mcanrew
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https://www.corriere.it/esteri/24_n...-3229-4870-80e9-4e8d1ebc0xlk.shtml?refresh_ce
L’autore del massacro, Fan, secondo quanto riportato, aveva acquistato il Suv del valore di 200 mila euro (25 mila euro al cambio), con un prestito, pochi giorni prima: segno che aveva in mente di utilizzarlo proprio per «vendicarsi» di un torto patrimoniale subito, pare, nel corso del divorzio dalla moglie. Ora, nella società cinese è quasi impossibile trovare uno sfogo alle frustrazioni personali. L’individuo ha una parte minima e non esiste se non in relazione al gruppo, al clan.
Dunque, quando si ritiene di aver «perso la faccia», e non si posseggono le risorse per far fronte all’umiliazione da soli, il rischio di un’esplosione di aggressività e violenza è frequente. E l’obiettivo è ovunque: la società.
Per questo ogni tanto si legge di aggressioni con un’arma bianca (il controllo sulle armi da fuoco per fortuna è capillare) contro inermi e inconsapevoli vittime predestinate: passanti, scolari, anziani.
L’episodio di Zhuhai ha segnato tuttavia un «salto di qualità» proprio per la scala. Avendo il signor Fan trasformato un’auto in un’arma, proprio come accade più a ovest nel mondo, dove i terroristi improvvisati da tempo utilizzano questa forma di violenza, le vittime si sono moltiplicate, provocando choc e incredulità in una società di massa dove la «stabilità» è considerata un valore irrinunciabile, una delle poche cose che il regime è tenuto a garantire in cambio della sua legittimazione. Per la cronaca, il signor Fan è in coma a causa delle ferite auto inflitte con un coltello: si è punito da solo, ultima vendetta contro tutti gli altri.
L’autore del massacro, Fan, secondo quanto riportato, aveva acquistato il Suv del valore di 200 mila euro (25 mila euro al cambio), con un prestito, pochi giorni prima: segno che aveva in mente di utilizzarlo proprio per «vendicarsi» di un torto patrimoniale subito, pare, nel corso del divorzio dalla moglie. Ora, nella società cinese è quasi impossibile trovare uno sfogo alle frustrazioni personali. L’individuo ha una parte minima e non esiste se non in relazione al gruppo, al clan.
Dunque, quando si ritiene di aver «perso la faccia», e non si posseggono le risorse per far fronte all’umiliazione da soli, il rischio di un’esplosione di aggressività e violenza è frequente. E l’obiettivo è ovunque: la società.
Per questo ogni tanto si legge di aggressioni con un’arma bianca (il controllo sulle armi da fuoco per fortuna è capillare) contro inermi e inconsapevoli vittime predestinate: passanti, scolari, anziani.
L’episodio di Zhuhai ha segnato tuttavia un «salto di qualità» proprio per la scala. Avendo il signor Fan trasformato un’auto in un’arma, proprio come accade più a ovest nel mondo, dove i terroristi improvvisati da tempo utilizzano questa forma di violenza, le vittime si sono moltiplicate, provocando choc e incredulità in una società di massa dove la «stabilità» è considerata un valore irrinunciabile, una delle poche cose che il regime è tenuto a garantire in cambio della sua legittimazione. Per la cronaca, il signor Fan è in coma a causa delle ferite auto inflitte con un coltello: si è punito da solo, ultima vendetta contro tutti gli altri.