Presentazione

Narciso

New member
Rifletto da anni sulla mia condizione e credo di aver finalmente capito qual è il vero problema che mi affligge.
La quasi totalità dei miei problemi, attuali e storici, è dovuta al mio aspetto fisico.
Fra tutti i traumi subiti quelli peggiori sono dovuti al mio aspetto fisico.
Fra tutti i difetti, e ce ne sono di gravissimi, ciò che incide maggiormente sono gli OCCHI.
Dopo aver scattato innumerevoli foto e averle analizzate, studiate, aver fatto confronti con altre immagini raffiguranti terzi posso dire con certezza che l'handicap più grande, quello che inficerebbe qualsiasi tentativo miglioramento possibile sono i miei occhi.
Occhi a palla, occhi da pesce lesso, bulging eyes, bug eyes o come li si voglia chiamare.
Ricordo innumerevoli volte in cui mi è stato chiesto perché fossi triste: non lo ero.
Ricordo quante volte le mie emozioni sono state fraintese; i miei occhi non sono espressivi o esprimono qualcosa di diverso da ciò che provo.
Recentemente sono stato accusato da mio padre di averlo aggredito e di avere gli occhi che mi uscivano dalle orbite (per la rabbia, secondo lui!).
Ho ancora in mente la risata isterica di un collega, quando durante una videochat su una piattaforma apposita a cui lui e un altro partecipavano (io mi trovavo alle loro spalle), un ragazzo della videochat mi ha indicato come a dire: "guarda quello scemo quanto è brutto". Una risata sofferta ma di gusto, amara ma soddisfatta.
O ancora la frase pronunciata ai tempi delle superiori da un ragazzo che mi cercava e voleva sapere dove fosse quel "ragazzo che SEMBRA scemo".
O ancora lo stupore di chi si sorprendeva del fatto che io fossi in grado di esprimere dei pensieri intelligenti (data la mia aria poco sveglia, aggiungo).
E potrei fare migliaia di altri esempi in cui sono stato trattato con sufficienza, con disprezzo, come fossi un ritardato.
Oppure di quante volte mi è stato detto (quando chiedevo pareri o quando questi mi sono stati forniti senza richiesta su quali fossero i miei difetti fisici) di essere troppo magro, di essere grasso o di non esserlo affatto, di non essere né alto né basso, di sembrare più vecchio o più giovane. Di essere vestito male, trascurato.
Di non essere brutto, ma...
Tutti vedono in me un difetto ma nessuno sembra capire cosa sia che non va nel mio aspetto.
Ognuno sembra individuare il difetto ora su una parte del corpo ora sull'altra oppure su altri fattori (che, come nel caso della cura della persona sarebbero facilmente risolvibili ma per questi idioti è come se fossero delle mie caratteristiche intrinseche).
I più svegli individuano negli occhi il problema ma non ne afferrano la natura.
Pensano che si tratti banalmente dell'espressione. Di sguardi. Di occhi tristi per la depressione o l'invidia o chissà quale altro sentimento negativo.
Ho l'aspetto di una persona portatrice di handicap.
E, infondo, lo sono: la mia bruttezza è un handicap.
Ci sono tanti tipi di bruttezza, tanti difetti. Il mio è devastante.
Mi conferisce non l'aspetto di un orco, di un bruto o di qualcuno di pericoloso e da temere. No.
Ho l'aspetto di un malato di mente grave, di uno con un grave deficit cognitivo e questa cosa non posso accettarla.
Il volto non posso nasconderlo dentro un abito, un paio di mutande o un cappello.
Il volto è la parte più importante, ciò che siamo costretti a mostrare e ciò che ci identifica. Noi siamo il nostro volto. E io ho un volto terribilmente brutto.
Non è una bruttezza normale, di un brutto che possiamo incontrare comunemente per strada.
Non è una bruttezza che suscita schifo. È una bruttezza che suscita pena, perlomeno nei soggetti empatici.
