Un altro mito moderno da sfatare: l' indipendenza.

Avanguardia

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Tra i grandi miti del mondo moderno vi è l' "indipendenza", in particolare quella finanziaria ed abitativa.
Mi viene in mente pensando a quante volte ho letto qui sul forum che sono un subumano per le donne in quanto a 46 anni sono disoccupato e abito a casa dei genitori. In questa situazione non si realizza la condizione dell' "uomo indipendente", come della "donna indipendente". Quante volte si sente parlare di "avere la propria indipendenza", attraverso un' impiego ed il vivere fuori dall' abitazione della famiglia di origine?
Ma si tratta davvero di indipendenza? Od è solo una favola consololatoria, un obiettivo creato dal sistema economico vigente per indurre le persone ad essere produttive ed al tempo stesso sentirsi appagate, serene?

Quando si lavora, nel significato più specifico che lavorare ha in una società complessa, si opera in un' azienda, in un ente, non importa se privato o pubblico, seguendo le direttive dell'azienda, dell' ente, le condizioni imposte da queste entità, quindi orari, ritmi, obiettivi, abbigliamento, sicurezza, ripartizione dei profitti, persino linee di pensiero da rispettare fuori dal lavoro, in cambio di un salario o stipendio, che rappresenta la ricompensa espressa in soldi, la quale a volte è inferiore anche di molto allo sforzo ed al risultato forniti dal lavoratore. In pratica si è sotto un padrone quando si va a lavorare. Infatti il lavoratore è chiamato "dipendente", proprio perché dipende da un datore di lavoro. Da qui discende che l' indipendenza lavorativa od economica non esiste, è solo un' illusione. Lo dice la parola stessa "dipendente".
Ovvio che pure essere mantenuti da famiglia, Stato, o ente caritatevole, è tutt' altro che indipendenza, perché pur non lavorando, il proprio sostentamento dipende da chi sta eseguendo il mantenimento, che può imporre le proprie condizioni per farlo, sia pure con una forza minore rispetto ad un' azienda per motivi che qui sarebbe eccessivo enumerare. Ricordo che alcuni autori indipendenti denunciavano il redditto di cittadinanza nazionale od universale, come una trappola attraverso cui lo Stato poi vincolerebbe l' elargizione del redditto all' adempimento di obblighi vaccinali ed all' espressione di un pensiero conforme. In realtà, per quanto tale pericolo sia concreto, abbiamo visto che durante l' era del green pass per lavorare bisognava prensentare il green pass che certificava l' assenza del virus o la vaccinazione, ed in molti luoghi di lavoro era obbligatorio vaccinarsi proprio. E già nel mondo del lavoro spesso fuori dall' orario di lavoro non si possono manifestare idee divergenti. Quindi Stato od aziende private poco cambia in termini di autonomia individuale.

Una considerazione a parte merita il lavoro autonomo di negoziante, professionista libero, artigiano ecc. ma la soggezione a tasse e burocrazia, regole cervellotiche, più le tutele a vantaggio dei grandi soggetti economici privati, rendono anche qui il discorso dell' indipendenza analogamente vuoto.

Veniamo al mito del vivere da soli come espressione di indipendenza. Infatti quando si va ad abitare da soli, o si paga un affitto al proprietario della locazione in cui si abita, ed allora non si è indipendenti perché si abita a casa altrui, oppure si paga un mutuo ad una banca che presta i soldi per comprare l' immobile in cambio della restituzione, oltre che del denaro necessario all' acquisto, di un interesse, che va pagato ogni tot mesi, spalmato nelle rate, e questo per 20 o 30 anni. Così pagando gli interessi si può arrivare a pagare anche oltre il doppio della somma prestata.
Ma dopo aver finalmente estinto il debito con la banca, la casa è veramente di proprietà? Uhm, in caso di debiti con soggetti pubblici o privati, il creditore può impossersi della casa se il debitore ha difficoltà a pagare il debito, tant'è che è vietato bruciare o distruggere la propria casa, perché ne diminuirebbe il valore e l' utilità in caso di pignoramento. Così una casa non sarà mai tua al 100%.

Considerando che andare al lavoro in un' azienda o abitare fuori dalla casa di famiglia è spesso una imposizione, non si può essere indipendenti eseguendo una volontà interamente esterna contro invece la propria volontà.

Ne concludiamo che l' indipendenza è solo un mito elaborato per far produrre le persone e illuderle di essere realizzate.
 
