Men's mental health month

KarmaMentis

Well-known member
Ragazza
Credo sia la prima volta che apro una discussione, ma è un argomento che mi incuriosisce, ed in particolare vorrei sapere che pensiero hanno i membri del forum a riguardo.
Giugno è il mese della salute mentale maschile, ed allo stesso tempo è il mese del pride. In particolare, è un mese in cui si dovrebbe portare l'attenzione sui problemi strettamente maschili, per cui sarebbe una buona scusa per unire gli uomini tutti in una lotta comune sulle ingiustizie che subiscono dalla società, quali affidamento dei figli, mantenimento, cedimento dei beni etc. Questi sono problemi reali, io stessa ho avuto visione di come a volte il sistema giuridico parta da pregiudizi e stereotipi che tendono a dipingere la donna come genitore più adatto alla gestione dei figli - quando poi invece - viene dimostrato il contrario soltanto una volta che il figlio è maggiorenne e considerato capace di scegliere.
Tuttavia, a differenza di come accade per i gruppi lgbt o femministi, negli uomini ci sta molta divisione, e raramente ho visto questi protestare o provare a proporre cambiamenti concreti per i loro diritti, quanto invece fanno i primi su citati.
Secondo voi a cosa è dovuta questa astensione o forse disinteresse? Avete mai avuto il desiderio o effettivamente l'occasione di poter protestare insieme ad altri uomini per i vostri diritti?
 
Credo sia la prima volta che apro una discussione, ma è un argomento che mi incuriosisce, ed in particolare vorrei sapere che pensiero hanno i membri del forum a riguardo.
Giugno è il mese della salute mentale maschile, ed allo stesso tempo è il mese del pride. In particolare, è un mese in cui si dovrebbe portare l'attenzione sui problemi strettamente maschili, per cui sarebbe una buona scusa per unire gli uomini tutti in una lotta comune sulle ingiustizie che subiscono dalla società, quali affidamento dei figli, mantenimento, cedimento dei beni etc. Questi sono problemi reali, io stessa ho avuto visione di come a volte il sistema giuridico parta da pregiudizi e stereotipi che tendono a dipingere la donna come genitore più adatto alla gestione dei figli - quando poi invece - viene dimostrato il contrario soltanto una volta che il figlio è maggiorenne e considerato capace di scegliere.
Tuttavia, a differenza di come accade per i gruppi lgbt o femministi, negli uomini ci sta molta divisione, e raramente ho visto questi protestare o provare a proporre cambiamenti concreti per i loro diritti, quanto invece fanno i primi su citati.
Secondo voi a cosa è dovuta questa astensione o forse disinteresse? Avete mai avuto il desiderio o effettivamente l'occasione di poter protestare insieme ad altri uomini per i vostri diritti?

Prima di tutto, bel post sono contento che ti interessi di queste tematiche, seconda cosa il termine redpill originariamente indicava proprio questo, è un termine coniato da un' associazione per i diritti degli uomini (intesi come maschi) americana, poi però c'è stato tutto un lavoro dietro da parte dei media (e delle associazioni femministe) per screditare il termine redpill, ed oggigiorno per la maggior parte delle persone è diventato sinonimo di misoginia.

Ci sono stati dei movimenti in passato per i diritti degli uomini, ma sono stati tutti infangati e non hanno mai preso piede.

Se hai tempo guardati "the redpill" un docu-film del 2016 fatto e diretto da una donna, i contenuti sono ancora molto molto attuali e spiega bene le difficoltà che hanno avuto e stanno avendo le associazioni per i diritti degli uomini.
 
Prima di tutto, bel post sono contento che ti interessi di queste tematiche, seconda cosa il termine redpill originariamente indicava proprio questo, è un termine coniato da un' associazione per i diritti degli uomini (intesi come maschi) americana, poi però c'è stato tutto un lavoro dietro da parte dei media (e delle associazioni femministe) per screditare il termine redpill, ed oggigiorno per la maggior parte delle persone è diventato sinonimo di misoginia.