In chi empatico non lo è, invece, fa scattare l'istinto predatorio e io mi mostro come una potenziale vittima di cui disporre a piacimento.
Trasmette disagio e debolezza.
Questo non lo posso accettare, è troppo.
Con tutti i difetti fisici che ho questo è davvero il più invalidante.
So quanto il mio volto abbia influito negativamente nei rapporti sociali.
Con i pari, con le ragazze, con gli insegnanti, coi colleghi, con la gente che si frequenta o che si vede casualmente alla posta o al supermarket, conoscenti e sconosciuti.
Ormai non riesco più a guardare gli altri in faccia. Vorrei sparire, vorrei che nessuno vedesse più il mio volto di merda.
Non cerco qualcuno che mi accetti per come sono. Non mi sentirei comunque a mio agio. E, dopotutto, è altamente probabile che, se questa ipotetica persona prova attrazione per me, il suo sentimento non sia reciproco.
Per quanto brutto posso essere anche io ho dei canoni estetici e desidererei la bellezza o, perlomeno, la normalità.
Io stesso provo un forte senso repulsione nei confronti dei brutti, perlomeno immaginando una situazione di intimità con un'ipotetica persona pariestetica.
Non posso che associare il sesso alla bellezza, alla salute e alla giovinezza.
Non riesco nemmeno più ad immaginarmi in una situazione di intimità.
Non vorrei nemmeno farlo con chi incarna il mio ideale di bellezza: sentirei di sporcare e corrompere quei corpi perfetti con la mia bruttezza.
Non vorrei neanche diventare bello: la mia ambizione sarebbe diventare NORMALE.
Uno senza infamia e senza lode, come ce ne sono centinaia di milioni.
Perché la mia bruttezza non è di quelle a cui si è abituati, no.
È di quelle che fanno chiedere: "chissà che malattia ha questo, poveraccio". Di quelle che attirano gli sguardi dei curiosi, che non si trattengono, come i bambini che fa fissano gli handicappati.
Come quando c'è un incidente sulla strada e ci si mette le mani negli occhi tenendo aperto uno spiraglio per sbirciare. Una bruttezza repellente ma che al tempo stesso genera curiosità.
Vorrei sentirmi nulla. Essere un anonimo signor nessuno che si confonde fra la folla.
Invece spicco, negativamente.
La normalità sarebbe per me un grande traguardo.
Vorrei sentirmi davvero nulla, insignificante. Non destare alcuna attenzione. Passare inosservato.
Non vivo il dramma di chi si sente una nullità. Vivo il dramma di chi sente una merda puzzolente e brutta da vedere, che infastidisce gli altri con la sua presenza.
Non sento il peso di chi non si sente abbastanza ma quello di chi è troppo, nel senso più deteriore.
Vorrei non esserci. Non essere mai stato. E invece mi sento più che mai vivo, perché seppur incapace di provare piacere sento il dolore e sento solo quello.
Al massimo posso ambire a dei brevissimi momenti di sollievo dal dolore ma niente più.
Con un corpo in decadimento costante, sempre più corrotto e imbruttito e una mente sempre più abbrutita dalla vita.
Oltre a questo dramma devo pure sorbirmi chi vorrebbe negare il mio problema.
Chi mi accusa di esserne io stesso la causa.
Che pensa che non si tratti di un problema (i problemi sono altri!).
Che pensa siano tutte seghe mentali.
Che pensa che io sia narcisista, paranoide, schizoide, schizotipico, schizofrenico, borderline, ossessivo-compulsivo, DISMORFOFOBICO!
Mi sento come un Ferrero Rocher avvolto in un pezzo di carta igienica fra tante merde avvolte da incarti dorati.
Perché il destino non mi ha dotato di un involucro degno?
Non voglio la comprensione di nessuno. Non voglio la compassione di nessuno, se non di coloro che riconoscono il mio problema senza farmelo pesare.
Non voglio però la pena di nessuno.
Tra il fare pena e il fare schifo preferisco far schifo.
E allora schifo sia.
 
