In Nepal bloccano i social: questo è il risultato

Dal profilo pubblico facebook di Giorgio Bianchi maggiori dettagli sulla posizione geopolitica del Nepal:

<<La sede del governo a Katmandu è in fiamme da ore.
Il governo nepalese, a seguito di proteste di massa, ha revocato il divieto sulle piattaforme di social media che non si erano registrate presso il Ministero delle Comunicazioni e della Tecnologia dell'Informazione, come Facebook, Instagram, YouTube, X, Reddit e LinkedIn. Il primo ministro Sharma Oli ha spiegato che il governo creerà un comitato speciale per indagare sugli eventi che hanno portato alle rivolte e fornire raccomandazioni per prevenire nuove proteste.
A seguito degli scontri con la polizia, 19 manifestanti sono stati uccisi e più di 300 feriti.
La morte dei manifestanti ha causato le dimissioni del capo del Ministero degli Affari Interni del Nepal, Ramesh Lekhak.
Chi trae vantaggio dal caos nel paese? I legami sempre più profondi del Nepal con la Cina, sua principale fonte di Investimenti Diretti Esteri (IDE) dal 2015, la sua inclusione nell'Iniziativa Belt&Road (BRI) combinata con il suo delicato equilibrio con l'India, rendono il mantenimento dello status quo più vantaggioso per tutti gli attori regionali.
Gli Stati Uniti, d'altra parte, hanno una lunga storia di seminare caos attraverso rivoluzioni colorate. La posizione strategica del Nepal lo rende un potenziale punto di pressione nella rivalità USA-Cina. Un governo filo-occidentale o meno amichevole verso la Cina potrebbe limitare l'espansione della BRI e frenare le ambizioni del Nepal nella SCO. Gli Stati Uniti hanno finanziato programmi in Nepal (ad esempio, USAID, sovvenzione di 500 milioni di dollari nella Millennium Challenge Corporation) per contrastare l'influenza cinese e centinaia di ONG occidentali sono attive nel paese.
Il Nepal è un partner di dialogo nell'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO) e il primo ministro Oli ha recentemente partecipato al vertice di Tianjin del 2025.
Il Nepal ha aderito alla BRI nel 2017. I progetti chiave includono gli aeroporti internazionali di Pokhara e Gautam Buddha, costruiti con finanziamenti cinesi, la ferrovia transfrontaliera Kathmandu-Lhasa, parte della Rete di Connettività Multi-Dimensionale Trans-Himalayana, che collegherà direttamente il Nepal al sistema ferroviario cinese.
La Cina investe pesantemente nell'energia idroelettrica (vitale per le esigenze energetiche del Nepal) e nelle telecomunicazioni, con aziende cinesi come Huawei che espandono le reti 5G.
Manuale USA - Se provocare uno scontro diretto tra Cina e India si dimostra impossibile, accendi le tensioni nel paese tra di loro, il Nepal.
Edit: Il Primo Ministro nepalese Sharma Oli si è dimesso, ha riportato Reuters citando un suo assistente.
Balendra Shah, noto popolarmente come Balen, il potenziale successore del Primo Ministro del è un rapper di 34 anni, ha vinto le elezioni per il sindaco di Kathmandu nel 2022 e, sorpresa sorpresa, va molto d'accordo con l'ambasciatore degli Stati Uniti. Ha sostenuto le proteste antigovernative ed è considerato la scelta preferita dagli attivisti per il ruolo di primo ministro.
Laura Ruggeri
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Dal profilo pubblico facebook di Giorgio Bianchi maggiori dettagli sulla posizione geopolitica del Nepal:

