grullo
Well-known member
Era una citazione a Sartre. Intendeva che quando sono nato non c'era già più motivo per vivere. Tu cosa ne pensi del tema Gelo?Ahahahahajahahjaha, in che senso tesoro?...
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Era una citazione a Sartre. Intendeva che quando sono nato non c'era già più motivo per vivere. Tu cosa ne pensi del tema Gelo?Ahahahahajahahjaha, in che senso tesoro?...
Difatto, andando nel pratico della vita quotidiana e non discorrendo di massimi sistemi, tutti i filosofi e pensatori che ho citato una volta compresa la verità derivante dalla rivelazione della completa insensatezza della vita hanno vissuto le loro esistenze in modo tranquillo ed appartato, aspettandosi tutto e nulla, non sono morti pazzi o suicidi (a parte Mainlander sofferente di turbe psichiche di natura familiare ma lucidamente concorde con la sua filosofia).Non mi sono mai trovato d'accordo con questa visione negativa del nichilismo, del resto mi pare che solo Zapffe abbia attivamente propugnato il suicidio come scelta giusta. Constatare che la vita è insensata non è un peso, ma una liberazione: il senso mantiene la vita entro certi binari che sembrano prefissati, ma una volta scardinati le possibilità diventano infinite. Lo dice lo stesso Cioran: "Odiamo tutto ciò che ostacola il nostro incedere assurdo nell'esistenza". Azzardo anzi un'opinione: chi odia la propria vita ha interiorizzato troppo l'odio che gli altri gli hanno riservato, il disprezzo e le umiliazione l'hanno segnato troppo profondamente, non riesce più a divincolarsi dagli influssi del mondo. Non ha veramente scoperto che cosa significhi essere Nulla: semplicemente ha sostituito un senso convenzionale con il senso dato dalle interazioni spiacevoli e piene di disprezzo degli altri esseri umani. Se c'è una cosa da maledire non è la vita, ma la natura eccessivamente sociale e sensibile dell'essere umano (specialmente moderno): del resto, la maggior parte dei nichilistie degli assurdi quando parlano dell'assurdità e della nullità della vita sembrano aver ricevuto una splendida rivelazione, qualcosa di liberatorio. Ciò che essi non sopportano non è l'aver capito un'importante verità, ma il fatto che nessuno attorno a loro la voglia capire: si tratta di un odio per la propria solitudine, un'incapacità di essere indipendenti e superare il rapporto con gli altri.
Invece di vivere la vita come se dovesse essere quella di uni sfigato solo e triste, cioè come la società vi dice che la vostra categoria di persone deve viverla, vivetela come vorreste voi fregandovene degli altri: solo questa è la soluzione alla tristezza esistenziale.
Hai ragione, ho semplificato troppo o meglio ho omesso di dire che Zapffe mi pare sia l'unico propugnatore del suicidio e dell'antinatalismo, cioè quanto sostieni tu nel tuo messaggio. Il discorso sulla reale bellezza della vita resta invariato.Io non ho mai parlato di suicidio
Vabbè ma io ho la mia idea, non è cerco la conferma dei filosofiHai ragione, ho semplificato troppo o meglio ho omesso di dire che Zapffe mi pare sia l'unico propugnatore del suicidio e dell'antinatalismo, cioè quanto sostieni tu nel tuo messaggio. Il discorso sulla reale bellezza della vita resta invariato.