Nella tessitura intricata della vita, talvolta ci imbattiamo nel taglio tagliente della cattiveria femminile. È un dolore che si insinua profondo, quando gli sguardi disapprovanti e le risatine maliziose si fanno strada nel cuore, sapendo già di essere stati respinti. È come se ogni tentativo di esporre la propria vulnerabilità venisse calpestato senza pietà né perdono.
Il peso di questo trattamento spietato è amplificato dal fatto che proviene da coloro che, con un solo sguardo, potrebbero accendere una luce di speranza nel buio della nostra anima. Ma invece, ci troviamo ad affrontare il gelo della loro indifferenza, l'amarezza delle loro parole e il disprezzo dei loro gesti.
E così, ci chiediamo se questa sia la vita che ci è stata assegnata quando siamo considerati "brutti". Ci chiediamo se dobbiamo accettare questa freddezza, questo trattamento come se fossimo meno di nulla, come se fossimo sterco da calpestare.