Ho chiesto a ChatGPT di riassumere il pippone:
"
Ecco un riassunto sintetico del testo:

L’autore mette in discussione il concetto moderno di “indipendenza” finanziaria e abitativa, sostenendo che sia un mito creato dal sistema economico per rendere le persone produttive e farle sentire realizzate. Il lavoro dipendente non garantisce autonomia, poiché si è soggetti a regole e direttive del datore di lavoro, così come il sostentamento da parte di famiglia o Stato comporta comunque dipendenza. Anche il lavoro autonomo è limitato da tasse e burocrazia. Vivere da soli, pagando affitto o mutuo, non significa vera indipendenza, poiché si rimane vincolati a proprietari, banche o creditori. In sintesi, la vera indipendenza non esiste: è un’illusione utile al sistema.

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Ho chiesto a ChatGPT di riassumere il pippone:
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Ecco un riassunto sintetico del testo:

L’autore mette in discussione il concetto moderno di “indipendenza” finanziaria e abitativa, sostenendo che sia un mito creato dal sistema economico per rendere le persone produttive e farle sentire realizzate. Il lavoro dipendente non garantisce autonomia, poiché si è soggetti a regole e direttive del datore di lavoro, così come il sostentamento da parte di famiglia o Stato comporta comunque dipendenza. Anche il lavoro autonomo è limitato da tasse e burocrazia. Vivere da soli, pagando affitto o mutuo, non significa vera indipendenza, poiché si rimane vincolati a proprietari, banche o creditori. In sintesi, la vera indipendenza non esiste: è un’illusione utile al sistema.

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Sì vabbeh se sei disoccupato senza reddito che indipendenza vuoi avere? Devi elemosinare qualsiasi cosa.
 
Ho chiesto a ChatGPT di riassumere il pippone:
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Ecco un riassunto sintetico del testo:

L’autore mette in discussione il concetto moderno di “indipendenza” finanziaria e abitativa, sostenendo che sia un mito creato dal sistema economico per rendere le persone produttive e farle sentire realizzate. Il lavoro dipendente non garantisce autonomia, poiché si è soggetti a regole e direttive del datore di lavoro, così come il sostentamento da parte di famiglia o Stato comporta comunque dipendenza. Anche il lavoro autonomo è limitato da tasse e burocrazia. Vivere da soli, pagando affitto o mutuo, non significa vera indipendenza, poiché si rimane vincolati a proprietari, banche o creditori. In sintesi, la vera indipendenza non esiste: è un’illusione utile al sistema.

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Ma da quando è diventato normale non riuscire a leggere un testo leggermente più lungo delle media, ma addirittura dire bellamente che hai chiesto al tritaparole di farti il riassunto? Che cafonata.


@Avanguardia hai ragione, però a complemento del tuo discorso c'è da dire che se oltre una certa età non ottieni l'indipendenza economica dai genitori ne risentirai in termini di autostima: dipendere troppo a lungo dalla propria famiglia è visto come un malanno, un'incapacità di prendere le redini della propria vita. Che poi nella pratica ciò significhi indebitarsi in varie forme è un altro discorso, ma è su questo che si basano le società moderne.
 
Non entro nel merito della contestazione al sistema socioeconomico perché non mi appassiono per questo genere di lotte, pur riconoscendone le gravissime storture e la assoluta necessità di porvi in qualche modo rimedio; restando invece in tema sentimentale e sessuale, che è quello che strettamente interessa la stragrande maggioranza dei partecipanti a questo forum, mi pare evidente che nessuna donna moderna ed emancipata desidererà mai condividere il proprio percorso di vita con un uomo adulto privo sia di indipendenza economica che di autonomia abitativa. Non c'è alcun bisogno di fornire dovizia di particolari per motivare i perché, mi pare una spiegazione sufficientemente in grado di stare in piedi da sola.
 
Tra i grandi miti del mondo moderno vi è l' "indipendenza", in particolare quella finanziaria ed abitativa.
Mi viene in mente pensando a quante volte ho letto qui sul forum che sono un subumano per le donne in quanto a 46 anni sono disoccupato e abito a casa dei genitori. In questa situazione non si realizza la condizione dell' "uomo indipendente", come della "donna indipendente". Quante volte si sente parlare di "avere la propria indipendenza", attraverso un' impiego ed il vivere fuori dall' abitazione della famiglia di origine?
Ma si tratta davvero di indipendenza? Od è solo una favola consololatoria, un obiettivo creato dal sistema economico vigente per indurre le persone ad essere produttive ed al tempo stesso sentirsi appagate, serene?

