Riflettendo sulla mia vita

Abitante

Well-known member
Blackpillato
Prima sono uscito a passeggiare, ascoltando della musica,nel buio e nel freddo vedevo la nebbia mescolarsi nella luce dei lampioni,mi guardo intorno,per le vie vuote,ogni tanto qualche ombra umana sgattaiola in lontananza,fra me e me,ripenso un po' agli ultimi mesi,e mi sento un po' in colpa,a lavoro mi veniva quasi da piangere,a causa della musica,la uso per arrabbiarmi,per ricordare,per soffrire,e nel frattempo quello che ho davvero davanti,non riesco neanche a vederlo.

Arrivo ad una panchina,in un vialetto con qualche aiuola,nel mezzo di una zona piena di condomini,mi siedo e tolgo le cuffie,il silenzio è così forte,che sento quella specie di squillo continuo,dato dall'assenza di rumori.
Inizio a notare quello che ho attorno e vedo alcune finestre da cui proviene luce,e mi ricordo che in ognuna di quelle case ci sono delle vite in corso.
Riesco anche a sentire qualche voce,ma non capisco i dialoghi,non potrebbero mai immaginare che proprio in quel momento qualcuno li sta ascoltando.

Penso a scenari ipotetici in cui la rivedo,e le scarico addosso tutta la mia frustrazione in maniera passiva,in cui la umilio intellettualmente,per superare quella frustrazione che non riesco a togliermi di dosso, nonostante tutto il lavoro fatto.
Tuttavia comprendo che non sia successo nulla di strano,le persone sono cose,e quando ottieni una cosa prima o poi la perderai.

Poi ho guardato in alto e ho visto una mezza luna,stelle,satelliti, l'orsa maggiore credo,e ho pensato che prima o poi anche quelli scompariranno,anche se noi viviamo in funzione del sole e della luna e li consideriamo quasi eterni, l'essere umano prova a creare cose e vivere per esse come fossero il sole e la luna, decidere che uno e una celebrità e ricordarlo per generazioni,prenderlo a modello, vivere secondo le leggi, sicuramente anche queste cose moriranno,molto prima del sole e della luna.

Mi ero dimenticato di me stesso per qualche attimo durante i vari ragionamenti, poi c'è stato un rumore particolare,che m'ha distratto di nuovo,forse era il fischietto di un arbitro, proveniente da un campo di calcio vicino.
Quindi mi sono alzato e ho fatto per andare a casa.
La mente dopo queste riflessioni pensa in modo diverso, sicuramente le emozioni sono più deboli ma purtroppo ci sono ancora.

Adesso sono a letto,e fra le varie cose mi chiedo cosa penserebbe mia nonna di me,se potesse osservare come sono andati gli ultimi 10 anni,non basteranno mai i ringraziamenti per tutto l'aiuto che mi ha dato.
Ho ripensato anche al me bambino,alle sere invernali passate sul divano con la PsP,gli speedy pollo, l'ambiente asettico di casa,quella sensazione di tesa tregua dei miei,fra un litigio e l'altro.
Aveva un sapore particolare,febbrile direi,rivisitato adesso,ci sono vari ricordi.

Chissà fra un po' di tempo che sensazione proverò a rivisitare i ricordi della fase di vita che sto attraversando adesso.
Mi trascino giorno per giorno.
 
Anch'io provo queste sensazioni. Il mondo, l'universo; non riesco a capire se apprezzare le cose (ma solo le cose) o essere nichilista... fortunatamente la prima prevale ormai; anni fa non era così. Queste sensazioni provengono dalla solitudine. Non hai amici? Io no.

Mi spiace per la tua situazione familiare del passato. Cinicamente, senza offesa, non credo che le cose siano migliorate, nel senso che non credo che i tuoi stiano insieme oggi.

Pensa comunque che la solitudine non è la cosa peggiore; è brutta, certo ma, appunto le famiglie che litigano, che si autodistruggono a livello sentimentale; le malattie... ci sono cose peggiori.


