Lavoro e società

Stato
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Intelligenti osservazioni.
Ma un equilibrio lo si trova non in economie fondate sul perseguimento del profitto, anzi sulla massimizzazione de profitto, bensì in economie di sussistenza, incentrare sull' autoproduzione ed autoconsumo, dove la produzione di ciò che serve e poco più alle persone è quanto più possibile responsabilità degli individui e dei piccoli gruppi di appartenenza, come la famiglia (non necessariamente quella di un uomo ed una donna sposati) e il villaggio, dove l' eccedenza di quanto si produce e si raccoglie è impiegata per compensare l' opera di persone che fanno delle cose che servono, ad esempio degli artigiani o dei guaritori, oppure per effettuare degli scambi con chi ha prodotto e raccolto in eccedenza altro, ad esempio patate per cetrioli.
Sì, bisogna sconfessare la modernità, lo so, ci arriveremo a comprenderlo.
Giustoo Avanguardia 😀

È il passaggio dalla città frugale alla società opulenta, ben descritta da Platone nei suoi dialoghi filosofici, a creare non pochi problemi.
Inizialmente nella polis gli uomini uniscono tra loro le forze non per paura, bensì per necessità, ciascuno svolge il ruolo verso cui è naturalmente predisposto per il bene collettivo.
Poi la città si allarga e arrivano i problemi…

… la soluzione secondo Platone era affidare la polis greca a individui moralmente, fisicamente e intellettivamente superiori - i Filosofi - re, così da governarla con saggezza. 🙂
 
Si ma il punto é: perché?
Perché il denaro è solo uno strumento che si usa per scambiare beni e servizi, se aumenta senza che aumenti la quantità di lavoro il suo valore si riduce, se domani tutti riceviamo per miracolo 10 milioni di euro e io produco mele non ti vendo una mela per 1 euro, tu hai 10 milioni, se vuoi la mia mela la devi pagare 5000 euro, altrimenti non te la vendo.
 
Perché il denaro è solo uno strumento che si usa per scambiare beni e servizi, se aumenta senza che aumenti la quantità di lavoro il suo valore si riduce, se domani tutti riceviamo per miracolo 10 milioni di euro e io produco mele non ti vendo una mela per 1 euro, tu hai 10 milioni, se vuoi la mia mela la devi pagare 5000 euro, altrimenti non te la vendo.
Ma perché allora non vengono dati tot euro mensilmente ad ogni cittadino per poter acquistare la mela a 1 euro senza impazzire 8 ore al giorno per lavorare senza sapere se arrivi alla quarta settimana alla canna del gas?
 
Ma perché allora non vengono dati tot euro mensilmente ad ogni cittadino per poter acquistare la mela a 1 euro senza impazzire 8 ore al giorno per lavorare senza sapere se arrivi alla quarta settimana alla canna del gas?
Perché è il modo piu' efficace che hanno le elites per sottometterci. Non siamo liberi.


Sicuramente quella sarebbe una soluzione troppo facile, sarebbe come giocare in un videogioco in “easy mode”, magari non ci sarebbe più sfizio ed intraprendenza nello svolgere le attività quotidiane.

Tuttavia nell’attuale società molte persone giocano ingiustamente in “hard mode”, una realtà diametralmente opposta alla situazione idealistica prima menzionata.

Occorrerebbe tracciare un giusto baricentro (In medio stat virtus!)
 
Una metafora che si può approssimare alla realtà è quella del videogioco:

- Uso i trucchi e divento invincibile, finisco in 50 ore il videogame, sono imbattibile. Divertente, ma non ci sarebbe sfizio.

- Viceversa, un videogioco troppo complesso mi farebbe tramontare lo spirito di iniziativa nel cimentarmi nelle missioni.

Occorre il giusto equilibrio
 
Ma perché allora non vengono dati tot euro mensilmente ad ogni cittadino per poter acquistare la mela a 1 euro senza impazzire 8 ore al giorno per lavorare senza sapere se arrivi alla quarta settimana alla canna del gas?
L'ho spiegato sopra... perché non si può, se diamo a tutti soldi per comprare la mela a 1 euro la mela sale di prezzo e va a costare 2 euro.
E' impossibile farlo.
 
L'ho spiegato sopra... perché non si può, se diamo a tutti soldi per comprare la mela a 1 euro la mela sale di prezzo e va a costare 2 euro.
E' impossibile farlo.
Bella cagata allora sto sistema, continuano a dire che é una società ricca quella odierna ma sticazzi della ricchezza
 
Una metafora che si può approssimare alla realtà è quella del videogioco:

- Uso i trucchi e divento invincibile, finisco in 50 ore il videogame, sono imbattibile. Divertente, ma non ci sarebbe sfizio.

- Viceversa, un videogioco troppo complesso mi farebbe tramontare lo spirito di iniziativa nel cimentarmi nelle missioni.