Io ho quelli che vengono definiti hunter eyes, peccato uno è dislivellato rispetto all'altro di almeno 5-6 millimetri il che oltre a mandare tutto a puttane mi fa sembrare strabbico in diverse foto anche se non lo sono. Fare schifo è liberatorio comunque. Penso per un narcisista come me sarebbe stato peggio essere un 5 che un 3, immagina una vita nel dubbio in cui vai bene forse ma mai abbastanza.
 
Rifletto da anni sulla mia condizione e credo di aver finalmente capito qual è il vero problema che mi affligge.
La quasi totalità dei miei problemi, attuali e storici, è dovuta al mio aspetto fisico.
Fra tutti i traumi subiti quelli peggiori sono dovuti al mio aspetto fisico.
Fra tutti i difetti, e ce ne sono di gravissimi, ciò che incide maggiormente sono gli OCCHI.
Dopo aver scattato innumerevoli foto e averle analizzate, studiate, aver fatto confronti con altre immagini raffiguranti terzi posso dire con certezza che l'handicap più grande, quello che inficerebbe qualsiasi tentativo miglioramento possibile sono i miei occhi.
Occhi a palla, occhi da pesce lesso, bulging eyes, bug eyes o come li si voglia chiamare.
Ricordo innumerevoli volte in cui mi è stato chiesto perché fossi triste: non lo ero.
Ricordo quante volte le mie emozioni sono state fraintese; i miei occhi non sono espressivi o esprimono qualcosa di diverso da ciò che provo.
Recentemente sono stato accusato da mio padre di averlo aggredito e di avere gli occhi che mi uscivano dalle orbite (per la rabbia, secondo lui!).
Ho ancora in mente la risata isterica di un collega, quando durante una videochat su una piattaforma apposita a cui lui e un altro partecipavano (io mi trovavo alle loro spalle), un ragazzo della videochat mi ha indicato come a dire: "guarda quello scemo quanto è brutto". Una risata sofferta ma di gusto, amara ma soddisfatta.
O ancora la frase pronunciata ai tempi delle superiori da un ragazzo che mi cercava e voleva sapere dove fosse quel "ragazzo che SEMBRA scemo".
O ancora lo stupore di chi si sorprendeva del fatto che io fossi in grado di esprimere dei pensieri intelligenti (data la mia aria poco sveglia, aggiungo).
E potrei fare migliaia di altri esempi in cui sono stato trattato con sufficienza, con disprezzo, come fossi un ritardato.
Oppure di quante volte mi è stato detto (quando chiedevo pareri o quando questi mi sono stati forniti senza richiesta su quali fossero i miei difetti fisici) di essere troppo magro, di essere grasso o di non esserlo affatto, di non essere né alto né basso, di sembrare più vecchio o più giovane. Di essere vestito male, trascurato.
Di non essere brutto, ma...
Tutti vedono in me un difetto ma nessuno sembra capire cosa sia che non va nel mio aspetto.
Ognuno sembra individuare il difetto ora su una parte del corpo ora sull'altra oppure su altri fattori (che, come nel caso della cura della persona sarebbero facilmente risolvibili ma per questi idioti è come se fossero delle mie caratteristiche intrinseche).
I più svegli individuano negli occhi il problema ma non ne afferrano la natura.
Pensano che si tratti banalmente dell'espressione. Di sguardi. Di occhi tristi per la depressione o l'invidia o chissà quale altro sentimento negativo.
Ho l'aspetto di una persona portatrice di handicap.
E, infondo, lo sono: la mia bruttezza è un handicap.
Ci sono tanti tipi di bruttezza, tanti difetti. Il mio è devastante.
Mi conferisce non l'aspetto di un orco, di un bruto o di qualcuno di pericoloso e da temere. No.
Ho l'aspetto di un malato di mente grave, di uno con un grave deficit cognitivo e questa cosa non posso accettarla.
Il volto non posso nasconderlo dentro un abito, un paio di mutande o un cappello.
Il volto è la parte più importante, ciò che siamo costretti a mostrare e ciò che ci identifica. Noi siamo il nostro volto. E io ho un volto terribilmente brutto.
Non è una bruttezza normale, di un brutto che possiamo incontrare comunemente per strada.
