Caro collega Salamandra, oggi voglio condividere con te una storia che potrebbe risuonare in profondità e offrirti una nuova prospettiva.
Questa è la storia di Randy Marsh, un giovane di 16 anni che, come molti di noi, si è lasciato travolgere da pensieri che ruotano attorno al valore che le donne attribuiscono a un uomo. Fino ai 19 anni, Randy ha trascorso quattro anni cruciali della sua vita immerso in questa ossessione, credendo che la sua autostima e il suo successo dipendessero esclusivamente dall'approvazione femminile.
Il povero Randy non pensava ad altro che alle donne. Ogni decisione, ogni azione era filtrata attraverso un'unica domanda: "Cosa penseranno di me?". Se avessi fatto questo, avrei attratto qualcuna? Se ottenessi quel lavoro, sarei più interessante? Ogni secondo della sua vita era segnato da un incessante "female gaze", tormentato da giudizi severi e da pensieri intrusivi: "Ho le braccia troppo lunghe, sono troppo magro, non sono attraente". Le sue giornate si consumavano in interrogativi esistenziali sul senso della vita, sul perché tutto sembrasse facile per gli altri, mentre lui si sentiva escluso.
Ma un giorno, Randy ha deciso che era giunto il momento di cambiare. Con determinazione, ha riempito la sua valigia di buone intenzioni e ha intrapreso un percorso di trasformazione. Si è iscritto in palestra, ha cercato una psicologa che potesse aiutarlo e ha cominciato a dedicarsi al suo benessere psico-fisico. Con fatica, ha cominciato a liberarsi dai pensieri negativi legati alle donne e dalle idee distorte su se stesso. Iniziò, passo dopo passo, a vivere per sé, piuttosto che per compiacere gli altri.
Questo percorso di crescita personale ha portato Randy a ottenere due lauree, trovare un buon lavoro e dedicare più tempo agli amici. Col passare del tempo, quasi si dimenticò della sua ossessione per le donne, che ora vedeva come un ostacolo alla sua realizzazione. Migliorò fisicamente e, gradualmente, cominciò a sviluppare una nuova sicurezza e un amore per se stesso. A 26 anni, dopo anni di “self-maxxing”, decise di tentare di nuovo l’approccio con una donna, ma con un’aspettativa completamente diversa: nessuna.
La morale di questa storia è semplice: vivere per gli altri e crogiolarsi nell’idea di essere sfortunati ti condanna a creare la tua stessa miseria. Le donne non sono il tuo obiettivo; sono un ostacolo che devi affrontare. Prima di pensare di attrarre qualcuna, devi affrontare una dura verità: forse non è il tuo momento. Magari non hai le competenze sociali, non hai un cazzo di carisma e non hai le palle per avvicinarti a una donna. Pensare che qualcuna si interessi a te così come sei è una pura illusione.
La redpill ti mostra la realtà, e la realtà è che nel "gioco della seduzione" ci sono regole ferree. Punto e basta. Non ci sono scappatoie. Se rimani bloccato nella tua mediocrità, nessuna ti cagherà mai. È la cruda verità: così come sei, sei un disastro. Sei repellente, brutto, insicuro e hai paura di tutto. Ti vergogni di te stesso e ti senti una merda. Perché mai una donna dovrebbe considerarti se sei tu il primo a sentirti inferiore? Le regole ci sono: o si sceglie di cominciare a giocare seguendole o si muore sperando in miracoli che non esistono.