Ci sono stati dei movimenti in passato per i diritti degli uomini, ma sono stati tutti infangati e non hanno mai preso piede.

Se hai tempo guardati "the redpill" un docu-film del 2016 fatto e diretto da una donna, i contenuti sono ancora molto molto attuali e spiega bene le difficoltà che hanno avuto e stanno avendo le associazioni per i diritti degli uomini.
Me lo guardo sta sera, ho gia visto che sono due ore di documentario
 
Prima di tutto, bel post sono contento che ti interessi di queste tematiche, seconda cosa il termine redpill originariamente indicava proprio questo, è un termine coniato da un' associazione per i diritti degli uomini (intesi come maschi) americana, poi però c'è stato tutto un lavoro dietro da parte dei media (e delle associazioni femministe) per screditare il termine redpill, ed oggigiorno per la maggior parte delle persone è diventato sinonimo di misoginia.

Ci sono stati dei movimenti in passato per i diritti degli uomini, ma sono stati tutti infangati e non hanno mai preso piede.

Se hai tempo guardati "the redpill" un docu-film del 2016 fatto e diretto da una donna, i contenuti sono ancora molto molto attuali e spiega bene le difficoltà che hanno avuto e stanno avendo le associazioni per i diritti degli uomini.
Gli darò sicuramente un'occhiata appena ho tempo, grazie.
Che la redpill sia partita come organizzazione per gli uomini ci credo, ma bisogna dire quanto questa ideologia sia stata distorta e persa, probabilmente prima dai media ma anche i membri stessi hanno fatto la loro parte. Adesso la redpill si è "ridotta" al solo rapporto uomo-donna, con consigli sul lookmaxing e condanna della natura femminile, in particolare sulla scelta del partner e ciò che riguarda il mercato sessuale. Ma ciò a cui mi riferisco io è diverso; o forse è qualcosa che appunto si è perso ed adesso la redpill è diventata altro. Che ci siano membri misogini non possiamo negarlo, e nei media la misoginia è vista peggio della misandria, quindi ciò non fa prendere sul serio il movimento o addirittura lo addita come pericoloso, appunto tutto a causa di alcuni membri all'interno di esso.
Io penso che ciò di cui hanno bisogno gli uomini è qualcosa che si distacchi dalla redpill, per creare qualcosa di nuovo, lasciando fuori chi genera solo odio, e quindi essere presi sul serio su problemi che ripeto, esistono e sono reali.
 
provo a dare una mia opinione nel mentre che aspettiamo le risposte degli utenti maschi.

io credo che il motivo principale di questo disinteresse e di questa astinenza sia dovuta a fattori sociali-culturali e norme di genere. i maschi sono abituati a crescere con la convinzione che esprimere le proprie emozioni e pensieri e idee più profonde li renda "deboli" e poco mascolini. questo si nota non solo nelle relazioni che hanno con le donne ma anche con i loro amici. molte amicizie maschili sono durature nel tempo e con meno turbe di solito e questo a primo impatto potrebbe sembrare positivo, tuttavia sta ad indicare anche una minore apertura emotiva che porta molti di loro a reprimersi.
spesso cercano nella donna, che invece è soggetta a una socializzazione molto diversa: aperta e presente, una figura di sfogo.
molti di loro si sciolgono solo nelle relazioni romantiche ed è per questo che la assenza di queste per alcuni porta a una grave crisi di solitudine e indaguetezza. io credo che se più uomini si riuscissero ad aprire con i loro amici e a parlare di più di queste tematiche la condizione di mentalecl di alcuni migliorerebbe molto.
 
