Elezioni USA: l'ultima pagliacciata prima della fine

Dice che i dem mo' devono fare tutta una complicatissima riflessione per capire come mai quelli che tutti giorni definiscono bifolchi, asini, razzisti, zoticoni, puzzolenti, omofobi, sessisti, cafoni, assassini, bestie, merdacce non hanno votato per loro.

Comunque Donald si puó graziare da tutti i processi, mi sono informato.
 
Ora mo' è chiaro che gli influencer di sinistra, i direttori dei giornali di sinistra, gli intellettuali di sinistra oggi stappano lo champagne perché loro con i babau di destra lavorano, guadagnano, campano, ingrassano. Ma questo non deve renderci tristi. Possiamo comunque godere del dolore, dell'angoscia, della paura, delle lacrime vere, oneste, pure di tutti i militanti di sinistra. No, amici, no amiche, il loro dolore non vale meno perché non contano un cazzo. Godiamo delle loro sofferenze con gioia, con felicità. Contro ogni odiatore dell'odio! Avanti!
 
Dice che i dem mo' devono fare tutta una complicatissima riflessione per capire come mai quelli che tutti giorni definiscono bifolchi, asini, razzisti, zoticoni, puzzolenti, omofobi, sessisti, cafoni, assassini, bestie, merdacce non hanno votato per loro.

Comunque Donald si puó graziare da tutti i processi, mi sono informato.
E' in politica per i suoi interessi, come tutti in fin dei conti.
 
Ora mo' è chiaro che gli influencer di sinistra, i direttori dei giornali di sinistra, gli intellettuali di sinistra oggi stappano lo champagne perché loro con i babau di destra lavorano, guadagnano, campano, ingrassano. Ma questo non deve renderci tristi. Possiamo comunque godere del dolore, dell'angoscia, della paura, delle lacrime vere, oneste, pure di tutti i militanti di sinistra. No, amici, no amiche, il loro dolore non vale meno perché non contano un cazzo. Godiamo delle loro sofferenze con gioia, con felicità. Contro ogni odiatore dell'odio! Avanti!
Gelo Intenso, è tutto un teatrino, per farci disperatamente sbattere la testa nei labirinti del nulla.
 
I critici di Trump si sono fissati sul famoso Project 2025, un lungo e minaccioso documento programmatico compilato dalla Heritage Foundation – un think tank di destra – che il presidente ha disconosciuto come fonte ispiratrice. Per trovare un vero “playbook” trumpiano bisogna invece guardare il lavoro dell’America First Policy Institute, un pensatoio fondato nel 2020 con i finanziamenti di tre milionari texani alleati di Trump.

L’istituto ha preparato un’agenda per la transizione dell’amministrazione e ha vergato le bozze di oltre trecento ordini esecutivi per l’inizio del mandato del presidente. Fra le varie proposte convenzionali – togliere i finanziamenti a Planned Parenthood, estendere il diritto a portare armi, uscire dagli accordi di Parigi ecc. – ce n’è una che ha un che di rivoluzionario ed eversivo: cambiare lo status degli impiegati della burocrazia federale per trasformarli in dipendenti “at will”, un po’ come se fossero alle dipendenze di un capo aziendale, il presidente.

«Le agenzie dovrebbero essere libere di rimuovere dipendenti per qualunque ragione, senza la possibilità di fare appello», dice il documento. In pratica, significherebbe trasformare i dipendenti statali in cortigiani presidenziali, esposti allo spoils system delle amministrazioni e ai capricci del capo, senza protezioni che tutelino il loro ruolo di servitori dello stato, non del governo. È questa la nuova versione della «decostruzione dello stato amministrativo».
 
I critici di Trump si sono fissati sul famoso Project 2025, un lungo e minaccioso documento programmatico compilato dalla Heritage Foundation – un think tank di destra – che il presidente ha disconosciuto come fonte ispiratrice. Per trovare un vero “playbook” trumpiano bisogna invece guardare il lavoro dell’America First Policy Institute, un pensatoio fondato nel 2020 con i finanziamenti di tre milionari texani alleati di Trump.