<<La sede del governo a Katmandu è in fiamme da ore.
Il governo nepalese, a seguito di proteste di massa, ha revocato il divieto sulle piattaforme di social media che non si erano registrate presso il Ministero delle Comunicazioni e della Tecnologia dell'Informazione, come Facebook, Instagram, YouTube, X, Reddit e LinkedIn. Il primo ministro Sharma Oli ha spiegato che il governo creerà un comitato speciale per indagare sugli eventi che hanno portato alle rivolte e fornire raccomandazioni per prevenire nuove proteste.
A seguito degli scontri con la polizia, 19 manifestanti sono stati uccisi e più di 300 feriti.
La morte dei manifestanti ha causato le dimissioni del capo del Ministero degli Affari Interni del Nepal, Ramesh Lekhak.
Chi trae vantaggio dal caos nel paese? I legami sempre più profondi del Nepal con la Cina, sua principale fonte di Investimenti Diretti Esteri (IDE) dal 2015, la sua inclusione nell'Iniziativa Belt&Road (BRI) combinata con il suo delicato equilibrio con l'India, rendono il mantenimento dello status quo più vantaggioso per tutti gli attori regionali.
Gli Stati Uniti, d'altra parte, hanno una lunga storia di seminare caos attraverso rivoluzioni colorate. La posizione strategica del Nepal lo rende un potenziale punto di pressione nella rivalità USA-Cina. Un governo filo-occidentale o meno amichevole verso la Cina potrebbe limitare l'espansione della BRI e frenare le ambizioni del Nepal nella SCO. Gli Stati Uniti hanno finanziato programmi in Nepal (ad esempio, USAID, sovvenzione di 500 milioni di dollari nella Millennium Challenge Corporation) per contrastare l'influenza cinese e centinaia di ONG occidentali sono attive nel paese.
Il Nepal è un partner di dialogo nell'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO) e il primo ministro Oli ha recentemente partecipato al vertice di Tianjin del 2025.
Il Nepal ha aderito alla BRI nel 2017. I progetti chiave includono gli aeroporti internazionali di Pokhara e Gautam Buddha, costruiti con finanziamenti cinesi, la ferrovia transfrontaliera Kathmandu-Lhasa, parte della Rete di Connettività Multi-Dimensionale Trans-Himalayana, che collegherà direttamente il Nepal al sistema ferroviario cinese.
La Cina investe pesantemente nell'energia idroelettrica (vitale per le esigenze energetiche del Nepal) e nelle telecomunicazioni, con aziende cinesi come Huawei che espandono le reti 5G.
Manuale USA - Se provocare uno scontro diretto tra Cina e India si dimostra impossibile, accendi le tensioni nel paese tra di loro, il Nepal.
Edit: Il Primo Ministro nepalese Sharma Oli si è dimesso, ha riportato Reuters citando un suo assistente.
Balendra Shah, noto popolarmente come Balen, il potenziale successore del Primo Ministro del è un rapper di 34 anni, ha vinto le elezioni per il sindaco di Kathmandu nel 2022 e, sorpresa sorpresa, va molto d'accordo con l'ambasciatore degli Stati Uniti. Ha sostenuto le proteste antigovernative ed è considerato la scelta preferita dagli attivisti per il ruolo di primo ministro.
Laura Ruggeri
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Quindi il malcontento sicuramente c'era, ma gli Usa avrebbero tutto l'interesse in un cambio di governo. Tutto chiaro...
 
I casi di corruzione che hanno spinto il popolo del Nepal a cacciare il governo sono legati principalmente a sprechi di denaro pubblico e scandali nella gestione statale. Tra i più noti vi è quello dell’acquisto di due jet Airbus da parte della compagnia di bandiera nepalesi, la cui gestione è stata definita una vera “mangiatoia” per politici e funzionari corrotti. Inoltre, la rabbia popolare è amplificata dal divario enorme tra il salario medio dei nepalesi, circa 1.100 euro l’anno, e lo stile di vita lussuoso mostrato dai figli dei ministri nepalesi sui social network. Questi scandali di corruzione, nepotismo e malgoverno hanno alimentato una crescente frustrazione nella popolazione, specie tra i giovani della cosiddetta Generazione Z, che si sono mobilitati in proteste di massa sfociate in scontri violenti.
Il contesto ha visto anche il blocco governativo di 26 piattaforme social (come Facebook, X, WhatsApp, YouTube e LinkedIn), giustificato dal governo come lotta alle fake news ma vissuto come un attacco alla libertà di espressione, dando ulteriore impulso alle proteste. La combinazione di corruzione endemica, nepotismo, mancanza di prospettive economiche e repressione ha spinto migliaia di giovani in strada a Kathmandu e in altre città, culminando nell’incendio del Parlamento e delle residenze di esponenti chiave del governo, con decine di morti tra i manifestanti a seguito degli scontri con la polizia. Questi fatti hanno portato alle dimissioni del premier KP Sharma Oli e di diversi ministri chiave, oltre alla fuga del presidente Ram Chandra Paudel in elicottero. Le proteste sono state un grido di protesta contro anni di mala gestione e corruzione nella classe dirigente nepalesi
 