Presumo che tua nonna non ci sia più; non so cosa potrebbe pensare, ma il solo fatto di ricordarla e il fatto che i suoi ricordi ti rendano felice, non potrebbe che farle piacere. Fortunatamente ho avuto un'infanzia felice; e tutt'oggi la mia famiglia è normale. Ma purtroppo pian piano non provo più sentimenti. Il voler bene mi fa vomitare e non lo dico per fare l'alternativo ma sono disilluso e disgustato.

Ho il ricordo di quando avevo 16 (ora 27) e i miei mi vennero a prendere dalla palestra e tipo mi sdraiai in auto pensando al futuro... "quando finirà il liceo, un giorno avrò una ragazza, dei figli". Ne ero sicuro, sapevo che la sofferenza era nella scuola... Addirittura volevo 5 figli, una famiglia numerosa. Oggi l'idea stessa di convivere oltre che impossibile per la mia bruttezza, mi fa schifo. Ripeto sono disgustato dai rapporti umani. Mi piace scoprire il mondo, la storia, il cosmo, la cultura.

Per il resto non mi sento nemmeno più indietro degli altri. Da ragazzo mi sentivo più indietro perché credevo di essere un essere umano come tutti. Oggi ho capito che sono diverso, non sono come gli altri; sono brutto e quindi non degno di nulla e non mi sento alla pari di nessuno, faccio parte di altro. Potrebbe sembrare positivo non paragonarsi agli altri, ma il motivo che mi spinge a farlo non lo è affatto.
 
Ci trasciniamo tutti in un modo o nell'altro, superata quella linea di demarcazione tra la meraviglia dello stupore dell'infanzia e l'ignoto della vita adulta. La mia vita adesso è il giorno, mi sveglio e nasco con le tenebre e vado a dormire e muoio con le tenebre. Ad avercelo avuto prima un libretto delle istruzioni su come vivere...
 
nel freddo vedevo la nebbia mescolarsi nella luce dei lampioni
Anche per me è una visione estremamente appagante.
Strade deserte, il freddo che scava le guance e l'acre odore dello smog che penetra attraverso le narici.
Siamo lupi solitari, acuire i nostri sensi in un ambiente buio e ostile ormai fa parte della nostra natura e lo avvertiamo come stimolante, la solitudine, l'introspezione e la diffidenza sono gli unici compagni per degli spiriti anticonformisti come i nostri. Tale è il retaggio di questa società vecchia, impaurita e meschina.
 
Se guardo il vuoto me lo sento dentro il corpo
Come il moto che aumento se dentro corro più distorto…
Vivo dietro ad un vetro che distacca
Vorrei partecipare alla mia vita, ma se mi avvicino, scappa
Da questo lato vita non magnanima
Se cammino trascinando il corpo appeso alla mia anima…
Ho un'identità che oscilla come pendoli
Passo la vita guardandomi allo specchio e non riconoscendomi…
Vorrei dal margine sfociare, piangere ed amare
Ma in 'sto carcere mentale non è facile il sociale
Il male è da associare a mancanze di dame
Non ho nessuna con cui stare perché non so conquistare…
 
Prima sono uscito a passeggiare, ascoltando della musica,nel buio e nel freddo vedevo la nebbia mescolarsi nella luce dei lampioni,mi guardo intorno,per le vie vuote,ogni tanto qualche ombra umana sgattaiola in lontananza,fra me e me,ripenso un po' agli ultimi mesi,e mi sento un po' in colpa,a lavoro mi veniva quasi da piangere,a causa della musica,la uso per arrabbiarmi,per ricordare,per soffrire,e nel frattempo quello che ho davvero davanti,non riesco neanche a vederlo.