Gli darò sicuramente un'occhiata appena ho tempo, grazie.
Che la redpill sia partita come organizzazione per gli uomini ci credo, ma bisogna dire quanto questa ideologia sia stata distorta e persa, probabilmente prima dai media ma anche i membri stessi hanno fatto la loro parte. Adesso la redpill si è "ridotta" al solo rapporto uomo-donna, con consigli sul lookmaxing e condanna della natura femminile, in particolare sulla scelta del partner e ciò che riguarda il mercato sessuale. Ma ciò a cui mi riferisco io è diverso; o forse è qualcosa che appunto si è perso ed adesso la redpill è diventata altro. Che ci siano membri misogini non possiamo negarlo, e nei media la misoginia è vista peggio della misandria, quindi ciò non fa prendere sul serio il movimento o addirittura lo addita come pericoloso, appunto tutto a causa di alcuni membri all'interno di esso.
Io penso che ciò di cui hanno bisogno gli uomini è qualcosa che si distacchi dalla redpill, per creare qualcosa di nuovo, lasciando fuori chi genera solo odio, e quindi essere presi sul serio su problemi che ripeto, esistono e sono reali.
Sono assolutamente d'accordo che per fare un lavoro serio non ci deve essere misoginia e che vada completamente eliminata.

Idealmente ci dovrebbero essere associazioni che tutelano principalmente le donne e associazioni che tutelano principalmente gli uomini senza che queste siano in conflitto tra di loro.

Il problema però è anche (e non solo) questo ad esempio; un cartellone a Napoli contro la violenza sugli uomini, e 30 associazioni femministe che scrivono al sindaco per farlo rimuovere.



Difficile che possano sorgere associazioni che tutelano gli uomini in questo clima.

Anche i toni dell' articolo ti fanno capire in che clima viviamo.
 
Sono assolutamente d'accordo che per fare un lavoro serio non ci deve essere misoginia e che vada completamente eliminata.

Idealmente ci dovrebbero essere associazioni che tutelano principalmente le donne e associazioni che tutelano principalmente gli uomini senza che queste siano in conflitto tra di loro.

Il problema però è anche (e non solo) questo ad esempio; un cartellone a Napoli contro la violenza sugli uomini, e 30 associazioni femministe che scrivono al sindaco per farlo rimuovere.



Difficile che possano sorgere associazioni che tutelano gli uomini in questo clima.
L'articolo dice che è una propaganda "mascolinista che nega il femminicidio", ora non so se è vero così, ma nel momento in cui per protestare per i tuoi diritti ti serve svalorizzare un altro gruppo, è lì che si creano scontri ed il tuo non viene preso sul serio. Purtroppo si vive in un'epoca in cui ci sta una guerra tra sessi alimentata dai social; per esempio basta andare sotto l'articolo dell'assassinio di una donna per vedere commenti di uomini che accusano la vittima. È risaputo che l'odio genera odio, ed entrambe le parti lo possiedono, ma le donne avranno sempre il coltello dalla parte del manico perché i movimenti femministi esistono da più tempo, sono più grandi ed attivi. Gli uomini invece? Allora quale potrebbe essere la soluzione? Creare un movimento con 0 odio verso un altro gruppo all'interno. È utopico? Probabile. Ma non ci sono molte altre soluzioni verosimili.
 
provo a dare una mia opinione nel mentre che aspettiamo le risposte degli utenti maschi.

io credo che il motivo principale di questo disinteresse e di questa astinenza sia dovuta a fattori sociali-culturali e norme di genere. i maschi sono abituati a crescere con la convinzione che esprimere le proprie emozioni e pensieri e idee più profonde li renda "deboli" e poco mascolini. questo si nota non solo nelle relazioni che hanno con le donne ma anche con i loro amici. molte amicizie maschili sono durature nel tempo e con meno turbe di solito e questo a primo impatto potrebbe sembrare positivo, tuttavia sta ad indicare anche una minore apertura emotiva che porta molti di loro a reprimersi.
spesso cercano nella donna, che invece è soggetta a una socializzazione molto diversa: aperta e presente, una figura di sfogo.
molti di loro si sciolgono solo nelle relazioni romantiche ed è per questo che la assenza di queste per alcuni porta a una grave crisi di solitudine e indaguetezza. io credo che se più uomini si riuscissero ad aprire con i loro amici e a parlare di più di queste tematiche la condizione di mentalecl di alcuni migliorerebbe molto.
giusto! :)