L’istituto ha preparato un’agenda per la transizione dell’amministrazione e ha vergato le bozze di oltre trecento ordini esecutivi per l’inizio del mandato del presidente. Fra le varie proposte convenzionali – togliere i finanziamenti a Planned Parenthood, estendere il diritto a portare armi, uscire dagli accordi di Parigi ecc. – ce n’è una che ha un che di rivoluzionario ed eversivo: cambiare lo status degli impiegati della burocrazia federale per trasformarli in dipendenti “at will”, un po’ come se fossero alle dipendenze di un capo aziendale, il presidente.

«Le agenzie dovrebbero essere libere di rimuovere dipendenti per qualunque ragione, senza la possibilità di fare appello», dice il documento. In pratica, significherebbe trasformare i dipendenti statali in cortigiani presidenziali, esposti allo spoils system delle amministrazioni e ai capricci del capo, senza protezioni che tutelino il loro ruolo di servitori dello stato, non del governo. È questa la nuova versione della «decostruzione dello stato amministrativo».
Idea geniale per elminare il cosiddetto "Stato Profondo". Vedremo se lo farano davvero (lo spero).
 
Molti economisti, non solo democratici, sostengono che se Trump attuerà davvero la sua ricetta economica sui dazi, l’inflazione, appena domata, esploderà di nuovo. E se darà seguito alla promessa di espellere milioni di lavoratori stranieri entrati negli Stati Uniti senza documenti, interi settori dell’economia — agricoltura, agroindustria, lavorazione delle carni, ristorazione, trasporto locale — si fermeranno o saranno assai penalizzati, trasmettendo scosse telluriche a tutta l’economia, oggi in buona salute.

Probabilmente i mercati non credono molto nemmeno a risultati concreti a breve della «cura da cavallo» che Elon Musk intende somministrare alla pubblica amministrazione per aumentarne l’efficienza. L’imprenditore si dice convinto di poter eliminare dal bilancio federale (6.800 miliardi di dollari) spese per 2.000 miliardi. Visto che gran parte del bilancio è fatto di trasferimenti per la sanità pubblica degli anziani (Medicare) e dei più poveri (Medicaid), oltre che per le pensioni di base, e che 850 milioni se ne vanno per la Difesa, Musk non riuscirebbe a ottenere risparmi di quell’entità nemmeno se licenziasse tutti i dipendenti del governo federale.

Ma nell’agenda economica di Trump c’è anche un massiccio aumento delle tariffe. Anche se lui continua a dire che i dazi li pagano i Paesi che esportano, gli operatori pensano che Trump sappia bene che, almeno nell’immediato, a pagare sono gli importatori, e quindi i consumatori americani: ci vorranno molti anni prima che le industrie americane ricomincino a produrre quello che oggi viene importato (se mai accadrà).

Il vero disastro che incombe sull’economia Usa è quello della promessa espulsione di decine di milioni di immigrati clandestini che oggi fanno funzionare settori importanti dell’economia e funzionano da calmiere e “lubrificatore” del mercato del lavoro. Probabilmente farà qualcosa sul piano dimostrativo, e cercherà di arginare i nuovi arrivi. Ma non è nel suo interesse demolire il complesso meccanismo che si è creato negli anni. Non è nel suo interesse di presidente e nemmeno in quello di imprenditore, visto che anche la Trump Organization ha dato spesso lavoro a clandestini.

TLDR: prendo i poppi corni aspettando che Donaldone cacci gli immigrati
 
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Molti economisti, non solo democratici, sostengono che se Trump attuerà davvero la sua ricetta economica sui dazi, l’inflazione, appena domata, esploderà di nuovo. E se darà seguito alla promessa di espellere milioni di lavoratori stranieri entrati negli Stati Uniti senza documenti, interi settori dell’economia — agricoltura, agroindustria, lavorazione delle carni, ristorazione, trasporto locale — si fermeranno o saranno assai penalizzati, trasmettendo scosse telluriche a tutta l’economia, oggi in buona salute.

Probabilmente i mercati non credono molto nemmeno a risultati concreti a breve della «cura da cavallo» che Elon Musk intende somministrare alla pubblica amministrazione per aumentarne l’efficienza. L’imprenditore si dice convinto di poter eliminare dal bilancio federale (6.800 miliardi di dollari) spese per 2.000 miliardi. Visto che gran parte del bilancio è fatto di trasferimenti per la sanità pubblica degli anziani (Medicare) e dei più poveri (Medicaid), oltre che per le pensioni di base, e che 850 milioni se ne vanno per la Difesa, Musk non riuscirebbe a ottenere risparmi di quell’entità nemmeno se licenziasse tutti i dipendenti del governo federale.