Arrivo ad una panchina,in un vialetto con qualche aiuola,nel mezzo di una zona piena di condomini,mi siedo e tolgo le cuffie,il silenzio è così forte,che sento quella specie di squillo continuo,dato dall'assenza di rumori.
Inizio a notare quello che ho attorno e vedo alcune finestre da cui proviene luce,e mi ricordo che in ognuna di quelle case ci sono delle vite in corso.
Riesco anche a sentire qualche voce,ma non capisco i dialoghi,non potrebbero mai immaginare che proprio in quel momento qualcuno li sta ascoltando.

Penso a scenari ipotetici in cui la rivedo,e le scarico addosso tutta la mia frustrazione in maniera passiva,in cui la umilio intellettualmente,per superare quella frustrazione che non riesco a togliermi di dosso, nonostante tutto il lavoro fatto.
Tuttavia comprendo che non sia successo nulla di strano,le persone sono cose,e quando ottieni una cosa prima o poi la perderai.

Poi ho guardato in alto e ho visto una mezza luna,stelle,satelliti, l'orsa maggiore credo,e ho pensato che prima o poi anche quelli scompariranno,anche se noi viviamo in funzione del sole e della luna e li consideriamo quasi eterni, l'essere umano prova a creare cose e vivere per esse come fossero il sole e la luna, decidere che uno e una celebrità e ricordarlo per generazioni,prenderlo a modello, vivere secondo le leggi, sicuramente anche queste cose moriranno,molto prima del sole e della luna.

Mi ero dimenticato di me stesso per qualche attimo durante i vari ragionamenti, poi c'è stato un rumore particolare,che m'ha distratto di nuovo,forse era il fischietto di un arbitro, proveniente da un campo di calcio vicino.
Quindi mi sono alzato e ho fatto per andare a casa.
La mente dopo queste riflessioni pensa in modo diverso, sicuramente le emozioni sono più deboli ma purtroppo ci sono ancora.

Adesso sono a letto,e fra le varie cose mi chiedo cosa penserebbe mia nonna di me,se potesse osservare come sono andati gli ultimi 10 anni,non basteranno mai i ringraziamenti per tutto l'aiuto che mi ha dato.
Ho ripensato anche al me bambino,alle sere invernali passate sul divano con la PsP,gli speedy pollo, l'ambiente asettico di casa,quella sensazione di tesa tregua dei miei,fra un litigio e l'altro.
Aveva un sapore particolare,febbrile direi,rivisitato adesso,ci sono vari ricordi.

Chissà fra un po' di tempo che sensazione proverò a rivisitare i ricordi della fase di vita che sto attraversando adesso.
Mi trascino giorno per giorno.
Bel post fra, scritto benissimo. Anche io tempo fa, adesso un po' meno, mi prendevo sempre i miei momenti di riflessione dove mettevo le cose in prospettiva. Credo che sia un esigenza intrinseca per noi dotati di un po' di introspezione per crearci il nostro momento di sensibilità e per riconoscere il fatto che nell'immensità dell'universo e del tempo che trascorre siamo solo un puntino insignificante, che tutta via nel suo piccolo ha anche lui la sua importanza, e siamo noi a riconoscere questa importanza con questi momenti di riflessione dove ricerchiamo la nostra umanità in questo mondo frenetico che non lascia spazio a momenti di cordialità, bontà, empatia e di riflessione. Comunque per il modo in cui l'hai scritto il post mi ha dato molto queste vibes:

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Prima sono uscito a passeggiare, ascoltando della musica,nel buio e nel freddo vedevo la nebbia mescolarsi nella luce dei lampioni,mi guardo intorno,per le vie vuote,ogni tanto qualche ombra umana sgattaiola in lontananza,fra me e me,ripenso un po' agli ultimi mesi,e mi sento un po' in colpa,a lavoro mi veniva quasi da piangere,a causa della musica,la uso per arrabbiarmi,per ricordare,per soffrire,e nel frattempo quello che ho davvero davanti,non riesco neanche a vederlo.

