Nemmeno la Cina è più quella di una volta

mcanrew

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L’autore del massacro, Fan, secondo quanto riportato, aveva acquistato il Suv del valore di 200 mila euro (25 mila euro al cambio), con un prestito, pochi giorni prima: segno che aveva in mente di utilizzarlo proprio per «vendicarsi» di un torto patrimoniale subito, pare, nel corso del divorzio dalla moglie. Ora, nella società cinese è quasi impossibile trovare uno sfogo alle frustrazioni personali. L’individuo ha una parte minima e non esiste se non in relazione al gruppo, al clan.

Dunque, quando si ritiene di aver «perso la faccia», e non si posseggono le risorse per far fronte all’umiliazione da soli, il rischio di un’esplosione di aggressività e violenza è frequente. E l’obiettivo è ovunque: la società.

Per questo ogni tanto si legge di aggressioni con un’arma bianca (il controllo sulle armi da fuoco per fortuna è capillare) contro inermi e inconsapevoli vittime predestinate: passanti, scolari, anziani.

L’episodio di Zhuhai ha segnato tuttavia un «salto di qualità» proprio per la scala. Avendo il signor Fan trasformato un’auto in un’arma, proprio come accade più a ovest nel mondo, dove i terroristi improvvisati da tempo utilizzano questa forma di violenza, le vittime si sono moltiplicate, provocando choc e incredulità in una società di massa dove la «stabilità» è considerata un valore irrinunciabile, una delle poche cose che il regime è tenuto a garantire in cambio della sua legittimazione. Per la cronaca, il signor Fan è in coma a causa delle ferite auto inflitte con un coltello: si è punito da solo, ultima vendetta contro tutti gli altri.
 
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