Il punto non sono neanche le statistiche. Il vostro razzismo si vede nei singoli casi...Dove senza prove di alcun tipo emmetete dichiarazione odiose su interi gruppi. Spesso utilizzando termini razzisti con messaggi palesemente violenti.
È una conseguenza,come la tizia che ha travolto il rapinatore marocchino.
Le persone iniziano ad accumulare frustrazione, perché oggettivamente,questi immigrati creano non poco disagio e pericolo per le strade, c'è inoltre la consapevolezza che questa lenta colonizzazione porterà nel tempo allo stravolgimento dell'Europa come la conosciamo.
Nella maggioranza delle carceri ci stanno loro del resto.
Un periodo stavo spesso a milano,e in particolare la stazione centrale è un letamaio a causa loro.
Adesso approfondiamo un'attimo:
-di base,noi siamo il prodotto dell'ambiente in cui cresciamo e della nostra genetica,se questi immigrati venissero cresciuti nel contesto in cui viene cresciuto un'Italiano ad esempio,sarebbe civilizzato come lo è l'italiano.
Viceversa un italiano cresciuto in africa che arriva qui,sarebbe un selvaggio.
Anche fra questi gruppi ci sono persone che, vuoi perché provenienti da zone più civilizzate di sti paesi, perché magari hanno ricevuto determinate opportunità, perché non sono alcolizzati e tossici,arrivano qui e si ambientano,trovano lavoro e fanno parte della società(e tanto di cappello a loro che hanno sormontato difficoltà e pregiudizi che tantissima altra gente si sarebbe arresa subito)
Venendo ai selvaggi,vai a vedere che razza di background hanno,non sono assimilabili,non sarebbero in grado di lavorare,e in più,qui manca l'organizzazione per provare ad integrarli,a dargli lavoro e dignità,e soprattutto per ributtare dall'altra parte quelli che si dimostrano non collaborativi.
Finiscono nei giri di tossicodipendenza e spaccio, alcolismo,o addirittura arrivano qui che hanno già l'intenzione di delinquere,o sono già dei tossici
Dal punto di vista demografico, purtroppo arrivano prevalentemente uomini,e questo crea ovvi problemi.
C'è poi il discorso religioso, all'italiano medio del cristianesimo non frega più un cazzo,ma tanti di questi sono militanti sul discorso religioso.
Per quanto riguarda le seconde terze generazioni ecc., alcuni si adattano, tuttavia, c'è da una parte l'influenza dei genitori a mantenere una determinata cultura,spesso il padre è assente (questo causa enormi problemi,basta osservare nelle gang di negri americani quasi nessuno ha un padre presente), inoltre c'è la continua propaganda musicale che spinge ad imitare un dato modello(questo anche negli italiani),e uno stereotipo che si autoconferma.
Il discorso è ampio.
Tu ti concentri sul discorso umanitario,non ho nulla contro uno che arriva qui con la seria intenzione di lavorare e fare una vita migliore di quella che gli offre la sua terra natale,e lo stato dovrebbe fornire tali strumenti,ma dovrebbe anche esserci un limite all'immigrazione annuale,per genere e fasce di età, così come politiche e una infrastruttura per espatriare chi commette determinati crimini.
È facile pontificare essendo sempre stati abituati alla comoda vita occidentale,ma il problema rimane e andrebbe risolto finché si può,al di là dei discorsi morali.