Swuotan
Well-known member
Amore è una parola troppo ambigua semanticamente e troppo determinata culturalmente per dire in astratto se esiste oppure no ciò a cui vuole riferirsi nella realtà.
Sicuramente una modalità in cui può esistere è quella verso la prole, ma anche lì l'atteggiamento verso i figli è troppo diverso da cultura a cultura umana nel corso della storia (e preistoria) per avere qualcosa di davvero definito in mente.
Per Eiel-Eibesfeldt, allievo di Lorenz ed inventore dell'etologia umana l'amore per la prole è proprio ciò da cui evoluzionisticamente il repertorio comportamentale dell'affetto deriva (in particolare per i mammiferi) ed è una roba relativamente più recente dei comportamenti aggressivi, oltre che un diretto antagonista di questi: ad esempio nei rettili è possibile vedere i comportamenti aggressivi, ma non quelli "amorevoli".
Invece per quanto riguarda l'antagonismo dei comportamenti "amorevoli" rispetto a quelli violenti un esempio sono i lupi che nello scontro sono sconfitti e rischiano di morire e mettono in campo un repertorio comportamentale tipico dei cuccioli (come pisciarsi sotto e mettersi sul dorso) innescando così una reazione nell'avversario di "pietà" che blocca l'aggressività e risparmia la vita.
Sicuramente una modalità in cui può esistere è quella verso la prole, ma anche lì l'atteggiamento verso i figli è troppo diverso da cultura a cultura umana nel corso della storia (e preistoria) per avere qualcosa di davvero definito in mente.
Per Eiel-Eibesfeldt, allievo di Lorenz ed inventore dell'etologia umana l'amore per la prole è proprio ciò da cui evoluzionisticamente il repertorio comportamentale dell'affetto deriva (in particolare per i mammiferi) ed è una roba relativamente più recente dei comportamenti aggressivi, oltre che un diretto antagonista di questi: ad esempio nei rettili è possibile vedere i comportamenti aggressivi, ma non quelli "amorevoli".
Invece per quanto riguarda l'antagonismo dei comportamenti "amorevoli" rispetto a quelli violenti un esempio sono i lupi che nello scontro sono sconfitti e rischiano di morire e mettono in campo un repertorio comportamentale tipico dei cuccioli (come pisciarsi sotto e mettersi sul dorso) innescando così una reazione nell'avversario di "pietà" che blocca l'aggressività e risparmia la vita.