Assolutamente.Capisco il tuo ragionamento, Avanguardia, e in parte lo condivido: l’indipendenza assoluta, nel senso letterale, probabilmente non esiste. Che sia un’azienda, lo Stato, un cliente o un proprietario di casa, ci sarà sempre una forma di interdipendenza e di vincolo.
Detto questo, penso che ci siano anche sfumature importanti. Per me, lavorare in un settore che mi appassiona e svolgere una professione che sento “mia” fa davvero la differenza: le giornate scorrono più leggere, la fatica pesa meno e persino alcune regole o vincoli diventano più accettabili. Non nego che si resti “dipendenti” da qualcun altro, ma la percezione cambia molto quando il lavoro è anche una fonte di soddisfazione personale, crescita e stimoli.
Allo stesso modo, vivere fuori casa può essere impegnativo e comportare costi e obblighi, ma può anche dare un senso di spazio personale e libertà di organizzarsi la vita come si vuole, pur nei limiti del sistema in cui viviamo.
Forse l’indipendenza totale è un’illusione, ma c’è comunque un margine per costruirsi una forma di autonomia che renda la propria vita più vicina possibile a ciò che si desidera.
Il discorso che ho fatto esula dal fatto che capiti di svolgere un lavoro che piaccia e dove l' ambiente di lavoro sia positivo, così come dal fatto che a seconda della persona si stia meglio ad abitare da solo che con la famiglia.
Diciamo che per me la forma di autonomia più vicina possibile a ciò che desidero ormai è un casa in tronchi di legno in mezzo alla montagna tipo quelle che fanno vedere nei cartoni animati o nei telefilm, a parte la questione delle donne, ma vivendo in quel modo finalmente tale tormento mi passerebbe via.