Arrivo ad una panchina,in un vialetto con qualche aiuola,nel mezzo di una zona piena di condomini,mi siedo e tolgo le cuffie,il silenzio è così forte,che sento quella specie di squillo continuo,dato dall'assenza di rumori.
Inizio a notare quello che ho attorno e vedo alcune finestre da cui proviene luce,e mi ricordo che in ognuna di quelle case ci sono delle vite in corso.
Riesco anche a sentire qualche voce,ma non capisco i dialoghi,non potrebbero mai immaginare che proprio in quel momento qualcuno li sta ascoltando.

Penso a scenari ipotetici in cui la rivedo,e le scarico addosso tutta la mia frustrazione in maniera passiva,in cui la umilio intellettualmente,per superare quella frustrazione che non riesco a togliermi di dosso, nonostante tutto il lavoro fatto.
Tuttavia comprendo che non sia successo nulla di strano,le persone sono cose,e quando ottieni una cosa prima o poi la perderai.

Poi ho guardato in alto e ho visto una mezza luna,stelle,satelliti, l'orsa maggiore credo,e ho pensato che prima o poi anche quelli scompariranno,anche se noi viviamo in funzione del sole e della luna e li consideriamo quasi eterni, l'essere umano prova a creare cose e vivere per esse come fossero il sole e la luna, decidere che uno e una celebrità e ricordarlo per generazioni,prenderlo a modello, vivere secondo le leggi, sicuramente anche queste cose moriranno,molto prima del sole e della luna.

Mi ero dimenticato di me stesso per qualche attimo durante i vari ragionamenti, poi c'è stato un rumore particolare,che m'ha distratto di nuovo,forse era il fischietto di un arbitro, proveniente da un campo di calcio vicino.
Quindi mi sono alzato e ho fatto per andare a casa.
La mente dopo queste riflessioni pensa in modo diverso, sicuramente le emozioni sono più deboli ma purtroppo ci sono ancora.

Adesso sono a letto,e fra le varie cose mi chiedo cosa penserebbe mia nonna di me,se potesse osservare come sono andati gli ultimi 10 anni,non basteranno mai i ringraziamenti per tutto l'aiuto che mi ha dato.
Ho ripensato anche al me bambino,alle sere invernali passate sul divano con la PsP,gli speedy pollo, l'ambiente asettico di casa,quella sensazione di tesa tregua dei miei,fra un litigio e l'altro.
Aveva un sapore particolare,febbrile direi,rivisitato adesso,ci sono vari ricordi.

Chissà fra un po' di tempo che sensazione proverò a rivisitare i ricordi della fase di vita che sto attraversando adesso.
Mi trascino giorno per giorno.
sembrano le sensazioni che provo nelle serate fredde che cammino in solitudine, penso se qualche altro solitario in giro si trova a fare i miei stessi pensieri
 
Anch'io provo queste sensazioni. Il mondo, l'universo; non riesco a capire se apprezzare le cose (ma solo le cose) o essere nichilista... fortunatamente la prima prevale ormai; anni fa non era così. Queste sensazioni provengono dalla solitudine. Non hai amici? Io no.

Mi spiace per la tua situazione familiare del passato. Cinicamente, senza offesa, non credo che le cose siano migliorate, nel senso che non credo che i tuoi stiano insieme oggi.

Pensa comunque che la solitudine non è la cosa peggiore; è brutta, certo ma, appunto le famiglie che litigano, che si autodistruggono a livello sentimentale; le malattie... ci sono cose peggiori.


Presumo che tua nonna non ci sia più; non so cosa potrebbe pensare, ma il solo fatto di ricordarla e il fatto che i suoi ricordi ti rendano felice, non potrebbe che farle piacere. Fortunatamente ho avuto un'infanzia felice; e tutt'oggi la mia famiglia è normale. Ma purtroppo pian piano non provo più sentimenti. Il voler bene mi fa vomitare e non lo dico per fare l'alternativo ma sono disilluso e disgustato.

