Volentieri, effettivamente avrei dovuto aggiungerle al thread fin dall'inizio.
Per onestà intellettuale, ti segnalo che sono arrivato a queste conclusioni confrontandomi con ChatGPT. Ho posto domande, cercato contraddittori e chiesto chiarimenti per capire se certi dati e interpretazioni su dinamiche evolutive e sociali fossero effettivamente supportati dalla letteratura scientifica. Riporto qui una sintesi di quel confronto, con le fonti emerse.
Uno dei dati più solidi negli studi di genetica evolutiva è che, lungo la storia dell’Homo sapiens, circa l’80% delle donne ha lasciato discendenti fertili, contro circa il 40% degli uomini. Questo si spiega con la maggiore varietà del DNA mitocondriale (ereditato dalla madre) rispetto alla scarsa variabilità del cromosoma Y (ereditato dal padre), a indicare che molte più donne rispetto agli uomini hanno trasmesso i propri geni alle generazioni successive.
Fonti:
– Hawks et al., Recent acceleration of human adaptive evolution, PNAS, 2007
– Karmin et al., High-resolution human Y chromosome phylogenetic tree, Science, 2015
Circa 8.000 anni fa si osserva un crollo drastico nella diversità del cromosoma Y, noto come “male-specific bottleneck”. Si stima che per ogni uomo riproduttivo ve ne fossero circa 17 donne. Il DNA mitocondriale, però, non mostra un calo simile, la sua varietà resta costante e coerente con i periodi precedenti e successivi. Questo indica che non ci fu un evento demografico catastrofico, ma un’esclusione selettiva degli uomini dalla riproduzione.
L’ipotesi che le guerre abbiano causato questo collasso genetico è stata presa in considerazione, ma risulta debole, un evento bellico su larga scala avrebbe ridotto la diversità genetica anche nella linea materna, cosa che i dati non mostrano.
Fonti:
– Zeng et al., A recent bottleneck of Y chromosome diversity coincides with a global change in culture, Genome Research, 2018
– Karmin et al., Science, 2015 (citato sopra)
Anche il contesto storico rafforza questa lettura: parliamo di un’epoca pre-statale, senza eserciti organizzati o potere centralizzato. Le società erano tribali, e il potere riproduttivo si concentrava nei pochi uomini che detenevano status, prestigio o influenza rituale. Non era necessario imporre la poliginia con la forza: bastavano le dinamiche sociali interne.
La struttura risultante era una poliginia stabile, in cui pochi uomini avevano molte partner e molti altri restavano esclusi. Con l’aumento della complessità sociale, questo sistema ha iniziato a produrre tensioni. In molte culture, la monogamia fu introdotta come norma istituzionale per ridurre i conflitti, redistribuire l’accesso alla riproduzione e mantenere la stabilità.
Fonte:
– Joseph Henrich, The Weirdest People in the World, 2020
In sintesi, i dati genetici indicano una forte selezione sessuale maschile, con un accesso riproduttivo storicamente ristretto e competitivo. Il crollo della diversità del cromosoma Y non è spiegabile con guerre o catastrofi, ma con strutture sociali in cui pochi uomini si riproducevano e gli altri no. La monogamia, in questo senso, è una risposta culturale a quella disuguaglianza di fondo.
Il dibattito sul bottleneck è ancora aperto, ma oggi la letteratura scientifica tende a privilegiare l’ipotesi socioculturale. Esistono anche studi più generali che confermano come la trasmissione genetica maschile sia stata, in tutte le epoche, più selettiva e soggetta a colli di bottiglia rispetto a quella femminile. Questi lavori rafforzano l’idea che il fenomeno osservato 8.000 anni fa sia solo il caso più estremo di una dinamica ricorrente nella storia evolutiva umana.
Fonti:
– Wilson Sayres et al., Genetic evidence for unequal reproductive success in human history, Nature Reviews Genetics, 2014
– Lippold et al., Human paternal and maternal demographic histories, Nature Communications, 2014