Ma nell’agenda economica di Trump c’è anche un massiccio aumento delle tariffe. Anche se lui continua a dire che i dazi li pagano i Paesi che esportano, gli operatori pensano che Trump sappia bene che, almeno nell’immediato, a pagare sono gli importatori, e quindi i consumatori americani: ci vorranno molti anni prima che le industrie americane ricomincino a produrre quello che oggi viene importato (se mai accadrà).

Il vero disastro che incombe sull’economia Usa è quello della promessa espulsione di decine di milioni di immigrati clandestini che oggi fanno funzionare settori importanti dell’economia e funzionano da calmiere e “lubrificatore” del mercato del lavoro. Probabilmente farà qualcosa sul piano dimostrativo, e cercherà di arginare i nuovi arrivi. Ma non è nel suo interesse demolire il complesso meccanismo che si è creato negli anni. Non è nel suo interesse di presidente e nemmeno in quello di imprenditore, visto che anche la Trump Organization ha dato spesso lavoro a clandestini.

TLDR: prendo i poppi corni aspettando che Donaldone cacci gli immigrati
850 miliardi se ne vanno per la difesa forse, o intendi solo il bilancio federale in burocrazia, che è diviso dalle spese militari enormi e gargantuesche per la Difesa/Pentagono?
 
Molti economisti, non solo democratici, sostengono che se Trump attuerà davvero la sua ricetta economica sui dazi, l’inflazione, appena domata, esploderà di nuovo. E se darà seguito alla promessa di espellere milioni di lavoratori stranieri entrati negli Stati Uniti senza documenti, interi settori dell’economia — agricoltura, agroindustria, lavorazione delle carni, ristorazione, trasporto locale — si fermeranno o saranno assai penalizzati, trasmettendo scosse telluriche a tutta l’economia, oggi in buona salute.

Probabilmente i mercati non credono molto nemmeno a risultati concreti a breve della «cura da cavallo» che Elon Musk intende somministrare alla pubblica amministrazione per aumentarne l’efficienza. L’imprenditore si dice convinto di poter eliminare dal bilancio federale (6.800 miliardi di dollari) spese per 2.000 miliardi. Visto che gran parte del bilancio è fatto di trasferimenti per la sanità pubblica degli anziani (Medicare) e dei più poveri (Medicaid), oltre che per le pensioni di base, e che 850 milioni se ne vanno per la Difesa, Musk non riuscirebbe a ottenere risparmi di quell’entità nemmeno se licenziasse tutti i dipendenti del governo federale.

Ma nell’agenda economica di Trump c’è anche un massiccio aumento delle tariffe. Anche se lui continua a dire che i dazi li pagano i Paesi che esportano, gli operatori pensano che Trump sappia bene che, almeno nell’immediato, a pagare sono gli importatori, e quindi i consumatori americani: ci vorranno molti anni prima che le industrie americane ricomincino a produrre quello che oggi viene importato (se mai accadrà).

Il vero disastro che incombe sull’economia Usa è quello della promessa espulsione di decine di milioni di immigrati clandestini che oggi fanno funzionare settori importanti dell’economia e funzionano da calmiere e “lubrificatore” del mercato del lavoro. Probabilmente farà qualcosa sul piano dimostrativo, e cercherà di arginare i nuovi arrivi. Ma non è nel suo interesse demolire il complesso meccanismo che si è creato negli anni. Non è nel suo interesse di presidente e nemmeno in quello di imprenditore, visto che anche la Trump Organization ha dato spesso lavoro a clandestini.

TLDR: prendo i poppi corni aspettando che Donaldone cacci gli immigrati
Forse intendi che non è nel suo interesse deportare gli immigrati, ossia i nuovi schiavi del ventunesimo secolo e del terzo millennio, che fanno i "lavori che gli occidentali non vogliono più fare".
 
Forse intendi che non è nel suo interesse deportare gli immigrati, ossia i nuovi schiavi del ventunesimo secolo e del terzo millennio, che fanno i "lavori che gli occidentali non vogliono più fare".
esatto ma visto che qui sono tutti contro l'immigrazione, sarà divertente vedere la gente delusa da Trump dopo essere stata delusa da Meloni
 
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