Ho il ricordo di quando avevo 16 (ora 27) e i miei mi vennero a prendere dalla palestra e tipo mi sdraiai in auto pensando al futuro... "quando finirà il liceo, un giorno avrò una ragazza, dei figli". Ne ero sicuro, sapevo che la sofferenza era nella scuola... Addirittura volevo 5 figli, una famiglia numerosa. Oggi l'idea stessa di convivere oltre che impossibile per la mia bruttezza, mi fa schifo. Ripeto sono disgustato dai rapporti umani. Mi piace scoprire il mondo, la storia, il cosmo, la cultura.

Per il resto non mi sento nemmeno più indietro degli altri. Da ragazzo mi sentivo più indietro perché credevo di essere un essere umano come tutti. Oggi ho capito che sono diverso, non sono come gli altri; sono brutto e quindi non degno di nulla e non mi sento alla pari di nessuno, faccio parte di altro. Potrebbe sembrare positivo non paragonarsi agli altri, ma il motivo che mi spinge a farlo non lo è affatto.

la solitudine - entro certi limiti e modalità - è molto bella, parola di un introverso!
Specialmente quando le realtà sociali spesso non ci soddisfano nella nostra rara autenticità! :)
 
Anch'io provo queste sensazioni. Il mondo, l'universo; non riesco a capire se apprezzare le cose (ma solo le cose) o essere nichilista... fortunatamente la prima prevale ormai; anni fa non era così. Queste sensazioni provengono dalla solitudine. Non hai amici? Io no.

Mi spiace per la tua situazione familiare del passato. Cinicamente, senza offesa, non credo che le cose siano migliorate, nel senso che non credo che i tuoi stiano insieme oggi.

Pensa comunque che la solitudine non è la cosa peggiore; è brutta, certo ma, appunto le famiglie che litigano, che si autodistruggono a livello sentimentale; le malattie... ci sono cose peggiori.


Presumo che tua nonna non ci sia più; non so cosa potrebbe pensare, ma il solo fatto di ricordarla e il fatto che i suoi ricordi ti rendano felice, non potrebbe che farle piacere. Fortunatamente ho avuto un'infanzia felice; e tutt'oggi la mia famiglia è normale. Ma purtroppo pian piano non provo più sentimenti. Il voler bene mi fa vomitare e non lo dico per fare l'alternativo ma sono disilluso e disgustato.

Ho il ricordo di quando avevo 16 (ora 27) e i miei mi vennero a prendere dalla palestra e tipo mi sdraiai in auto pensando al futuro... "quando finirà il liceo, un giorno avrò una ragazza, dei figli". Ne ero sicuro, sapevo che la sofferenza era nella scuola... Addirittura volevo 5 figli, una famiglia numerosa. Oggi l'idea stessa di convivere oltre che impossibile per la mia bruttezza, mi fa schifo. Ripeto sono disgustato dai rapporti umani. Mi piace scoprire il mondo, la storia, il cosmo, la cultura.

Per il resto non mi sento nemmeno più indietro degli altri. Da ragazzo mi sentivo più indietro perché credevo di essere un essere umano come tutti. Oggi ho capito che sono diverso, non sono come gli altri; sono brutto e quindi non degno di nulla e non mi sento alla pari di nessuno, faccio parte di altro. Potrebbe sembrare positivo non paragonarsi agli altri, ma il motivo che mi spinge a farlo non lo è affatto.
Cosa ti ha portato ad arrivare a 27 anni e non avere amici?
 
Pensieri molto belli. La solitudine porta spesso ad un'elevazione dell'essere umano, portandolo a livelli di introspezione irraggiungibili senza di essa. Mi chiedo a volte se siamo soli solamente perché siamo così diversi dal resto del mondo e non viceversa. Talvolta mi chiedo anche se davvero la bellezza c'entri in tutto questo (ovvio che c'entra) dato che vedo brutti veri sposati o fidanzati, ma con una vita "normale" e un modo di pensare "normale", cioè superficiale e senza spessore alcuno, come va di moda oggi. Mentre per chi è un po' più sensibile e profondo non c'è via di scampo, si è costretti alla solitudine
 
Cosa ti ha portato ad arrivare a 27 anni e non avere amici?
Timidezza estrema, patologica e poi bassa autostima. A 18-19 anni (troppo tardi), andai da una psicologa e poi da uno psichiatra che mi disse che ero "inibito", troppo chiuso. Mi diede degli psicofarmaci che presi per 1-2 anni e mi aprii. Effettivamente furono efficaci ma ormai era tardi.
 