Infatti tale agorá virtuale é un buon modo per esprimersi grazie all'anonimato.
Fuori - non generalizzo - se un ragazzo mostrasse le sue umane fragilitá verrebbe additato come "debole"; se parlasse delle tematiche redpill sarebbe considerato "misogino"
In giro osservo molta superficialitá da parte delle ragazze che emarginano i ragazzi privi di spina dorsale.
 
provo a dare una mia opinione nel mentre che aspettiamo le risposte degli utenti maschi.

io credo che il motivo principale di questo disinteresse e di questa astinenza sia dovuta a fattori sociali-culturali e norme di genere. i maschi sono abituati a crescere con la convinzione che esprimere le proprie emozioni e pensieri e idee più profonde li renda "deboli" e poco mascolini. questo si nota non solo nelle relazioni che hanno con le donne ma anche con i loro amici. molte amicizie maschili sono durature nel tempo e con meno turbe di solito e questo a primo impatto potrebbe sembrare positivo, tuttavia sta ad indicare anche una minore apertura emotiva che porta molti di loro a reprimersi.
spesso cercano nella donna, che invece è soggetta a una socializzazione molto diversa: aperta e presente, una figura di sfogo.
molti di loro si sciolgono solo nelle relazioni romantiche ed è per questo che la assenza di queste per alcuni porta a una grave crisi di solitudine e indaguetezza. io credo che se più uomini si riuscissero ad aprire con i loro amici e a parlare di più di queste tematiche la condizione di mentalecl di alcuni migliorerebbe molto.
L'ho notato anch'io, che faccio parte di gruppi di amici con sole donne, e gruppi in cui ci sono soli uomini (tranne me lol). Le ragazze tendono a darsi molta manforte, invece i ragazzi sono molto più solitari nonostante si conoscono da 10/15 anni. Io che sono una delle ultime arrivate del gruppo, ho ricevuto più sfoghi da loro che quanto abbiano fatto loro l'uni con gli altri.
 
L'ho notato anch'io, che faccio parte di gruppi di amici con sole donne, e gruppi in cui ci sono soli uomini (tranne me lol). Le ragazze tendono a darsi molta manforte, invece i ragazzi sono molto più solitari nonostante si conoscono da 10/15 anni. Io che sono una delle ultime arrivate del gruppo, ho ricevuto più sfoghi da loro che quanto abbiano fatto loro l'uni con gli altri.
stessa cosa
io ho più amiche femmine ma ho un amico maschio che si è aperto con me su queste tematiche e mi ha detto che sono una delle poche con cui riesce proprio perchè in genere loro non abituati.
 
se un ragazzo mostrasse le sue umane fragilitá verrebbe additato come "debole"
Questo è esattamente uno dei problemi più grandi che hanno gli uomini, ma purtroppo è uno standard creato da altri uomini.
Le emozioni ti rendono umano, bisogna fottersene ad una certa di cosa ti impone questa società malata. Tanto la vita è una sola e non sappiamo cosa ci sta dopo, quindi meglio vivere essendo te stesso che limitare la tua esperienza di vita.
 
Banalmente credo che questo vuoto politico sia caratterizzato dalla giovinezza dei movimenti legati alla manosphere, dopo l'avvento del femminismo moderno post guerra mondiale, che possiamo collocare a scopo didattico col manifesto della Beauvoir nel 49', abbiamo avuto 80 anni di femminismo che andava pure bene fin quando è sfociato nel neo-nazifemminismo di recentissima formazione, nemmeno 15 anni, e quindi non ci sono state ancora occasioni concrete per creare formazioni e spazi trattanti tematiche maschili in modo concreto. La proliferazione di fenomeni di estremismo, tra l'altro condannati apertamente e giustamente pure nel regolamento di questo forum, sono figli della sperduta bussola maschile che ancora fatica a regolarsi, tipica di fenomeni sociali acerbi.
 
