Post davvero bello, il tuo racconto mi ha strappato un sorriso.
Io purtroppo non ho troppi ricordi positivi del periodo elementari. In generale non ero molto ben visto dagli altri per il mio essere un "jester" iperattivo, in passato avevo un senso di colpa per essermi rovinato l'immagine però ho compreso di non dovermi sentire in colpa per il passato. Ovviamente chiedo scusa agli insegnanti però io ero un bambino e mi comportavo come tale, volevo solo giocare e divertirmi sempre e quello che facevo non danneggiava mai nessuno se non al massimo la lezione stessa che veniva interrotta. Tuttavia ricordo che ad alcuni riuscivo a stare simpatico per altri motivi, seppur il mio comportamento in classe non piacesse a nessuno.
Purtroppo fuori dalla scuola era difficile vedersi per giocare, sia per i compiti che avevamo per l'indomani a tenerci occupati e sia per l'ambiente circostante. Non eravamo tutti vicini seppur la circoscrizione fosse la stessa per quasi tutti, abitavo in un rione e non c'erano piazze di gioco ma solo stradine e una strada più grande che fungeva da via commerciale. Stesso discorso vale più o meno per gli altri con alcune differenze. Inoltre all'epoca quasi nessuno era abituato ad uscire da solo, io l'avrò fatto pochissime volte per esempio. Al massimo giocavamo all'entrata e uscita da scuola, oppure all'entrata e uscita dell'oratorio o alle feste di compleanno. Fino agli 8 anni non potevo invitare nessuno a casa perché abitavo in un monovano abbastanza disastrato, poi ho cambiato casa per due anni e ho potuto ospitare qualche amichetto all'occorrenza. In quei due anni giocavo sotto casa ma non rimpiango affatto quel periodo, io ho sicuramente avuto delle responsabilità perché non riuscivo a controllare il mio comportamento, però gli altri ne approfittavano per essere spesso aggressivi e gli adulti spesso non mi vedevano di buon occhio. Dentro casa quando c'erano i miei compagni di scuola ci divertivamo a giocare con le macchinine, con la PS2, con i pupazzini oppure a cuscinate. A scuola ogni tanto era difficile giocare pure all'intervallo, perché la nostra maestra ci dava pochissimo tempo per mangiare e dovevamo restare seduti. Negli ultimi anni la situazione è migliorata, giocavamo sempre con le figurine Calciatori Panini oppure facevamo scambi. Mi capitava di essere un po' fregato dai compagni più furbi perché non ero molto esperto di valori di ogni figurina, che ricordi

. Tuttavia ai tempi (seconda/terza elementare) riuscivo delle volte ad incontrarmi con la mia migliore amica dell'epoca nonché compagna di banco, mi accompagnava mio padre che nel frattempo parlava con i suoi amici negozianti, e giocavamo sotto casa sua a rincorrerci oppure coi monopattini, talvolta a palla ma era abbastanza scomodo perché c'era un marciapiede a disposizione ed era pieno di piccole negozi locali. Tuttavia, lasciando perdere queste imperfezioni e queste dinamiche, mi capita tutt'oggi di pensare a quei singoli momenti di svago dove mi sentivo leggermente integrato nella società. Nonostante molte avversità, paradossalmente era il periodo più normale della mia vita dove non mi sentivo così escluso rispetto alle medie e soprattutto le superiori dove c'erano delle gerarchie stabilite e io stavo nel gradino più basso possibile.
Mi chiedo come sarebbe andata se avessi trascorso la mia infanzia in periferia dove vivo adesso. Quando venivo a trovare mia nonna mi capitava spesso di vedere bambini che camminavano in gruppo, gruppi di bambini e ragazzini che giocavano a calcio nel campetto. Tutto questo senza filtri e paternalismi, ho sempre notato più cameratismo nella periferia popolare dove le difficoltà di ognuno vengono comprese di più piuttosto che nei rioni dove la mentalità è simile a quella dei paesini. Qui è pieno di ampie piazzette e praterie immerse tra le case popolari. Io ovviamente non conoscevo nessuno e probabilmente ero più piccolo di loro, quindi non avrei mai avuto il coraggio di unirmi a loro. Però chissà come sarebbe andata se avessi fatto le elementari qui, sicuramente io avrei trovato più comprensione invece della mentalità del puntare il dito, oppure avrei imparato ad essere più spigliato e mi sarei goduto meglio l'infanzia divertendomi in maniera più continua e uscendo spesso con gli amichetti dell'epoca per giocare a palla o pedalare. Ogni tanto mi pongo questo quesito e provo qualche rimpianto. Negli ultimi anni ho rispolverato le abitudini del passato come la collezione di figurine Calciatori o la visione dei vari Gumball, Doraemon, ecc. che io adoravo tantissimo. Ho visto che hai anche nominato le carte di F1, pensa che oggi pomeriggio mi dovrebbe arrivare l'album di figurine della Formula 1 della Topps. La consegna era tra le 13:10 e le 15:10, sono un po' in ritardo ma non fa nulla. Fare le raccolte mi piace molto perché sono un appassionato di mondo calcistico è motorsport ed è un modo di trascorrere il tempo con mio padre e trovare fonte di dialogo. Queste attività magari possono essere mal viste all'età di 20 anni però a me non importa dei giudizi perché ognuno dovrebbe fare quello che preferisce, infatti io non giudico mai nessuno a prescindere da cosa fanno. Io non esco praticamente mai visto che sono isolato dalla società, non ho nessuna fonte esterna di divertimento e di stimolo, quindi cerco di fare tutto ciò che possa darmi felicità e mi renda le giornate più colorate.