Ok, condivido con te la visione piuttosto misogina di questi ambienti, tuttavia c'è anche una componente di cui devi tener conto che è l'aspetto goliardico. Non è una paraculata, certe volte, semplicemente, si esagera perché comunque siamo una truppa, e le dinamiche sono spesso da spogliatoio. Poi l'odio, o per meglio dire l'avversione, nasce dal rapporto conflittuale con l'altro sesso, non è connaturato nel redpillato per partito preso, e devi anche considerare che tra gente che la pensa similmente si tende a raccontarsi la favola di essere migliore degli altri. Vorrei poi concentrarmi sulla tua definizione di donna, tu la intendi come costrutto sociale, dici che la donna non esiste. Io non lo darei per scontato perché l'argomento in realtà è ancora estremamente dibattuto, c è stato un periodo, negli anni60 e 70che in certi ambienti si dicessero che le cose stessero così, senza considerare tutta una serie di implicazioni biologiche che impatta anon, e continuano ad impattare la vita di tutti i giorni, il rapporto coi sessi e il ruolo della donna all'interno della società. Ora, essendo l'argomento complesso e lungo, ti faccio l'esempio più banale: nelle app di incontri, che statistiche alla mano sono i luoghi dove la gente si conosce maggiormente, è stata notata la tendenza che le donne cerchino di selezionare il partner più bello, concentrandosi solo su percentuali intorno al 15% degli uomini. So che é solo un esempio, è solo per darti un'idea del fenomeno.
Poi il fenomeno degli incel, nell'intero mondo occidentale, è in costante aumento da anni, che colpisce trasversalmente percentuali enormi di uomini in età riproduttiva in queste aree geografiche in numeri talmente grossi da considerarlo un fenomeno sociale.
Ormai se ne parla di più per questo, molti esperti parlano di un'esplosione del fenomeno che non può limitarsi ad una ristretta comunità online. Ce ne sarebbe ancora tanto da parlare, ti invito a curiosare nei vari thread e vedrai che si parla molto di filosofia, biologia, esperienze di vita vissuta e psicologia.
Certo c'è una tendenza alla depressione e al cazzeggio, devi comunque considerare che è uno spazio popolato da uomini giovani e frustrati perlopiù.
Capisco quello che dici, e ammetto che in certi ambienti ci sia una componente
goliardica, un linguaggio da "spogliatoio" esasperato, magari anche autoironico a tratti. Però spero che non stai riducendo a questo tutto perché è un po' ignorare il cuore del problema. Anche l’ironia può veicolare contenuti tossici, specialmente se ripetuti in loop e rafforzati da persone che vivono esperienze simili. Per dirla breve: faccio humour sugli ebrei quando so che le persone in sala non si offendono, non ci sono ebrei, oppure mi chiamo Ricky Gervais. Alla lunga, infatti, il confine tra satira e convinzione vera si assottiglia, e il rischio è che un ambiente nato per "sfogarsi" diventi una camera dell’eco dove si legittima la frustrazione e la si converte in ostilità.
Sul punto centrale della tua riflessione, cioè che l’“odio” non è preesistente ma nasce da un conflitto reale con l’altro sesso, voglio farti notare una cosa importante: anche la depressione nasce spesso da un conflitto con la realtà. E come nella depressione, la persona costruisce una narrazione interiore che alimenta il suo malessere, anche il redpillato o il blackpillato rischia di costruirsi una visione del mondo chiusa, dove tutto è filtrato attraverso l’idea che le donne siano ipergamiche, ingiuste, manipolatrici, e che il proprio fallimento sia sempre e solo colpa dell’altro sesso o della biologia.
È una struttura depressiva, nel senso psicologico del termine. Perché si basa su cose tipo FATALISMO (se non sei nel 15%, sei spacciato), PROFEZIA CHE SI AUTOAVVERA (dato che non piaccio, non mi impegno) e DISPERAZIONE ORGANIZZZATA (siamo tutti nella stessa barca, ci facciamo pat pat, ma nessuno si aiuta per uscirne fuori)
Sul tema “la donna non esiste" ci sta che la mia è una provocazione filosofica più che una tesi scientifica, ma è utile a ricordare che ogni idea di "donna", "uomo", "ruolo", è sempre filtrata dalla cultura, dalla storia e dal momento. I dati biologici non vanno negati, ma nemmeno trattati come verità totali che spiegano tutto. L’attrazione nelle app, ad esempio, è un buon esempio per discutere le dinamiche sessuali moderne, ma non può essere usato come verità universale sull’intero comportamento femminile. E soprattutto: anche lì, spesso i dati vengono letti per confermare il proprio dolore, non per comprenderlo davvero.
Percui è vero che il fenomeno degli incel è in aumento, ed è serio, ma pari passo anche la despressione è in aumento. E proprio perché lo è, dobbiamo trattarlo come una questione di salute mentale, non come una nuova ideologia. Bisogna offrire ai ragazzi strumenti per elaborare il rifiuto, il confronto, il desiderio e la frustrazione non per cristallizzarli in una visione del mondo che li incattivisce ancora di più.
Ecco perché, per me, essere redpillati è come essere depressi senza rendersene conto: hai costruito una spiegazione del mondo che ti fa soffrire e ti impedisce di uscirne. È una gabbia mentale. Capire che è una gabbia è il primo passo per rompere le sbarre.