Le persone omologate sono felici?

Ceccherini

Well-known member
Blackpillato
Oggi sono entrato in una biblioteca frequentata da universitari.
Quasi tutte erano NP, tutte sorridenti e molto serene.

Erano vestite come quelle della mia generazione con gli stessi atteggiamenti e dicevano le stesse cose. Già ricordo che la generazione di mio fratello, precedente alla mia era già così.
Pare che sia un ciclo che si ripete all'infinito.
Alla fine le persone vivono sempre le stesse vite, e sembra che non si domandino nulla sul fatto che in realtà le loro sono vite indotte.

Forse omologarsi alla massa rende felici? Si sente meno il peso dell'esistenza?
Io da osservatore non ho mai capito questo concetto che per molti è naturale evidentemente, ho sempre voluto fuggire da una omologazione che annulla la singola persona.

Non so se mi sono spiegato bene ,è difficile da far capire come pensiero.
 
Oggi sono entrato in una biblioteca frequentata da universitari.
Quasi tutte erano NP, tutte sorridenti e molto serene.

Erano vestite come quelle della mia generazione con gli stessi atteggiamenti e dicevano le stesse cose. Già ricordo che la generazione di mio fratello, precedente alla mia era già così.
Pare che sia un ciclo che si ripete all'infinito.
Alla fine le persone vivono sempre le stesse vite, e sembra che non si domandino nulla sul fatto che in realtà le loro sono vite indotte.

Forse omologarsi alla massa rende felici? Si sente meno il peso dell'esistenza?
Io da osservatore non ho mai capito questo concetto che per molti è naturale evidentemente, ho sempre voluto fuggire da una omologazione che annulla la singola persona.

Non so se mi sono spiegato bene ,è difficile da far capire come pensiero.
hai ragione da vendere. i nostri desideri alla fine, per quanto possano avere in buona parte una base naturale, sono plasmati dal contesto sociale che di volta in volta contribuisce a determinare cosa sia necessario per vivere una vita più o meno felice e cosa no. una volta che sei dentro questo meccanismo automaticamente ti senti meno disadattato e il fatto di sapere che rispecchi dei valori condivisi non ti fa porre tante domande sul senso della tua vita e su cosa sia indotto o meno. vivi in qualche maniera in terza persona, o col pilota automatico.
 
Del tutto felici no, perché le cose nella vita possono andare male pure per loro, quindi se hanno un problema come il genitore che sta male, chiaro che non sono felici o sereni in quella situazione. Tuttavia hanno un motivo in meno per essere scontenti, che la vita per loro vada bene o male, perché pensano che il sistema, anche con varie imperfezioni, sia il migliore dei mondi possibile.
 
Oggi sono entrato in una biblioteca frequentata da universitari.
Quasi tutte erano NP, tutte sorridenti e molto serene.

Erano vestite come quelle della mia generazione con gli stessi atteggiamenti e dicevano le stesse cose. Già ricordo che la generazione di mio fratello, precedente alla mia era già così.
Pare che sia un ciclo che si ripete all'infinito.
Alla fine le persone vivono sempre le stesse vite, e sembra che non si domandino nulla sul fatto che in realtà le loro sono vite indotte.

Forse omologarsi alla massa rende felici? Si sente meno il peso dell'esistenza?
Io da osservatore non ho mai capito questo concetto che per molti è naturale evidentemente, ho sempre voluto fuggire da una omologazione che annulla la singola persona.

Non so se mi sono spiegato bene ,è difficile da far capire come pensiero.
in realtà la scienza dimostra che più si è stupidi ed omologati più si è sereni (non felici), gli intelligenti in media tendono a nn figliare e vivere tristi e soli.

Ho semplificato
 
Chi si omologa segue un flusso che spesso non gli appartiene, fidati che quando arrivano ad esserne consapevoli si rendono conto di aver solo perso tempo.
Io interagisco con persone ultra omologate durante il giorno e Il problema è che sembra che non diventino mai consapevoli.
Potrebbe essere una salvezza per certi versi.

Io invece mi metto a osservare la realtà e rifletto su tante cose, non mi sento parte del loro mondo, questo non mi fa stare bene.
 
Io onestamente non vedo facce felici in giro, ma comunque nessuno vive in un perenne stato di felicità
è impossibile scientificamente, si prova felicità in piccolissime dosi e momenti specifici
ricordatevi sempre che ci si abitua a tutto, invidiare chi ha quello che desideriamo lascia il tempo che trova, ottenuto quel qualcosa il nostro cervello automaticamente desiderebbe qualcos'altro, l'umano è infelice di natura, cerca sempre qualcosa in più, è come se la natura ci stesse prendendo per il culo, "vuoi questo? prendilo che ti farà stare meglio", puntualmente lo prendi e ti senti vuoto, la realtà non supera mai la fantasia, idealizziamo quello che desideriamo, ma se invece la chiave fosse semplicemente accettare la nostra vita così com'è, senza dover sempre raggiungere il prossimo obiettivo?
 
Oggi sono entrato in una biblioteca frequentata da universitari.
Quasi tutte erano NP, tutte sorridenti e molto serene.

Erano vestite come quelle della mia generazione con gli stessi atteggiamenti e dicevano le stesse cose. Già ricordo che la generazione di mio fratello, precedente alla mia era già così.
Pare che sia un ciclo che si ripete all'infinito.
Alla fine le persone vivono sempre le stesse vite, e sembra che non si domandino nulla sul fatto che in realtà le loro sono vite indotte.

Forse omologarsi alla massa rende felici? Si sente meno il peso dell'esistenza?
Io da osservatore non ho mai capito questo concetto che per molti è naturale evidentemente, ho sempre voluto fuggire da una omologazione che annulla la singola persona.

Non so se mi sono spiegato bene ,è difficile da far capire come pensiero.
Ti capisco moolto bene
 
... accettare la nostra vita così com'è, senza dover sempre raggiungere il prossimo obiettivo?

Secondo la teoria dell evoluzione un essere vivente e' programmato per vivere in un stato di perenne malessere perche' deve lottare per rimuovere tale stato. La stato di malessere e' necessario per raggiungere un livello superiore. Viene mantenuta una certa inevitabile diversita per permettere alla specie di superare le diverse avversita'.
 
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