Questo è esattamente uno dei problemi più grandi che hanno gli uomini, ma purtroppo è uno standard creato da altri uomini.
Le emozioni ti rendono umano, bisogna fottersene ad una certa di cosa ti impone questa società malata. Tanto la vita è una sola e non sappiamo cosa ci sta dopo, quindi meglio vivere essendo te stesso che limitare la tua esperienza di vita.
veroo! 😊

Col tempo, grazie ad un percorso concreto di crescita personale, mi riesce sempre piú facile fregarmene dell'inutile pensiero altrui.
 
Banalmente credo che questo vuoto politico sia caratterizzato dalla giovinezza dei movimenti legati alla manosphere, dopo l'avvento del femminismo moderno post guerra mondiale, che possiamo collocare a scopo didattico col manifesto della Beauvoir nel 49', abbiamo avuto 80 anni di femminismo che andava pure bene fin quando è sfociato nel neo-nazifemminismo di recentissima formazione, nemmeno 15 anni, e quindi non ci sono state ancora occasioni concrete per creare formazioni e spazi trattanti tematiche maschili in modo concreto. La proliferazione di fenomeni di estremismo, tra l'altro condannati apertamente e giustamente pure nel regolamento di questo forum, sono figli della sperduta bussola maschile che ancora fatica a regolarsi, tipica di fenomeni sociali acerbi.
Questo potrebbe essere un fattore anche molto veritiero. Credo che siamo in un momento di bilanciamento, come magari è stato preso meno sul serio il femminismo ai suoi albori - anche se bisogna dire che i problemi del femminismo raggruppavano molte più donne di quanto facciano i problemi maschili con gli uomini - tutto per questioni di priorità, adesso è il turno degli uomini.
Probabilmente è qualcosa che prenderà più tempo di quanto ha fatto il femminismo, ma ci spero che un giorno venga alla luce.
 
Credo sia la prima volta che apro una discussione, ma è un argomento che mi incuriosisce, ed in particolare vorrei sapere che pensiero hanno i membri del forum a riguardo.
Giugno è il mese della salute mentale maschile, ed allo stesso tempo è il mese del pride. In particolare, è un mese in cui si dovrebbe portare l'attenzione sui problemi strettamente maschili, per cui sarebbe una buona scusa per unire gli uomini tutti in una lotta comune sulle ingiustizie che subiscono dalla società, quali affidamento dei figli, mantenimento, cedimento dei beni etc. Questi sono problemi reali, io stessa ho avuto visione di come a volte il sistema giuridico parta da pregiudizi e stereotipi che tendono a dipingere la donna come genitore più adatto alla gestione dei figli - quando poi invece - viene dimostrato il contrario soltanto una volta che il figlio è maggiorenne e considerato capace di scegliere.
Tuttavia, a differenza di come accade per i gruppi lgbt o femministi, negli uomini ci sta molta divisione, e raramente ho visto questi protestare o provare a proporre cambiamenti concreti per i loro diritti, quanto invece fanno i primi su citati.
Secondo voi a cosa è dovuta questa astensione o forse disinteresse? Avete mai avuto il desiderio o effettivamente l'occasione di poter protestare insieme ad altri uomini per i vostri diritti?
Queste cose dei "mesi" della data iniziativa sono sempre di natura corporativa e servono a estendere un controllo perfino sul calendario interno ed esterno delle persone, proprio come il mese del pride.

Noi uomini abbiamo avuto, per tantissimo tempo, tutti i diritti (e i doveri) che volevamo. Ce li potremmo riprendere in qualsiasi momento, bada, e fai anche conto che - conto grezzo - almeno 2-3 miliardi di uomini in questo mondo tutti i diritti ce li hanno ancora, e forse ne hanno pure troppi, nel senso che fanno il bello e il cattivo tempo nelle loro case, nelle loro famiglie e nella società tutta.