Non è una bruttezza che suscita schifo. È una bruttezza che suscita pena, perlomeno nei soggetti empatici.
In chi empatico non lo è, invece, fa scattare l'istinto predatorio e io mi mostro come una potenziale vittima di cui disporre a piacimento.
Trasmette disagio e debolezza.
Questo non lo posso accettare, è troppo.
Con tutti i difetti fisici che ho questo è davvero il più invalidante.
So quanto il mio volto abbia influito negativamente nei rapporti sociali.
Con i pari, con le ragazze, con gli insegnanti, coi colleghi, con la gente che si frequenta o che si vede casualmente alla posta o al supermarket, conoscenti e sconosciuti.
Ormai non riesco più a guardare gli altri in faccia. Vorrei sparire, vorrei che nessuno vedesse più il mio volto di merda.
Non cerco qualcuno che mi accetti per come sono. Non mi sentirei comunque a mio agio. E, dopotutto, è altamente probabile che, se questa ipotetica persona prova attrazione per me, il suo sentimento non sia reciproco.
Per quanto brutto posso essere anche io ho dei canoni estetici e desidererei la bellezza o, perlomeno, la normalità.
Io stesso provo un forte senso repulsione nei confronti dei brutti, perlomeno immaginando una situazione di intimità con un'ipotetica persona pariestetica.
Non posso che associare il sesso alla bellezza, alla salute e alla giovinezza.
Non riesco nemmeno più ad immaginarmi in una situazione di intimità.
Non vorrei nemmeno farlo con chi incarna il mio ideale di bellezza: sentirei di sporcare e corrompere quei corpi perfetti con la mia bruttezza.
Non vorrei neanche diventare bello: la mia ambizione sarebbe diventare NORMALE.
Uno senza infamia e senza lode, come ce ne sono centinaia di milioni.
Perché la mia bruttezza non è di quelle a cui si è abituati, no.
È di quelle che fanno chiedere: "chissà che malattia ha questo, poveraccio". Di quelle che attirano gli sguardi dei curiosi, che non si trattengono, come i bambini che fa fissano gli handicappati.
Come quando c'è un incidente sulla strada e ci si mette le mani negli occhi tenendo aperto uno spiraglio per sbirciare. Una bruttezza repellente ma che al tempo stesso genera curiosità.
Vorrei sentirmi nulla. Essere un anonimo signor nessuno che si confonde fra la folla.
Invece spicco, negativamente.
La normalità sarebbe per me un grande traguardo.
Vorrei sentirmi davvero nulla, insignificante. Non destare alcuna attenzione. Passare inosservato.
Non vivo il dramma di chi si sente una nullità. Vivo il dramma di chi sente una merda puzzolente e brutta da vedere, che infastidisce gli altri con la sua presenza.
Non sento il peso di chi non si sente abbastanza ma quello di chi è troppo, nel senso più deteriore.
Vorrei non esserci. Non essere mai stato. E invece mi sento più che mai vivo, perché seppur incapace di provare piacere sento il dolore e sento solo quello.
Al massimo posso ambire a dei brevissimi momenti di sollievo dal dolore ma niente più.
Con un corpo in decadimento costante, sempre più corrotto e imbruttito e una mente sempre più abbrutita dalla vita.
Oltre a questo dramma devo pure sorbirmi chi vorrebbe negare il mio problema.
Chi mi accusa di esserne io stesso la causa.
Che pensa che non si tratti di un problema (i problemi sono altri!).
Che pensa siano tutte seghe mentali.
Che pensa che io sia narcisista, paranoide, schizoide, schizotipico, schizofrenico, borderline, ossessivo-compulsivo, DISMORFOFOBICO!
Mi sento come un Ferrero Rocher avvolto in un pezzo di carta igienica fra tante merde avvolte da incarti dorati.
Perché il destino non mi ha dotato di un involucro degno?
Non voglio la comprensione di nessuno. Non voglio la compassione di nessuno, se non di coloro che riconoscono il mio problema senza farmelo pesare.
Non voglio però la pena di nessuno.
Tra il fare pena e il fare schifo preferisco far schifo.
E allora schifo sia.
Metti degli occhiali da sole semitrasparenti stile briatore
 