I casi di corruzione che hanno spinto il popolo del Nepal a cacciare il governo sono legati principalmente a sprechi di denaro pubblico e scandali nella gestione statale. Tra i più noti vi è quello dell’acquisto di due jet Airbus da parte della compagnia di bandiera nepalesi, la cui gestione è stata definita una vera “mangiatoia” per politici e funzionari corrotti. Inoltre, la rabbia popolare è amplificata dal divario enorme tra il salario medio dei nepalesi, circa 1.100 euro l’anno, e lo stile di vita lussuoso mostrato dai figli dei ministri nepalesi sui social network. Questi scandali di corruzione, nepotismo e malgoverno hanno alimentato una crescente frustrazione nella popolazione, specie tra i giovani della cosiddetta Generazione Z, che si sono mobilitati in proteste di massa sfociate in scontri violenti.
Il contesto ha visto anche il blocco governativo di 26 piattaforme social (come Facebook, X, WhatsApp, YouTube e LinkedIn), giustificato dal governo come lotta alle fake news ma vissuto come un attacco alla libertà di espressione, dando ulteriore impulso alle proteste. La combinazione di corruzione endemica, nepotismo, mancanza di prospettive economiche e repressione ha spinto migliaia di giovani in strada a Kathmandu e in altre città, culminando nell’incendio del Parlamento e delle residenze di esponenti chiave del governo, con decine di morti tra i manifestanti a seguito degli scontri con la polizia. Questi fatti hanno portato alle dimissioni del premier KP Sharma Oli e di diversi ministri chiave, oltre alla fuga del presidente Ram Chandra Paudel in elicottero. Le proteste sono state un grido di protesta contro anni di mala gestione e corruzione nella classe dirigente nepalesi
Come ti avevo detto👍🏻 Corruzione e nepotismo sono le cause di questi disordini. Hanno fatto bene ad insorgere secondo me.
 
Tu, come me, hai il privilegio di avere altre alternative per informarti rispetto alla linea politica, sociale, culturale che più preferisci. Sai su che canale televisivo andare, quale giornale comprare, quale politico, critico, intellettuale, attivista ascoltare. In altre realtà tutto questo diventa molto più difficile. I media digitali e globali sono MOLTO più difficili da censurare, da direzionare verso un pensiero unico (anche se qui si continua ad affermare il contrario ma se così fosse questo forum non potrebbe esistere). Finché i social saranno abitati dalle idee di tutti sarà impossibile unificarli verso un pensiero unilaterale e dovessero prendere quella piega verrebbero inventate altre piattaforme per poter parlare liberamente.

La libertà di cui parli è sempre più inesistente. È il classico argomento liberale che, alla prova del tempo, si rivela sempre per quello che è: un'impostura. Tu sei libera di "avere alternative" che ti vengono concesse dai trust (finanziari) che fagocitano tutte le agenzie di produzione del pensiero e che determinano lo spettro di ciò che si può concepire. Nella maggior parte dei casi, ciò che resta non è che viene censurato, ma semplicemente cessa di esistere da solo: muore per essicazione, perché i soldi non annaffiano la pianta . Se ora c'è ancora qualcuno che pensa qualcosa di divergente e il suo pensiero è accessibile, ciò avviene solo perché il processo di omologazione non è ancora completo al 100%. Poi ci sono anche i meccanismi di censura vera e propria, come fatto da Meta in epoca c0v!d o come emerso dai Twitter files; fra qualche tempo il post che sto scrivendo non sarà più pubblicabile senza essere perseguiti in qualche modo (magari con un sistema di credito sociale).

Inoltre, i social sono esplicitamente concepiti con lo scopo di rendere dipendente l'utilizzatore friggendogli il cervello e rendendolo chimicamente schiavo come farebbe una droga, altro che mezzo di libertà. Il fatto che l'unica difesa arrivi da una donna non stupisce, visto che, dati i meccanismi delle dinamiche relazionali, le donne sicuramente sono la categoria che più di ogni altra ha subito l'effetto dei social.
 
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