Quelli di cui stai parlando sono gli uomini occidentali, ovvero quelli che nell'ordine hanno: 1) inventato ognuno degli strumenti che hanno rivoluzionato l'esistenza degli esseri umani, portandoci a essere da meri abitanti del pianeta ai suoi indiscussi dominatori, capaci di decidere quali specie vivono e quali muoiono; 2) colonizzato il mondo intero, imponendo il proprio dominio su tutti i continenti; 3) all'apice del nostro potere e del nostro dominio, ci siamo imbarcati in due guerre in cui abbiamo usato tutti gli strumenti a nostra disposizione per massacrarci, e sì, molte donne sono morte, ma il numero di uomini che ci sono rimasti è stato impressionante. Da quel momento in avanti noi occidentali, comprensibilmente, abbiamo deciso di ridurre progressivamente il nostro dominio sul mondo e sulla società per vivere in modo più appagante e meno violento. Il risultato è che al momento troviamo sconcertante la morte di 60-80 mila civili in un conflitto, quando solo tre quarti di secolo fa queste cose succedevano una settimana sì e l'altra pure.

La maggior parte degli uomini occidentali o vive nell'illusione e nella nostalgia di quei tempi o vive un senso di colpa castrante. Questo spiega perché non siamo più capace di unirci e combattere seriamente per niente, anche perché abbiamo a disposizione una serie di intrattenimenti mai visti prima, che ci sedano molto. I tempi però stanno cambiando, vuoi perché noi di figli non ne facciamo e gli altri invece sì e questo inevitabilmente renderà dominanti altre culture, vuoi perché molti di noi hanno cominciato a non trovare più questo edonismo appagante.

Per chiarire, quando verrà il momento, non è che noi protesteremo come lo intendi tu, con le bandiere e gli slogan e queste cose inutili; quando verrà il momento - che siano gli occidentali scontenti o quelli che li soppianteranno - semplicemente si riprenderanno il potere e re-imporranno il loro dominio.
 
Per chiarire, quando verrà il momento, non è che noi protesteremo come lo intendi tu, con le bandiere e gli slogan e queste cose inutili; quando verrà il momento - che siano gli occidentali scontenti o quelli che li soppianteranno - semplicemente si riprenderanno il potere e re-imporranno il loro dominio.
Che intendi dire con quest'ultima frase? Ho capito che intendi l'utilizzo della violenza, ma su chi? Su cosa? Sullo stato? Ok. Ci starebbe una rivolta popolare, big fan of it. Ma pensi che ciò cambierebbe la posizione che gli uomini hanno nella società? Dei "diritti" che non hanno sui figli? Perché questo è frutto della società in cui viviamo oggi, per cui non può essere applicato se quella società crolla, in quel caso parliamo di tutt'altro.
 
Che intendi dire con quest'ultima frase? Ho capito che intendi l'utilizzo della violenza, ma su chi? Su cosa? Sullo stato? Ok. Ci starebbe una rivolta popolare, big fan of it. Ma pensi che ciò cambierebbe la posizione che gli uomini hanno nella società? Dei "diritti" che non hanno sui figli? Perché questo è frutto della società in cui viviamo oggi, per cui non può essere applicato se quella società crolla, in quel caso parliamo di tutt'altro.
Intendo dire che ben presto, quando il numero di occidentali autoctoni calerà al punto che saranno - di fatto - solo vecchi rincoglioniti e invece ci saranno moltissime persone appartenenti a culture che vedono le donne, per dirla in modo gentile, in modo diverso, quello che avverrà non potrà essere che un ritorno a una struttura patriarcale, però veramente patriarcale; non so dove vivi, ma se ti fai un giro nei posti dove vivono bengalesi, pakistani e africani nella tua città (se vivi in una grande città) puoi già vedere uno scorcio di futuro. I pochi autoctoni ancora relativamente giovani secondo me seguiranno la corrente.

La società non crollerà, ma tornerà a essere dominata dalla religione e dalla tradizione. Le leggi saranno ispirate a questi principi e non al liberalismo illuminista. Quindi sì, l'attribuzione dei figli sarà davvero, davvero l'ultimo dei problemi.

PS: mi scuso, ho capito il punto implicito. No, finché la società non entrerà in questa crisi e discesa non penso proprio che cambierà niente in modo radicale, quindi continueremo piano piano a perdere diritti.
 