Timidezza estrema, patologica e poi bassa autostima. A 18-19 anni (troppo tardi), andai da una psicologa e poi da uno psichiatra che mi disse che ero "inibito", troppo chiuso. Mi diede degli psicofarmaci che presi per 1-2 anni e mi aprii. Effettivamente furono efficaci ma ormai era tardi.
ti capisco anch’io sono timido, non ne parliamo di approcci a freddo, dovuto a scarsa autostima ,deficit d’aspetto e iperpretese delle italdonne…. io ho 10 anni piu’ di te ed e’ durissima; ho pochissimi amici, ho cercato di farmene di nuovi ma mi vedono in molti come uno strano e diverso
 
Bel post fra, scritto benissimo. Anche io tempo fa, adesso un po' meno, mi prendevo sempre i miei momenti di riflessione dove mettevo le cose in prospettiva. Credo che sia un esigenza intrinseca per noi dotati di un po' di introspezione per crearci il nostro momento di sensibilità e per riconoscere il fatto che nell'immensità dell'universo e del tempo che trascorre siamo solo un puntino insignificante, che tutta via nel suo piccolo ha anche lui la sua importanza, e siamo noi a riconoscere questa importanza con questi momenti di riflessione dove ricerchiamo la nostra umanità in questo mondo frenetico che non lascia spazio a momenti di cordialità, bontà, empatia e di riflessione. Comunque per il modo in cui l'hai scritto il post mi ha dato molto queste vibes:

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Scena CAPOLAVORO de I Simpson!!!!! Commovente...
 
Anch'io provo queste sensazioni. Il mondo, l'universo; non riesco a capire se apprezzare le cose (ma solo le cose) o essere nichilista... fortunatamente la prima prevale ormai; anni fa non era così. Queste sensazioni provengono dalla solitudine. Non hai amici? Io no.

Mi spiace per la tua situazione familiare del passato. Cinicamente, senza offesa, non credo che le cose siano migliorate, nel senso che non credo che i tuoi stiano insieme oggi.

Pensa comunque che la solitudine non è la cosa peggiore; è brutta, certo ma, appunto le famiglie che litigano, che si autodistruggono a livello sentimentale; le malattie... ci sono cose peggiori.


Presumo che tua nonna non ci sia più; non so cosa potrebbe pensare, ma il solo fatto di ricordarla e il fatto che i suoi ricordi ti rendano felice, non potrebbe che farle piacere. Fortunatamente ho avuto un'infanzia felice; e tutt'oggi la mia famiglia è normale. Ma purtroppo pian piano non provo più sentimenti. Il voler bene mi fa vomitare e non lo dico per fare l'alternativo ma sono disilluso e disgustato.

Ho il ricordo di quando avevo 16 (ora 27) e i miei mi vennero a prendere dalla palestra e tipo mi sdraiai in auto pensando al futuro... "quando finirà il liceo, un giorno avrò una ragazza, dei figli". Ne ero sicuro, sapevo che la sofferenza era nella scuola... Addirittura volevo 5 figli, una famiglia numerosa. Oggi l'idea stessa di convivere oltre che impossibile per la mia bruttezza, mi fa schifo. Ripeto sono disgustato dai rapporti umani. Mi piace scoprire il mondo, la storia, il cosmo, la cultura.