Perché secondo te la gente trova da scopare a lavoro principalmente?
Premetto questo: a me di scopare non frega nulla.
Sono impotente, non mi tira neanche coi farmaci. Non riesco nemmeno a masturbarmi.
Non riesco nemmeno a immaginarmi in una situazione di intimità.
Vorrei superare il disagio provocato dal mio volto, tutto qui.
Non voglio essere preso per deficiente per il mio aspetto.
A un normaloide non sono richieste particolari dimostrazioni intellettuali, si dà per scontato che sia dotato di un'intelligenza nella norma.
Invece vengo sempre preso per fesso.
 
Te ci scherzi ma per un normaloide è un ottimo posto per rimorchiare, soprattutto se vuoi sfruttare il "famoso" MS...
Si per carità sicuramente è un bacino di pesca ma a meno che tu non sia in un'azienda veramente grossa e con anche tante donne e ci sono tanti momenti di interazione ecc... É un bacino molto limitato
 
Te ci scherzi ma per un normaloide è un ottimo posto per rimorchiare, soprattutto se vuoi sfruttare il "famoso" MS...
Per la cronaca: faccio l'operaio in un'azienda (non specifico di quale tipo).
Il caposquadra è una donna.
Il decerebrato proprietario dell'azienda ha avuto la brillante idea di mettere una donna, una pazza isterica zitella ultracinquantenne, per giunta anche di bell'aspetto ma pur sempre acida (e presunta vergine, a detta di chi la conosce bene) a gestire una squadra di operai maschi.
Inutile dire che il trattamento riservato a noi varia in base all'altezza e alla bellezza fisica, con i giovani fighetti che possono non fare allegramente un cazzo senza che la signorina abbia alcunché da ridire e con i più brutti trattati alla stregua di schiavi, senza che venga riconosciuto il valore del loro lavoro. Cornuti e mazziati.
C'è uno alto grande e grosso che non ha mai fatto una mazza da quando è stato assunto e la puttana lo ha raccomandato al gestore dell'azienda: da allora gode ancora di più di un trattamento privilegiato.
Se io mi fermo un minuto per bere vengo redarguito mentre i belli possono non lavorare tutto il giorno e nessuno li rimprovera.
 
Ma quanti anni hai e da quanto sei impotente? Non si può fare assolutamente nulla?
L'impotenza ha sia cause psicosomatiche che fisiologiche.
Sono stato da decine di urologi e ho fatto svariate visite e esami.
La componente psicologica gioca un ruolo importante ma non è l'unica causa.
Ho delle deformità a livello della colonna vertebrale che causano problemi neurologici e anche questo incide sul problema.
 
Si ma quanti anni hai e da quanto sei impotente?
34 e ho iniziato ad avere problemi già durante la pubertà.
Molti urologi ai quali mi sono rivolto hanno trascurato il problema.

Addirittura un'urologa donna mi ha detto che dal momento che non avevo una fidanzata l'impotenza non era un problema!
Pensa te come ragionano. Scemo io che sono andato da un'urologa.

Non mi pesa tanto perché i pochissimi rapporti sessuali che ho avuto sono stati pessimi e non ho provato alcun piacere.
Più che il non fare qualcosa mi pesa il non poterlo fare, mi disturba il fatto di non avere controllo sulla situazione.

storia strappalacrime
Non voglio suscitare pena, l'ho già detto.
 
Scusa ma quindi non puoi e non vuoi farlo, che ti frega allora? Figurati che qui ci sono molti che cercano di autoconvincersi che non vogliono (ma in realtà muoiono dalla voglia) tu invece non vuoi davvero!! Per carità mi rendo che comunque è snervante ma guarda il lato positivo
 
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