Queste cose dei "mesi" della data iniziativa sono sempre di natura corporativa e servono a estendere un controllo perfino sul calendario interno ed esterno delle persone, proprio come il mese del pride.

Noi uomini abbiamo avuto, per tantissimo tempo, tutti i diritti (e i doveri) che volevamo. Ce li potremmo riprendere in qualsiasi momento, bada, e fai anche conto che - conto grezzo - almeno 2-3 miliardi di uomini in questo mondo tutti i diritti ce li hanno ancora, e forse ne hanno pure troppi, nel senso che fanno il bello e il cattivo tempo nelle loro case, nelle loro famiglie e nella società tutta.

Quelli di cui stai parlando sono gli uomini occidentali, ovvero quelli che nell'ordine hanno: 1) inventato ognuno degli strumenti che hanno rivoluzionato l'esistenza degli esseri umani, portandoci a essere da meri abitanti del pianeta ai suoi indiscussi dominatori, capaci di decidere quali specie vivono e quali muoiono; 2) colonizzato il mondo intero, imponendo il proprio dominio su tutti i continenti; 3) all'apice del nostro potere e del nostro dominio, ci siamo imbarcati in due guerre in cui abbiamo usato tutti gli strumenti a nostra disposizione per massacrarci, e sì, molte donne sono morte, ma il numero di uomini che ci sono rimasti è stato impressionante. Da quel momento in avanti noi occidentali, comprensibilmente, abbiamo deciso di ridurre progressivamente il nostro dominio sul mondo e sulla società per vivere in modo più appagante e meno violento. Il risultato è che al momento troviamo sconcertante la morte di 60-80 mila civili in un conflitto, quando solo tre quarti di secolo fa queste cose succedevano una settimana sì e l'altra pure.

La maggior parte degli uomini occidentali o vive nell'illusione e nella nostalgia di quei tempi o vive un senso di colpa castrante. Questo spiega perché non siamo più capace di unirci e combattere seriamente per niente, anche perché abbiamo a disposizione una serie di intrattenimenti mai visti prima, che ci sedano molto. I tempi però stanno cambiando, vuoi perché noi di figli non ne facciamo e gli altri invece sì e questo inevitabilmente renderà dominanti altre culture, vuoi perché molti di noi hanno cominciato a non trovare più questo edonismo appagante.

Per chiarire, quando verrà il momento, non è che noi protesteremo come lo intendi tu, con le bandiere e gli slogan e queste cose inutili; quando verrà il momento - che siano gli occidentali scontenti o quelli che li soppianteranno - semplicemente si riprenderanno il potere e re-imporranno il loro dominio.
forse il mio contributo suonerà banale, tuttavia provo ad esprimermi comunque. una delle cose che più mi sta a cuore e che è stata sottolineata è stata la necessità di fuoriuscire dalla narrazione tossica per cui un ragazzo e un uomo che mostri maggiormente il proprio lato emotivo viene immediatamente etichettato come un debole. sono d'accordo sul fatto che a partire dalle famiglie, ben prima che dalle scuole, dovrebbe essere implementato un lavoro educativo volto a una maggiore comprensione ed accettazione di queste dinamiche da parte di entrambi i sessi, che ci possano portare a vivere anche in un contesto di coppia secondo modalità finalmente più piene e soddisfacenti che rifuggono dai soliti stereotipi. tuttavia non posso fare a meno di domandarmi fino a che punto la cultura possa influenzare la natura. ovvero, al netto di un lavoro di questo genere, siamo in fondo veramente sicuri che un uomo maggiormente emotivo, fragile, sensibile piaccia davvero alle donne? fino a che punto le nostre aspettative in campo romantico e sentimentale sono compatibili e quando invece cominciano ad entrare in profondo contrasto con le modalità legate al nostro istinto evolutivo? non è un atto di accusa da parte mia, è solo una domanda. mi piacerebbe poterne sapere di più se qualcuno ritiene di poter rispondere adeguatamente.
 
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