San Valentino

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SimplyNotEnough

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Blackpillato
Oggi è San Valentino! Quella che da dover essere una festa pura e con un significato, è stata man mano travisata e sfasciata dalla società occidentale turbocapitalista e ipersessualizzata, che da essere la festa degli innamorati, l’ha resa la festa dei fidanzati, spesso neanche tanto fedeli. Tutti sono felici, o almeno così sembra. Chi ieri litigava, si cornificava a vicenda e si aggrediva sia fisicamente che verbalmente, oggi come per magia uscirà a cena fuori, come se nulla fosse successo, ad ostentare e mostrare al mondo quanto loro siano davvero felici, a differenza dei single sfigati e rifiutati dal mondo che copano dedicandosi alle loro passioni.
Il nostro Sandro stasera rimarrà a casa, la sua crush gli ha dato il palo e suo cugino Samuele è impegnato; Oggi non è andato a lezione per vedersi con Gaia, una Dea poco più grande di lui, che ha conosciuto la settimana scorsa nella nuova palestra in cui si è iscritto. Gaia è una mora con due grandi occhi celesti e un viso dai tratti angelici, su un corpo di 1.75m tutto curve e dalla pelle chiarissima, liscia e soffice come la seta; praticamente, la fotocopia di Alexandra Daddario in Baywatch. Tra poche ore lui fregherà l’auto del padre, che è via per lavoro; una vecchia Z3 individual che, nonostante gli anni, continua ad avere il suo perché e, soprattutto, “rimane pur sempre una BMW”. Con quella, pur rischiando grosso in quanto troppo potente per un neopatentato, passerà a prendere Gaia, per poi imboccare suggestive strade secondarie che li porteranno in un borghetto nell’entroterra, dove hanno programmato una gitarella fuori porta con happy ending, durante la quale si faranno una passeggiata al tramonto e mangeranno qualcosa al volo in una trattoria tipica, per poi passare la notte in una casetta a schiera nel pieno centro del borghetto, adibita ad Airbnb.
Mentre i due si godono la serata, Sandro si fa una lunga e calda doccia, tentando invano di compensare quel calore umano che lui, a differenza di molti, stasera non riceverà. Pensa a Sara, la sua One Itis, nonché la ragazza a cui dette il suo primo e unico bacio, prima che si perdessero di vista a causa del trasferimento di lei e, soprattutto, prima che l’acne gli desse il colpo di grazia, sfigurandogli completamente il viso. L’ha reincontrata ad inizio anno accademico, al bar di fronte alla sua facoltà. Ha scoperto, parlandoci, che è rientrata in città per frequentare, pure lei, l’università, ed attualmente vive dai suoi nonni in attesa che la madre la raggiunga in quanto, nel frattempo, i suoi genitori si sono separati ufficialmente, dopo esserlo stati in casa per diversi anni. Purtroppo, però, della Sara che si ricorda lui non rimaneva praticamente niente: lei, a differenza sua, era cresciuta più che bene; la ragazzina bassa e leggermente sovrappeso che era, adesso è diventata una cavallona di quasi un metro e ottanta, dal fisico slanciato e tonico come pochi. In viso, le guance paffute che aveva sono completamente sparite, mettendo finalmente in risalto i suoi zigomi e la sua mandibola pressoché perfetti. Anche dell'animo buono e innocente di cui Sandro si era innamorato è rimasto ben poco; gli anni