Quando si lavora, nel significato più specifico che lavorare ha in una società complessa, si opera in un' azienda, in un ente, non importa se privato o pubblico, seguendo le direttive dell'azienda, dell' ente, le condizioni imposte da queste entità, quindi orari, ritmi, obiettivi, abbigliamento, sicurezza, ripartizione dei profitti, persino linee di pensiero da rispettare fuori dal lavoro, in cambio di un salario o stipendio, che rappresenta la ricompensa espressa in soldi, la quale a volte è inferiore anche di molto allo sforzo ed al risultato forniti dal lavoratore. In pratica si è sotto un padrone quando si va a lavorare. Infatti il lavoratore è chiamato "dipendente", proprio perché dipende da un datore di lavoro. Da qui discende che l' indipendenza lavorativa od economica non esiste, è solo un' illusione. Lo dice la parola stessa "dipendente".
Ovvio che pure essere mantenuti da famiglia, Stato, o ente caritatevole, è tutt' altro che indipendenza, perché pur non lavorando, il proprio sostentamento dipende da chi sta eseguendo il mantenimento, che può imporre le proprie condizioni per farlo, sia pure con una forza minore rispetto ad un' azienda per motivi che qui sarebbe eccessivo enumerare. Ricordo che alcuni autori indipendenti denunciavano il redditto di cittadinanza nazionale od universale, come una trappola attraverso cui lo Stato poi vincolerebbe l' elargizione del redditto all' adempimento di obblighi vaccinali ed all' espressione di un pensiero conforme. In realtà, per quanto tale pericolo sia concreto, abbiamo visto che durante l' era del green pass per lavorare bisognava prensentare il green pass che certificava l' assenza del virus o la vaccinazione, ed in molti luoghi di lavoro era obbligatorio vaccinarsi proprio. E già nel mondo del lavoro spesso fuori dall' orario di lavoro non si possono manifestare idee divergenti. Quindi Stato od aziende private poco cambia in termini di autonomia individuale.

Una considerazione a parte merita il lavoro autonomo di negoziante, professionista libero, artigiano ecc. ma la soggezione a tasse e burocrazia, regole cervellotiche, più le tutele a vantaggio dei grandi soggetti economici privati, rendono anche qui il discorso dell' indipendenza analogamente vuoto.

Veniamo al mito del vivere da soli come espressione di indipendenza. Infatti quando si va ad abitare da soli, o si paga un affitto al proprietario della locazione in cui si abita, ed allora non si è indipendenti perché si abita a casa altrui, oppure si paga un mutuo ad una banca che presta i soldi per comprare l' immobile in cambio della restituzione, oltre che del denaro necessario all' acquisto, di un interesse, che va pagato ogni tot mesi, spalmato nelle rate, e questo per 20 o 30 anni. Così pagando gli interessi si può arrivare a pagare anche oltre il doppio della somma prestata.
Ma dopo aver finalmente estinto il debito con la banca, la casa è veramente di proprietà? Uhm, in caso di debiti con soggetti pubblici o privati, il creditore può impossersi della casa se il debitore ha difficoltà a pagare il debito, tant'è che è vietato bruciare o distruggere la propria casa, perché ne diminuirebbe il valore e l' utilità in caso di pignoramento. Così una casa non sarà mai tua al 100%.

Considerando che andare al lavoro in un' azienda o abitare fuori dalla casa di famiglia è spesso una imposizione, non si può essere indipendenti eseguendo una volontà interamente esterna contro invece la propria volontà.

Ne concludiamo che l' indipendenza è solo un mito elaborato per far produrre le persone e illuderle di essere realizzate.
Sono d’accordo ma in parte c’è da considerare una cosa fondamentale però se i genitori vengono a mancare senza indipendenza economica cosa ne sarà di noi? e soprattutto chi non la fortuna di una famiglia benestante purtroppo si deve piegare a questa ricatto della società
 
L'uomo deve avere un reddito che gli consenta di uscire di casa e avere una propria autonomia, alla donna basta conoscere un uomo che abbia tale condizione e andrà via di casa anche lei, senza necessariamente lavorare...la situazione opposta vale per eccezionali strafighi che fanno i toyboy, ossia molto pochi. Tante pippe sulla parità di genere, ma su questa "legge" appare ci sia veramente poco interesse a metterla in discussione...l'uomo che non ha indipendenza economica, se non toyboy, rimane un poveraccio sfigato e non verrà mai preso in considerazione, lo stesso ragionamento non si fa per la donna perché, poverina, la società favorisce gli uomini( ah ah ah), se non lavora e/o non guadagna abbastanza da vivere da sola è colpa del patriarcato e quindi per lei va benissimo aspettare "quello giusto" per uscire dalla casa dei genitori...e poi magari fottergli i soldi, casa e figli dopo la separazione, e/o cercando altro se rimane disoccupato e non può più garantire lo stesso reddito, regali, vacanze, ecc...Capita anche ai belli peraltro. Ci sono volte, quando leggo delle separazioni altrui, che il mio essere repellente per le femmine mi appare una benedizione.
 
