L'unico vero atto d'amore verso un figlio è non volerlo

Non me la sento di fare inconsapevolmente o meno gli interessi dei depopolatori del World Economic Forum . Ho fatto un figlio ed è stata un'esperienza meravigliosa , superiore alle aspettative . La lotta deve essere contro l'ottusità e perfidia femminile/femminista che , anche quella sobillata , ha rovinato il mondo . Un ritorno a qualche forma di Patriarcato è inevitabile
 
Non mi sono mai trovato d'accordo con questa visione negativa del nichilismo, del resto mi pare che solo Zapffe abbia attivamente propugnato il suicidio come scelta giusta. Constatare che la vita è insensata non è un peso, ma una liberazione: il senso mantiene la vita entro certi binari che sembrano prefissati, ma una volta scardinati le possibilità diventano infinite. Lo dice lo stesso Cioran: "Odiamo tutto ciò che ostacola il nostro incedere assurdo nell'esistenza". Azzardo anzi un'opinione: chi odia la propria vita ha interiorizzato troppo l'odio che gli altri gli hanno riservato, il disprezzo e le umiliazione l'hanno segnato troppo profondamente, non riesce più a divincolarsi dagli influssi del mondo. Non ha veramente scoperto che cosa significhi essere Nulla: semplicemente ha sostituito un senso convenzionale con il senso dato dalle interazioni spiacevoli e piene di disprezzo degli altri esseri umani. Se c'è una cosa da maledire non è la vita, ma la natura eccessivamente sociale e sensibile dell'essere umano (specialmente moderno): del resto, la maggior parte dei nichilistie degli assurdi quando parlano dell'assurdità e della nullità della vita sembrano aver ricevuto una splendida rivelazione, qualcosa di liberatorio. Ciò che essi non sopportano non è l'aver capito un'importante verità, ma il fatto che nessuno attorno a loro la voglia capire: si tratta di un odio per la propria solitudine, un'incapacità di essere indipendenti e superare il rapporto con gli altri.
Invece di vivere la vita come se dovesse essere quella di uni sfigato solo e triste, cioè come la società vi dice che la vostra categoria di persone deve viverla, vivetela come vorreste voi fregandovene degli altri: solo questa è la soluzione alla tristezza esistenziale.
 
Non mi sono mai trovato d'accordo con questa visione negativa del nichilismo, del resto mi pare che solo Zapffe abbia attivamente propugnato il suicidio come scelta giusta. Constatare che la vita è insensata non è un peso, ma una liberazione: il senso mantiene la vita entro certi binari che sembrano prefissati, ma una volta scardinati le possibilità diventano infinite. Lo dice lo stesso Cioran: "Odiamo tutto ciò che ostacola il nostro incedere assurdo nell'esistenza". Azzardo anzi un'opinione: chi odia la propria vita ha interiorizzato troppo l'odio che gli altri gli hanno riservato, il disprezzo e le umiliazione l'hanno segnato troppo profondamente, non riesce più a divincolarsi dagli influssi del mondo. Non ha veramente scoperto che cosa significhi essere Nulla: semplicemente ha sostituito un senso convenzionale con il senso dato dalle interazioni spiacevoli e piene di disprezzo degli altri esseri umani. Se c'è una cosa da maledire non è la vita, ma la natura eccessivamente sociale e sensibile dell'essere umano (specialmente moderno): del resto, la maggior parte dei nichilistie degli assurdi quando parlano dell'assurdità e della nullità della vita sembrano aver ricevuto una splendida rivelazione, qualcosa di liberatorio. Ciò che essi non sopportano non è l'aver capito un'importante verità, ma il fatto che nessuno attorno a loro la voglia capire: si tratta di un odio per la propria solitudine, un'incapacità di essere indipendenti e superare il rapporto con gli altri.
Invece di vivere la vita come se dovesse essere quella di uni sfigato solo e triste, cioè come la società vi dice che la vostra categoria di persone deve viverla, vivetela come vorreste voi fregandovene degli altri: solo questa è la soluzione alla tristezza esistenziale.
Difatto, andando nel pratico della vita quotidiana e non discorrendo di massimi sistemi, tutti i filosofi e pensatori che ho citato una volta compresa la verità derivante dalla rivelazione della completa insensatezza della vita hanno vissuto le loro esistenze in modo tranquillo ed appartato, aspettandosi tutto e nulla, non sono morti pazzi o suicidi (a parte Mainlander sofferente di turbe psichiche di natura familiare ma lucidamente concorde con la sua filosofia).
- Cioran visse da eterno studente, intrecciando una fitta corrispondenza e scrivendo nella sua mansarda a Parigi.
- Leopardi visse in tranquillità gli ultimi anni della sua vita a Napoli producendo i suoi eterni capolavori (La Ginestra, su tutti) prima di morire per malattia.
- Schopenhauer si dedicò alla sua personale ascesi di matrice buddhista, ebbe limitata vita mondana e frequentò stabilmente i bordelli di Francoforte.
- Sofocle continuò a scrivere le sue tragedie oltre i 90 anni di età, mantenendo una lucidità estrema.
- Zappfe si dedicò all'alpinismo e visse una lunga esistenza di raccoglimento interiore.
- Pascal, visse consapevolmente la sua breve vita terrena nell'affetto della consolazione religiosa e della ricerca scientifica.
- Nietzsche produsse capolavori filosofici di rara lucidità e compose anche opere musicali al pianoforte, vivendo appartato nelle Alpi svizzere e nella Costa Azzura prima di ammalarsi di una forma di demenza dovuta ad un tumore cerebrale.
- Spinoza, oltre alla ricerca filosofica e spirituale, si dedicò alla professione di ottico, interiorizzando il concetto che il lavoro intellettuale deve essere sostenuto da quello materiale come senso ultimo.

Ovviamente questi erano giganti del pensiero ed uomini molto pragmatici, figli del loro tempo, ma le loro opere sono alla portata di tutti e credo che un minimo di elevamento rispetto alla morale becera del "consuma e scopa" derivante dal martellamento dei media possa aiutare. Ho volutamente evitato di parlare della filosofia, solo per rendere l'idea dell'applicazione concreta della motivazione per la quale ad una certa è preferibile fermarsi e riflettere, sostituire le luci al neon con il sole ed il chiacchiericcio con il silenzio.
 
Hai ragione, ho semplificato troppo o meglio ho omesso di dire che Zapffe mi pare sia l'unico propugnatore del suicidio e dell'antinatalismo, cioè quanto sostieni tu nel tuo messaggio. Il discorso sulla reale bellezza della vita resta invariato.
Vabbè ma io ho la mia idea, non è cerco la conferma dei filosofi
 
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