nell’altra città, fatti di relazioni tossiche, giri sbagliati e un clima familiare turbolento, l’hanno cambiata completamente e in peggio, rendendola un guscio vuoto; privo di empatia, incapace di affezionarsi e drogato di validazione. Proprio per questo motivo si è riavvicinata a Sandro, ovvero per nutrirsi delle sue ingenue attenzioni, fino all’ultima goccia, quelle attenzioni che per lei sono linfa vitale, e che però è costretta ad andare a ricercare in esseri che reputa dei subumani, non riuscendo a riceverne da chi vorrebbe davvero.
Lei Sandro lo cerca, gli racconta tutto, spesso, per gioco, ci flirta pure, ma quando si tratta di appuntamenti, magicamente, ha sempre qualcos’altro da fare.
“Venerdì non posso, so che è San Valentino, ma ho già un impegno in programma con una mia amica, spero non sia un problema per te😊", così recitava quel, maledetto messaggio.
Sandro è ancora sotto la doccia, da quasi quaranta minuti ormai. Quel calore, unito al pensiero di lei, iniziano a fargli venire strani stimoli, che pian piano si fanno sempre più forti, fino a portarlo a sedersi sul piatto doccia ed iniziare a darci dentro. Dopo una decina di minuti, grazie anche all’acqua calda che nello scorrere gli carezza le parti intime, viene travolto da una scarica di piacere che gli si propaga lungo tutta la spina dorsale e oltre, fino a togliergli completamente la voce. Sara, seppur inconsapevole di ciò, gli ha regalato i dieci minuti più belli della sua esistenza.
Uscito di doccia, si erano fatte le 23 circa e Sandro, annoiato e in piena depressione post sborrata, decide di tirarsi su il morale facendosi un giro in macchina, approfittando delle strade che, per ovvie ragioni, in quel momento saranno sicuramente deserte. Decide quindi di scendere in cortile, dove lo aspetta la sua nuova compagna di avventure: L’Alfa Romeo GTV, amaranto con interni in finissima pelle color tabacco, che ha appena ereditato dal nonno da poco defunto, dopo averla amata ed ammirata sin da quando era piccolo. È stata l’unica piccola gioia in questa grande disgrazia, che gli ha permesso di rottamare quel cesso di Matiz smarmittata e vandalizzata che si è ritrovato fino a due giorni prima, e di avere finalmente tra le mani un oggetto a cui è affezionato e che lo appaga davvero. Salito a bordo, viene subito accolto dai bei sedili avvolgenti e da quel loro delicato profumo di pelle vintage, tipico dei mezzi di una volta, arrichito da lievi accenti di sigaro, lasciati dai Toscanelli che il nonno si fumava ogni tanto e che quasi glielo fanno sembrare ancora lì, accanto a lui, a fischiare a tutte le NP in minigonna che incrociava, come ai vecchi tempi. Gira la chiave e il sei cilindri si risveglia, con la sua reazione quasi motociclistica e quella sua voce armoniosa e decisa. Per la prima volta, da tempo immemore, prova una sensazione strana ma piacevole allo stesso tempo: il suo cervello sta rilasciando dopamina. Dopo anni, per la prima volta, si sta sentendo davvero appagato da qualcosa, si sta sentendo un essere umano come gli altri, in poche parole, sta vivendo. Con la pelle d’oca e il cuore a mille, al primissimo accenno di lucidità, gli viene in mente la sua One Itis. “Un giorno ci porterò anche te, sono sicuro che la adorerai” dice tra sé e sé, stringendo la sottile corona del volante tra le mani.
 