Ultima modifica:
L'uomo deve avere un reddito che gli consenta di uscire di casa e averee una propria autonomia, alla donna basta conoscere un uomo che abbia tale condizione e andrà via di casa anche lei, senza necessariamente lavorare...la situazione opposta vale per strafighi che fanno i toyboy, ossia molto pochi. Tante pippe sulla parità di genere, ma su questa "legge" appare ci sia veramente poco interesse a metterla in discussione...l'uomo che non ha indipendenza economica, se non toyboy, rimane un poveraccio sfigato e non verra' mai preso in consiferazione, lo stesso ragionamento non si fa per la donna perché, poverina, la società favorisce gli uomini( ah ah ah), se non lavora e/o non guadagna abbastanza da vivere da sola e' colpa del patriarcato e quindi per leo va benissimo aspettare "quello giusto" per uscire dalla casa dei genitori...e poi magari fottergli i soldi, casa e figli dopo la separazione. Capita anche ai belli.
Su questo non ci piove, ma ad una certa occorre anche scaricarsi di dosso queste derive ideologiche e prendere in mano la propria condizione nel limite delle nostre capacità e possibilità. Capire il proprio destino relazionale con le varie trappole che le donne tessono per ingabbiare l'uomo è un conto ed è importante per evitare simili condizioni esistenziali che si basano su retaggi del passato applicati però al sistema di leggi e convenzioni sociali odierne, ma un conto è anche porre un limite a certe giustificazioni che uno si dà, basate su queste ideologie, per avere il discarico alla non azione. Anche il non agire è una scelta, e come ogni scelta porta a delle conseguenze che uno volente o nolente dovrà assumersi: un conto è limitare i danni muovendosi nel pantano del sistema ed un altro è rimanere immobili in attesa che il sistema cambi da solo per poter poi agire. Spoiler: No, non cambia da solo.
 
Avanguardia, il tuo ragionamento ha un senso poiché evidentemente stai bene a vivere in casa coi tuoi genitori e ti basta quello che hai e fai. E se stai bene così, tanto meglio per te.

Io invece al contrario tuo non ho un buon rapporto e quindi "sogno" di trovare il mio eremo personale dove poter essere me stesso più liberamente.

Il concetto di "indipendenza" così come quello di "libertà" è da sempre un pensiero in sineddoche: si prende la parte e si applica al tutto. Su questo ti do ragione che molti la mitizzano eccessivamente.
 
Si ma questo discorso si applica a tutto. Nessuno al mondo è davvero libero, nessuno è "indipendente". Tutti siamo sempre, a prescindere, sotto qualcosa o qualcuno. Anche i più ricchi.
E terrei anche da parte il discorso sull'attrazione femminile, un belloccio che vive con i genitori rimorchia comunque.
Se a te sta bene, fai bene, ma il problema potrebbe sorgere quando i genitori non ci sono più
Lì se non hai un reddito, che fai? Personalmente è un pensiero che mi preoccupa.
Più che "indipendenza", sarebbe da nominarlo "autosostentamento" forse.
 