Per il resto non mi sento nemmeno più indietro degli altri. Da ragazzo mi sentivo più indietro perché credevo di essere un essere umano come tutti. Oggi ho capito che sono diverso, non sono come gli altri; sono brutto e quindi non degno di nulla e non mi sento alla pari di nessuno, faccio parte di altro. Potrebbe sembrare positivo non paragonarsi agli altri, ma il motivo che mi spinge a farlo non lo è affatto.
La vita alla fine si dimostra prevedibile nelle grandi cose e imprevedibile in quelle piccole.

Condivido le tue riflessioni,mi ci rispecchio,mi dispiace sapere che non hai amici, fortunatamente io ancora li ho,ho passato un periodo di isolamento totale di quasi 2 anni però,in quello ho trovato un confronto con la vita mondana e un'altra identità,che a tratti mi piace a tratti no.

Essere brutto non credo basti ad estraniare dalla sfera umana,ma sicuramente è stata una porta che ti ha lanciato a delle conclusioni più profonde,da una parte si potrebbe pensare al nichilismo,ma dall'altra forse è più nichilista essere soddisfatti con la generica vita di consumo e identificazione nella massa.
 
Ci trasciniamo tutti in un modo o nell'altro, superata quella linea di demarcazione tra la meraviglia dello stupore dell'infanzia e l'ignoto della vita adulta. La mia vita adesso è il giorno, mi sveglio e nasco con le tenebre e vado a dormire e muoio con le tenebre. Ad avercelo avuto prima un libretto delle istruzioni su come vivere...
Sarebbe bello riuscire a considerare ogni giorno passato come una vita oramai finita credo.
Il passato non ha una consistenza definita purtroppo,non si capisce come fare ad affrontarlo bene
 
Sarebbe bello riuscire a considerare ogni giorno passato come una vita oramai finita credo.
Il passato non ha una consistenza definita purtroppo,non si capisce come fare ad affrontarlo bene
Sant’Agostino (IV - V d.C.) fu uno dei primi pensatori occidentali a fornire delle risposte sul “tempo”. ⏰

Quest’ultimo è misurato dalla nostra anima attraverso il ricordo del passato, l’attenzione verso il presente e l’attesa del futuro.
Osservando la realtà non è possibile più vedere il tempo passato (Okay che adesso ci sono foto, video e molti reperti storici, ma a quei tempi era più difficile, se non attraverso qualche documento o testimonianze artistiche) , tuttavia esso permane nella nostra mente grazie alla “memoria storica”

Se Dio ha creato il Mondo, dov’era prima del tempo?!
Dio esiste nell’eternità, la compresenza del tutto in un singolo istante, egli con la genesi ha creato il tempo per scandire bene gli eventi del suo creato.
 
Sant’Agostino (IV - V d.C.) fu uno dei primi pensatori occidentali a fornire delle risposte sul “tempo”. ⏰

Quest’ultimo è misurato dalla nostra anima attraverso il ricordo del passato, l’attenzione verso il presente e l’attesa del futuro.
Osservando la realtà non è possibile più vedere il tempo passato (Okay che adesso ci sono foto, video e molti reperti storici, ma a quei tempi era più difficile, se non attraverso qualche documento o testimonianze artistiche) , tuttavia esso permane nella nostra mente grazie alla “memoria storica”

Se Dio ha creato il Mondo, dov’era prima del tempo?!
Dio esiste nell’eternità, la compresenza del tutto in un singolo istante, egli con la genesi ha creato il tempo per scandire bene gli eventi del suo creato.
Quindi anche secondo questa teoria,il tempo potrebbe scorrere solo grazie a chi o cosa lo sperimenta.
Che in effetti ha senso.
Estromettendo la parte che percepisce credo rimanga solo la teoria dell'universo orografico
 
Ieri ho girato parecchio per due province del nord Italia.
Sono uscito di casa alle 6 di mattina,tutto era buio,mi sono preparato mangiando una mela,un panino e delle noci,mi sono vestito pesante,libro nello zaino e un piccolo ombrello.
Ho iniziato a camminare,passo per passo nell'oscurità,sul ciglio delle strade,ho camminato circa 8 km per arrivare ad un centro medico e fare dei prelievi.