Parte Due:
Inizia quindi il suo giretto serale, e giusto per buttare un po’ di benzina sul fuoco e volersi male sul serio, accende lo stereo e inizia ad ascoltarsi Invisible degli U2. Per le strade, in quel momento, non c’è anima viva. Dopo un paio di canzoni, decide di spegnere lo stereo e godersi a pieno la melodia del Violino di Arese. Tira qualche marcia, per sentire il calcio nella schiena che dà il turbo quando va in overboost, ridendo come un bambino nel frattempo. Spesso guardava verso il sedile del passeggero, immaginandosi la sua amata lì accanto a lui. Giunge poi ad un semaforo ed abbassa il finestrino per cambiare un po’ l’aria, dato che il condizionatore è completamente KO. Fuori c’è un silenzio tombale, che però viene subito rotto dall’inconfondibile boato di un flat-six aspirato Porsche, e dalle cambiate fulminee tipiche dei loro doppia frizione. Dopo pochi secondi, lo affianca una 911 GT3 Touring completamente nera, talmente lucida da far specchiare sulla propria carrozzeria ogni insegna al neon e ogni luce circostanti. Nonostante viaggiasse coi finestrini completamente chiusi, da fuori si riesce lo stesso a sentire perfettamente cosa stanno ascoltando dentro; è Stereo Love, sparata in maniera divina dall’impianto audio Burmester dell’auto. Dopo averla ammirata in ogni suo dettaglio, Sandro volge il suo sguardo verso il finestrino, curioso di vedere chi è il fortunato a possedere un bolide del genere. Proprio in quel momento, diventa di pietra; nel sedile del passeggero c’è Sara, e la persona alla guida è tutto meno che un’amica: si tratta in realtà di Tommaso, il figlio di un noto industriale del posto, nonché una delle persone più ricche ed importanti della città, recentemente insignito dell’onorificenza di Cavaliere del Lavoro dal Presidente Della Repubblica in persona. Sara si accorge di Sandro dopo essersi guardata accanto con la coda dell’occhio, facendo finta di non conoscerlo né di averlo mai visto. Tommaso, invece, accortosi che l’altro li sta osservando, ruota delicatamente la testa di Sara per rivolgere il suo viso verso di lui, per poi infilarle la lingua in bocca e la mano nel cappotto, iniziando a palparle il seno, il tutto, continuando a guardare Sandro dritto negli occhi. La luce del semaforo nel frattempo si fa verde, ed i bassi di Stereo Love vengono sovrastati dalle violente slimitate del launch control, che fa sfrecciare la 911 come un missile terra-terra subito dopo, mentre il fragore dell’aspirato Porsche che sale fino ai novemila giri si affievolisce nel giro di pochissimi secondi, con l’allontanarsi dell’auto. Sandro, nel frattempo, è rimasto lì fermo, iniziando a sudare freddo e a respirare a fatica, pure i suoi brufoli e i crateri sul suo viso sono diventati completamente bianchi; è sotto shock, non si aspettava di ritrovarsi dinanzi a una scena simile. Continua a rimanere fermo a guardare nel vuoto, respirando con affanno, finché non viene rinsavito dal suono del clacson di una macchina che è sopraggiunta, accodandosi a lui.
Sandro è completamente fuori di sé, incazzato col mondo, ripensa alle menzogne e alle finte promesse e ai discorsi motivazionali fuffa fatti dal miracolato di suo cugino la settimana scorsa, poi quella prima, e quella prima ancora... ripensa a tutti gli sguardi schifati, all’indifferenza e all’emarginazione che riceve costantemente da chiunque, meno che dai parenti, che anzi, continuano a chiedergli come faccia un bel ragazzo come lui a non essersi ancora accompagnato. Stasera ha finalmente capito come vanno davvero le cose, ha capito cosa è e come andrà tutta la sua vita, ha capito che per lui è stra finita, o meglio, non è mai iniziata. Sbraita, prendendo a pugni il volante e sbattendo la nuca sullo schienale del sedile, chiedendosi ripetutamente il perché, perché questo schifo di esistenza sia toccata proprio a lui. Un paio di incroci più avanti, vede una coppia davanti a un distributore di preservativi e, accecato dall’ira, accelera buttandosi a tutto gas su una grande pozzanghera lasciata dalle piogge dei giorni precedenti, facendo fare ai due un bagno di acqua putrida mista a piscio e merda di cane.
Gli gridano, ricoprendolo di insulti e di epiteti poco carini, infuriati per come abbia rovinato la loro serata, proprio a un passo dal momento clou. Lui, invece, trova ilarità in ciò che ha appena combinato, in questo momento si sente più vivo che mai. “Perché devi essere tu l’unico a soffrire e ad essere preso a merda in faccia? È il momento di cambiare regime.” Così gli dice il suo istinto, con tono incazzato ed affamato di rivalsa, e stasera, per la prima volta, decide di dargli davvero ascolto. Fa tappa veloce all’autolavaggio, per togliere lo schifo che gli si era appiccicato su tutto il fianco laterale dell’auto durante la bravata, per poi rincasare e mettersi a letto, stavolta, finalmente col sorriso.
Per Sandro non è mai iniziata, ma questo San Valentino è stato l’evento canonico che lo ha finalmente svegliato e messo al corrente di come funzionano certe dinamiche, nonché del fatto che la sua occasione, semplicemente, non arriverà mai. Il Sandro disperato, accasciato ed illuso che conoscevamo, da dopo stasera, non esisterà più.
 
Da come hai descritto Sandro mi è venuto automatico immedesimarci, è come se fossi riuscito ad essere questo Sandro nei suoi momenti salienti. Dopo questo San Valentino lo immagino deciso a non essere più un onesto cittadino, uno studente diligente.
 
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