Si ma questo discorso si applica a tutto. Nessuno al mondo è davvero libero, nessuno è "indipendente". Tutti siamo sempre, a prescindere, sotto qualcosa o qualcuno. Anche i più ricchi.
E terrei anche da parte il discorso sull'attrazione femminile, un belloccio che vive con i genitori rimorchia comunque.
Se a te sta bene, fai bene, ma il problema potrebbe sorgere quando i genitori non ci sono più
Lì se non hai un reddito, che fai? Personalmente è un pensiero che mi preoccupa.
Più che "indipendenza", sarebbe da nominarlo "autosostentamento" forse.
Personalissimo parere, qui il discorso iniziale sui rimandi storici, filosofici e politicheggianti è nato dal solito cope di natura sessuale e della sua mancanza, cercando di percorrere vie lontane, anche con teorie politiche passate nel tempo, per giustificare mentalmente a sé stessi, in qualche modo, una situazione di carestia sessuale e relazionale quindi personale, attuale. Qui si è fisicamente e psicologicamente tutti diversi, ognuno ha vissuto le esperienze che lo hanno plasmato nella personalità attuale, ognuno ha i propri cope con cui tirare avanti. Credo che sia una questione molto più semplice del pippotto introduttivo, una questione che andrebbe risolta nella sfera personale di chi ha scritto il messaggio iniziale del thread buttando, giù tutta una serie di barriere mentali che uno si è costruito per autodifesa negli anni, cercando di migliorare il migliorabile utilizzando ogni singolo secondo della propria giornata ed ogni singolo atomo del proprio corpo, nella situazione in cui si è ed evitando il più possibile di attribuire le proprie disgrazie ad un ambiente esterno, alla società cattiva, al capitalismo, all'uomo nero etc etc. Ad una certa la figura dell'adolescente ribelle senza causa in lotta con il mondo diventa stancante, anche per il fatto che non si è più belli, aitanti e con tutti i capelli in testa.
Detto questo, in futuro non interverrò più in merito sulla questione personale, mi sono espresso più volte ed anche in maniera piuttosto dura per cercare di destare un minimo dal torpore in cui si versa. Evidentemente la condizione per cui si soffre e ci si lamenta apparentemente è anche quella che fornisce un senso alle proprie giornate.
 
Dico solo che, generalmente, vivere con i propri genitori oltre i 25-30 anni è deleterio per la propria salute mentale.
Purtroppo se non vivi con i tuoi genitori sei comunque costretto a stare con altri: metti che per dividere le spese devi coabitare con altre persone, non parliamo del mondo del lavoro che è un contesto a socialità forzata. Insomma, non si sfugge a meno che non si riesce a fare l' eremita seriamente.
 
Non entro nel merito della contestazione al sistema socioeconomico perché non mi appassiono per questo genere di lotte, pur riconoscendone le gravissime storture e la assoluta necessità di porvi in qualche modo rimedio; restando invece in tema sentimentale e sessuale, che è quello che strettamente interessa la stragrande maggioranza dei partecipanti a questo forum, mi pare evidente che nessuna donna moderna ed emancipata desidererà mai condividere il proprio percorso di vita con un uomo adulto privo sia di indipendenza economica che di autonomia abitativa. Non c'è alcun bisogno di fornire dovizia di particolari per motivare i perché, mi pare una spiegazione sufficientemente in grado di stare in piedi da sola.
Non ti appassionano questo genere di lotte. Tuttavia, sappi che il modo di vivere, gli usi ed i costumi, il modo di pensare, sono condizionati moltissimo dall' economia, dalla tecnologia, dalla geologia. Oggi dai primi 2 fattori, essendo la geologia fortemente soggetta ai primi 2 fattori. Di conseguenza, economia e tecnologia influenzano decisamente le relazioni tra uomo e donna, per cui soffermarsi sulle relazioni uomo e donna, lamentandosi, ignorando l' economia e la tecnologia, non ha alcun senso. Si va alla radice del male.
Le care moderne ed emancipate (?) donne devono sentire la verità, se non la vogliono sentire, si fottano! Abbiamo già dimostrato che nella società complessa non esistono ne l' indipendenza economica, ne l' autonomia abitativa.
 
Non ti appassionano questo genere di lotte. Tuttavia, sappi che il modo di vivere, gli usi ed i costumi, il modo di pensare, sono condizionati moltissimo dall' economia, dalla tecnologia, dalla geologia. Oggi dai primi 2 fattori, essendo la geologia fortemente soggetta ai primi 2 fattori. Di conseguenza, economia e tecnologia influenzano decisamente le relazioni tra uomo e donna, per cui soffermarsi sulle relazioni uomo e donna, lamentandosi, ignorando l' economia e la tecnologia, non ha alcun senso. Si va alla radice del male.
Le care moderne ed emancipate (?) donne devono sentire la verità, se non la vogliono sentire, si fottano! Abbiamo già dimostrato che nella società complessa non esistono ne l' indipendenza economica, ne l' autonomia abitativa.
ti rivolgo una sola domanda, che ti prego di non interpretare alla stregua di un attacco personale nei tuoi confronti: quante possibilità ritieni di poter avere nell'intraprendere e mantenere una relazione sentimentale privo di una tua autonomia economica e abitativa?
 
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