Occorre il giusto equilibrio
La tua osservazione è analoga al concetto sforzo-obiettivo descritto nel Manifesto di Unabomber. E' un bisogno fondamentale umano eseguire degli sforzi per raggiungere degli obiettivi, principalmente degli obiettivi primari che corrispondono ai bisogni vitali. Quando tali bisogni vengono conseguiti senza sforzo alcuni, si incorre in una situazione di insoddisfazione, di scontentezza. Quando invece per ottenere le cose ci vogliono grandi sforzi senza la garanzia che vadano a buon fine, si perviene ad uno stato di frustrazione e scontentezza.
Ma ciò che è più importante, sempre secondo "Unabomber", è l' autonomia nel svolgere gli sforzi, cosa che nel lavoro nella società complessa, manca.
 
In una situazione di redditto di cittadinanza universale, il bisogno di impegnare la giornata potrebbe essere soddisfatto?
In parte si, con:
- fare la spesa
- svolgere gli adempimenti burocratici
- volontariato, impegno in associazionismo culturale, artistico o folkloristico
- attività sportiva e motoria
- puizie domestiche
- cucinare
- raccolta di asparagi, erbe comestibili, acqua, frutti di bosco, caccia, pesca
- per chi ha terreni, o giardini, cortili, autoproduzione di cibo tramite agricoltura e allevamento

Tuttavia, le ultime 2 attività verrebbero impedite, in quanto tra gli scopi principali delle elites tecno-finanziarie vi sono la concentrazione delle genti nelle grandi città informatizzate, sottrandole dal contatto con la natura selvaggia, e la privazione di autonomia, di indipendenza nell' esplicamento dei bisogni primari, cioè la negazione dell' autosufficienza in primis alimentare.
 
La tua osservazione è analoga al concetto sforzo-obiettivo descritto nel Manifesto di Unabomber. E' un bisogno fondamentale umano eseguire degli sforzi per raggiungere degli obiettivi, principalmente degli obiettivi primari che corrispondono ai bisogni vitali. Quando tali bisogni vengono conseguiti senza sforzo alcuni, si incorre in una situazione di insoddisfazione, di scontentezza. Quando invece per ottenere le cose ci vogliono grandi sforzi senza la garanzia che vadano a buon fine, si perviene ad uno stato di frustrazione e scontentezza.
Ma ciò che è più importante, sempre secondo "Unabomber", è l' autonomia nel svolgere gli sforzi, cosa che nel lavoro nella società complessa, manca.
Siamo sicuri? A me non sembra così calzante. Secondo me se uno ha i suoi bisogni e desideri soddisfatti è felice e basta, non ha bisogno di "sforzarsi" per raggiungere tali obiettivi, ossia l'appagamento di questi bisogni/desideri. E' comunque un discorso complesso e altresì molto interessante, IMHO.
 
Bella cagata allora sto sistema, continuano a dire che é una società ricca quella odierna ma sticazzi della ricchezza
Se non ci fosse bisogno di mangiare, bere, dormire, tenere il corpo in un ambiente caldo, mantenere una igiene personale accettabile, in pratica essere degli oggetti semoventi senza bisogni primari (fantascienza) , nessuno lavorerebbe. Ma in quel caso i libri costerebbero migliaia di euro, così come le opere cinematografiche, le partite, qualsiasi forma di intrattenimento. I potenti di turno costituirebbero anche un corpo di polizia che controlla se stai giocando a morra cinese per passare il tempo e costringerti a lavorare per usufruire di quei passatempi che oggigiorno sono accessibili e fruibili anche gratuitamente, ma pur sempre esiste qualcuno che li produce per sopperire i bisogni primari di cui sopra. Semplicemente, si fa leva sui bisogni di natura che ti costringono a lavorare e le élite ne inculcano di nuovi tramite anche cambiamenti di mentalità nelle persone sfruttando i loro punti deboli (ipergamia, voglia artificiale di apparire tramite social, sdoganamento delle droghe e della pornografia). Che poi oggigiorno si stiano spremendo le persone per farle arrivare al punto di collasso (orari massacranti, stipendi inadeguati al costo della vita, insicurezza e rischi professionali, diseguaglianze sociali ed anche di genere) è un' altra questione di cui si può discutere all'infinito, uno dovrebbe introiettare sin da giovane l'idea che si è soli, di cercare di darsi da fare, di sfruttare pienamente le proprie capacità fisiche e mentali per capire la realtà e l'ambiente che ci circonda, se non per motivazioni nobili ed alte o per arrivare alla figa (altra motivazione potente per cui un uomo si sveglia distrutto e si addormenta ancora più distrutto) almeno per cercare di condurre una esistenza consapevole e non crepare di stenti dovuti alla mancanza dei bisogni primari da dover sostenere.
 
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