"ALCUNE PERSONE NON SONO COMPATIBILI CON LA VITA"
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PRE-CONDIZIONE:
Premetto che non parlerò di estetica, perché sarebbe un discorso fin troppo banale. Partirò da un'assunzione molto forte: un uomo può essere 'semplificato' ad un automa. L'automa - per definizione - è il modello astratto di una macchina, che cambia stato in base a input ben definiti. Tradotto in parole semplici, un automa riceve un certo input e compie un'azione ben definita, senza essere ambiguo. So bene che è una semplificazione estrema, ma è necessaria.
INTRODUZIONE:
Noi in quanto esseri umani siamo animali sociali. Ma è sempre vero che - quando non in natura - abbiamo bisogno degli altri per vivere? La società di oggi è fortemente individualista, premia il migliore e la performance del singolo. Chiunque all'infuori di noi rappresenta (inconsciamente o meno) una minaccia, specialmente in alcuni settori lavorativi e situazioni della vita.
Fin qui ho detto delle banalità, ma voglio spingermi oltre: davvero ciò che noi definiamo come amore, amicizia e fratellanza, non sono che meri rapporti di forza e inutili sofisticazioni di ciò che più tritamente possiamo classificare come reazioni chimiche e istinto?
Credo che l'uomo si illuda di essere più di quello che è. Tra noi e un uomo di 35.000 anni fa non c'è alcuna differenza biologia di fatto, abbiamo solo sofisticato il nostro pensiero e dominato/represso i nostri istinti.
LA QUESTIONE:
L'uomo fa chimicamente ciò che un automa fa meccanicamente. In molte cose siamo guidati da istinti, istruzioni di base comuni a tutti gli esseri umani.
L'accoppiamento fa certamente parte di questi istinti, perché altrimenti non sarebbe possibile far progredire la specie. Anche la cooperazione tra i vari elementi della società è parte di questi istinti.
Un esperimento ha dimostrato che l'uomo ha bisogno di relazioni sociali, perché sarebbero niente di meno che un bisogno primario.
I volontari di questo esperimento erano persone che soffrivano di solitudine. Questi sono stati sottoposti a immagini di persone che si abbracciavano. I volontari sono stati in seguito messi a digiuno per 10 ore, e sottoposti poi ad immagini di cibo. Dagli scan celebrali si è evinto che la solitudine genera un intenso stress mentale, e che l'affetto e le relazioni con altri individui sono un bisogno primario per ogni essere umano.
IL QUESITO:
Non tutti gli esseri umani sono propensi alla socialità, anzi. C'è addirittura chi non sente affatto il bisogno di relazioni, prediligendo una vita eremitica.
Poi c'è chi ha una mente estremamente razionale, che trova insignificante - o circa - qualsiasi interazione sociale con altri esseri umani. Queste persone sperimentano un'estrema difficoltà nell'amicizia e nell'amore, e spesso sono disillusi sui rapporti interpersonali. L'esempio più eclatante penso sia Alan Turing, padre dell'informatica nonché uno dei più grandi matematici del secolo scorso.
Viene da chiedersi se queste persone siano un errore, oppure degli illuminati che hanno saputo elevarsi dalla condizione di primati, cancellando - o quasi - istinti e bisogni sociali. Resta comunque che nella loro immensa grandezza questi personaggi hanno sempre avuto tendenze suicide, e dilemmi esistenziali che li hanno portati a stati depressivi profondi. Di fatto, non sono compatibili con la vita.
Nella nostra superba ignoranza, che sia così anche per noi comuni mortali? Forse, al di là dell'intelligenza, non tutti sono compatibili con la vita...
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Premetto che non parlerò di estetica, perché sarebbe un discorso fin troppo banale. Partirò da un'assunzione molto forte: un uomo può essere 'semplificato' ad un automa. L'automa - per definizione - è il modello astratto di una macchina, che cambia stato in base a input ben definiti. Tradotto in parole semplici, un automa riceve un certo input e compie un'azione ben definita, senza essere ambiguo. So bene che è una semplificazione estrema, ma è necessaria.
INTRODUZIONE:
Noi in quanto esseri umani siamo animali sociali. Ma è sempre vero che - quando non in natura - abbiamo bisogno degli altri per vivere? La società di oggi è fortemente individualista, premia il migliore e la performance del singolo. Chiunque all'infuori di noi rappresenta (inconsciamente o meno) una minaccia, specialmente in alcuni settori lavorativi e situazioni della vita.
Fin qui ho detto delle banalità, ma voglio spingermi oltre: davvero ciò che noi definiamo come amore, amicizia e fratellanza, non sono che meri rapporti di forza e inutili sofisticazioni di ciò che più tritamente possiamo classificare come reazioni chimiche e istinto?
Credo che l'uomo si illuda di essere più di quello che è. Tra noi e un uomo di 35.000 anni fa non c'è alcuna differenza biologia di fatto, abbiamo solo sofisticato il nostro pensiero e dominato/represso i nostri istinti.
LA QUESTIONE:
L'uomo fa chimicamente ciò che un automa fa meccanicamente. In molte cose siamo guidati da istinti, istruzioni di base comuni a tutti gli esseri umani.
L'accoppiamento fa certamente parte di questi istinti, perché altrimenti non sarebbe possibile far progredire la specie. Anche la cooperazione tra i vari elementi della società è parte di questi istinti.
Un esperimento ha dimostrato che l'uomo ha bisogno di relazioni sociali, perché sarebbero niente di meno che un bisogno primario.
I volontari di questo esperimento erano persone che soffrivano di solitudine. Questi sono stati sottoposti a immagini di persone che si abbracciavano. I volontari sono stati in seguito messi a digiuno per 10 ore, e sottoposti poi ad immagini di cibo. Dagli scan celebrali si è evinto che la solitudine genera un intenso stress mentale, e che l'affetto e le relazioni con altri individui sono un bisogno primario per ogni essere umano.
IL QUESITO:
Non tutti gli esseri umani sono propensi alla socialità, anzi. C'è addirittura chi non sente affatto il bisogno di relazioni, prediligendo una vita eremitica.
Poi c'è chi ha una mente estremamente razionale, che trova insignificante - o circa - qualsiasi interazione sociale con altri esseri umani. Queste persone sperimentano un'estrema difficoltà nell'amicizia e nell'amore, e spesso sono disillusi sui rapporti interpersonali. L'esempio più eclatante penso sia Alan Turing, padre dell'informatica nonché uno dei più grandi matematici del secolo scorso.
Viene da chiedersi se queste persone siano un errore, oppure degli illuminati che hanno saputo elevarsi dalla condizione di primati, cancellando - o quasi - istinti e bisogni sociali. Resta comunque che nella loro immensa grandezza questi personaggi hanno sempre avuto tendenze suicide, e dilemmi esistenziali che li hanno portati a stati depressivi profondi. Di fatto, non sono compatibili con la vita.
Nella nostra superba ignoranza, che sia così anche per noi comuni mortali? Forse, al di là dell'intelligenza, non tutti sono compatibili con la vita...
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