libertà. E non lo fa soltanto in casi di estrema necessità, ma appena la Fortuna cominciare a diventare sospetta, considera attentamente sotto ogni punto di vista se non sia quello il momento di porre fine all’esistenza”

@Avanguardia @Rhett
 
Nell’Epistola 70 (Epistulae Morales Ad Lucilium) scrive:


Quae, ut scis, non semper retinenda est; non enim vivere bonum est, sed bene vivere.
Itaque sapiens vivet quantum debet, non quantum potest. Videbit ubi victurus sit, cum quibus, quomodo, quid acturus. Cogitat semper qualia vita, non quanta sit. [sit] Si multa occurrunt molesta et tranquillitatem turbantia, emittit se; nec hoc tantum in necessitate ultima facit, sed cum primum illi coepit suspecta esse fortuna, diligenter circumspicit numquid illic desinendum sit

Non è opportuno, lo sai, conservare la vita in ogni caso; essa infatti non è di per sé un bene; lo è, invece, vivere come si deve. Pertanto il saggio vivrà quanto a lungo gli compete, non quanto più può; osserverà dove gli toccherà di vivere, con chi, in che modo e quale sarà la sua attività. Si preoccupa sempre della qualità, e non della quantità della vita: se gli capitano molte cose spiacevoli, e tali da turbare la tranquillità del suo animo, egli si mette senz’altro in libertà. E non lo fa soltanto in casi di estrema necessità, ma appena la Fortuna cominciare a diventare sospetta, considera attentamente sotto ogni punto di vista se non sia quello il momento di porre fine all’esistenza”

@Avanguardia @Rhett
Grandissimo paragrafo. Espressione di una visione della vita diversa da quella convenzionale, ma non per questo meno degna.
 
Il lavoro deve essere svolto in ambienti sufficientemente tranquilli e sicuri, in compagnia di persone mediamente educate e civili, secondo ritmi umanamente naturali, in maniera tale da garantire soddisfazione e crescita personale.

Tutto il resto è tortura, sofferenza, una schiavitù non troppo distante da quella degli antichi egizi.
Che ci tengo a precisare gli schiavi egizi erano schiavi per modo di dire, la storiella che raccontano alle elementari è completamente falsa, quelli che costruivano le piramidi erano lavorati normali e trattati pure bene, avevano a pochi metri dalle piramidi case per loro e ci stavano anche le case per chi cacciava o pescava e altre cose, praticamente delle mini città vere e proprie.
 
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