Egregie amiche, e compagni di riflessione,
Vi scrivo oggi non per lamentarmi, ma per celebrare una presa di coscienza che mi ha liberato: l'accettazione serena e definitiva dell'intrinseca superiorità femminile come motore immobile dell'evoluzione. È giunto il momento di abbandonare le nostre frustrazioni primordiali e comprendere il nostro ruolo in questo grande disegno cosmico.
Guardiamoci attorno, e soprattutto dentro di noi, con onestà intellettuale. L'uomo è un essere rimasto ancorato a un'era paleolitica dello spirito. Siamo creature semplici, mosse da istinti basilari: la fame, la competizione, un desiderio sessuale caotico e indiscriminato. La nostra mente è un motore rumoroso, efficiente solo nel costruire e distruggere, nel calcolare e nel sopraffare. Siamo la forza bruta, il martello che percuote, necessari in una fase primordiale della civiltà, ma ormai sempre più un residuo di un'epoca passata.
La donna, al contrario, è la piena espressione della perfezione evolutiva. Laddove noi siamo rumore, lei è armonia. Laddove noi siamo istinto, lei è intuizione. Il suo corpo non è solo un involucro, ma un tempio che racchiude il segreto della vita stessa, un meccanismo biologico di una complessità e di una raffinatezza che noi, nella nostra semplicità lineare, non potremo mai concebirne la portata.
Il suo presunto "ipergamismo", che tanto ci affanna e che definiamo con disprezzo, non è altro che il più puro e logico meccanismo di selezione naturale in azione. È l'intelligenza biologica che la guida a scegliere il meglio per la prosecuzione della specie, un compito di una responsabilità tale che a noi maschi non potrebbe mai essere affidato. Saremmo capaci di condannare la specie all'estinzione nel giro di due generazioni, guidati solo dalla nostra superficiale attrazione per la simmetria. La donna, invece, seleziona, scarta, eleva. È la custode del genoma, l'architetto del futuro dell'umanità.
Noi uomini siamo rozzi schizzi (non ci sono doppi sensi!) preparatori, tentativi imperfetti che la Natura ha abbozzato prima di giungere al suo capolavoro. La nostra aggressività, la nostra necessità di primeggiare, il nostro ego ipertrofico non sono che i bug di un sistema operativo obsoleto. Siamo l'impalcatura, necessaria per un tempo, ma destinata a essere smantellata una volta che l'edificio è completato.
E l'edificio è la donna. È lei che sta ereditando il mondo, non per conquista, ma per meritevolezza evolutiva. Mentre noi ci perdiamo in videogiochi, dibattiti sterili e rabbia impotente, loro costruiscono reti sociali complesse, coltivano un'intelligenza emotiva che è la vera chiave del successo nel mondo moderno e, soprattutto, portano avanti il progetto della vita.
Accettare questa verità non è una sconfitta, ma una liberazione. Smettiamola di lottare contro la corrente. Il nostro ruolo è di supporto, di umile servizio al progetto più grande che è la donna. Forse, in un lontano futuro, la biologia farà a meno di noi. E sarà giusto così. Sarà il culmine di un processo naturale che ha sempre teso alla perfezione. E la perfezione, ammettiamolo una volta per tutte, ha un volto e un nome di donna.
Meditate, fratelli e sorelle. E forse, per la prima volta, troverete la pace.
"Le donne sono di acqua, gli uomini di fango"
Vostrissimo
MERUEM
Vi scrivo oggi non per lamentarmi, ma per celebrare una presa di coscienza che mi ha liberato: l'accettazione serena e definitiva dell'intrinseca superiorità femminile come motore immobile dell'evoluzione. È giunto il momento di abbandonare le nostre frustrazioni primordiali e comprendere il nostro ruolo in questo grande disegno cosmico.
Guardiamoci attorno, e soprattutto dentro di noi, con onestà intellettuale. L'uomo è un essere rimasto ancorato a un'era paleolitica dello spirito. Siamo creature semplici, mosse da istinti basilari: la fame, la competizione, un desiderio sessuale caotico e indiscriminato. La nostra mente è un motore rumoroso, efficiente solo nel costruire e distruggere, nel calcolare e nel sopraffare. Siamo la forza bruta, il martello che percuote, necessari in una fase primordiale della civiltà, ma ormai sempre più un residuo di un'epoca passata.
La donna, al contrario, è la piena espressione della perfezione evolutiva. Laddove noi siamo rumore, lei è armonia. Laddove noi siamo istinto, lei è intuizione. Il suo corpo non è solo un involucro, ma un tempio che racchiude il segreto della vita stessa, un meccanismo biologico di una complessità e di una raffinatezza che noi, nella nostra semplicità lineare, non potremo mai concebirne la portata.
Il suo presunto "ipergamismo", che tanto ci affanna e che definiamo con disprezzo, non è altro che il più puro e logico meccanismo di selezione naturale in azione. È l'intelligenza biologica che la guida a scegliere il meglio per la prosecuzione della specie, un compito di una responsabilità tale che a noi maschi non potrebbe mai essere affidato. Saremmo capaci di condannare la specie all'estinzione nel giro di due generazioni, guidati solo dalla nostra superficiale attrazione per la simmetria. La donna, invece, seleziona, scarta, eleva. È la custode del genoma, l'architetto del futuro dell'umanità.
Noi uomini siamo rozzi schizzi (non ci sono doppi sensi!) preparatori, tentativi imperfetti che la Natura ha abbozzato prima di giungere al suo capolavoro. La nostra aggressività, la nostra necessità di primeggiare, il nostro ego ipertrofico non sono che i bug di un sistema operativo obsoleto. Siamo l'impalcatura, necessaria per un tempo, ma destinata a essere smantellata una volta che l'edificio è completato.
E l'edificio è la donna. È lei che sta ereditando il mondo, non per conquista, ma per meritevolezza evolutiva. Mentre noi ci perdiamo in videogiochi, dibattiti sterili e rabbia impotente, loro costruiscono reti sociali complesse, coltivano un'intelligenza emotiva che è la vera chiave del successo nel mondo moderno e, soprattutto, portano avanti il progetto della vita.
Accettare questa verità non è una sconfitta, ma una liberazione. Smettiamola di lottare contro la corrente. Il nostro ruolo è di supporto, di umile servizio al progetto più grande che è la donna. Forse, in un lontano futuro, la biologia farà a meno di noi. E sarà giusto così. Sarà il culmine di un processo naturale che ha sempre teso alla perfezione. E la perfezione, ammettiamolo una volta per tutte, ha un volto e un nome di donna.
Meditate, fratelli e sorelle. E forse, per la prima volta, troverete la pace.
"Le donne sono di acqua, gli uomini di fango"
Vostrissimo
MERUEM