È stato piacevole, perché ho potuto riflettere e fantasticare,come faccio sempre, situazioni in cui riesco ad usare una saggezza che purtroppo non possiedo.
Parlando con un amico un paio di giorni prima,mi sono reso conto che mio padre ha dovuto affrontare delle grandi sventure,perse il padre quando aveva 25 anni e la madre intorno ai 35, è una persona sola,io lo vado a trovare,ma non ho mai visto le cose dal suo punto di vista tutte le volte che mi sono arrabbiato con lui.
Nonostante i suoi lati negativi, comunque non è cosa da poco alzarsi la notte e fare i turni per crescere un figlio, almeno questo, l'anno scorso,sono riuscito a dirglielo, purtroppo non c'è verso di farlo allontanare dall'alcol.

Nonostante tutto metto sempre me stesso per primo,anche se so che un giorno,ripensandoci, quando sarà morto,ne soffrirò.
Mi chiedo sempre,cosa penserebbero i predecessori della loro discendenza.

Stiamo sperimentando un inaridimento vitale?
La parte italiana della mia famiglia è originaria della Basilicata,e mia nonna viene da una famiglia di 14 fea fratelli e sorelle.
Sia io sia mio padre siamo figli unici.
Siamo stati concepiti in Lombardia.

Non riesco a capire,non che sia giusto o sbagliato, semplicemente non capisco un cambiamento così... netto nel modo di concepire la famiglia.

Più tardi nella giornata ho incontrato persone, fra amici,e mio padre,non ho molto da dire,dopo un po' mi sono stufato e ho preso il treno per tornare a casa, passando per una città di 50-70k abitanti di cui non dirò altro,ho visto molta gioventù,comitive, coppiette.
Anche con la pioggia il via vai non si era fermato.

Giravo con l'ombrello e le cuffie,avanti e indietro per il corso principale,molto battuto, aspettando l'orario per prendere l'autobus.
Ero circondato dalle persone normali.
Tutto quel vortice di volti,maschere di ogni tipo mi inducono a fantasticare che tipo di vita possano condurre
Le conversazioni di cortesia avute con una farmacista per un farmaco da banco, con il conducente dell'autobus per l'orario del mezzo,mi fanno chiedere quanto in realtà siano scocciati a dovere interagire con questo stronzo vestito da barbone,il sabato sera.

Aspetto il pullman su una panchina di pietra, pioviggina,altre persone aspettano,ci sono varie isolette dove passeranno varie tratte,tutte occupate da poche persone.

Noto in particolare una coppietta 2 isolette più in là,lui è seduto,lei in piedi fra le gambe di lui,si baciano appassionatamente sotto la pioggerella, l'altezza della tibia di lui,dal piede al ginocchio era bel superiore a quella della ragazza, l'avrà staccata di 15-20cm in altezza.
Lei aveva dei riccioli castano chiaro.

Era il fare di due persone che sanno di aver "trionfato" per quel giorno,e che quindi potevano salutarsi e concludere serenamente la giornata senza senso di inferiorità.
Si salutano,con un intenso sorriso,e appena lui fa per andare,e smettono di fare contatto visivo,i loro sorrisi spariscono,le loro espressioni si fanno assenti, probabilmente stanno elaborando la cosa.
Si chiedono come saranno stati percepiti dall'altra persona.

Lui guarda un po' il pavimento,un po' davanti,lei tira fuori il telefono e inizia ad allontanarsi, probabilmente per confidarsi con le amiche.

Si,se ve lo state chiedendo,il ragazzo era un belloccio,lei era piuttosto carina.

Dal mio ritorno a casa,fino alla tarda sera,sono stato preso da un senso di colpa.
Perché a me questo è precluso?
La mente urla
Dall'altra parte mi crogiolo nella consapevolezza di tutti i guai che una ragazza mi farebbe passare.

Preso dalla disperazione ho installato di nuovo tinder.
 
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