Mi ricordo le uscite delle superiori con i betucci di "amici" che avevo. Il provare a vivere gli anni migliori, ma tutte le strade alla fine portavano a crudezze e bava alla bocca da parte nostra.
C'era lo spilungone con i capelli rossi con cui andavo in palestra, ci ammazzavano tanto con la ghisa ma alle passeggiate da froci, alla fine, passavano tutto il tempo a invidiare i chaddini che possedevano ragazze di ogni tipo.
C'era il nano nerd con l'asma, a cui facevo da bodyguard. Prendere un semplice treno era un odissea, tra fermate da evitare, vagoni in mano a babygang, per poi come destinazione il Gamestop in città.
C'era il musicista fallito, che pensava di aumentare S con il rock old school, passavo i pomeriggi a seguirlo mentre leccava gli scroti di chiunque possedesse una chitarra.
C'erano tanti sfigati, e poi c'ero io.
Uno che non accettava di essere friendzonato, mentre gli altri se la spassavano con due relazioni contemporaneamente.
La morale? Non tentare di godersi una realtà che non ci appartiene.