Posso raccontare dei tre amori della mia vita, per non rischiare di essere noiosa escludo tutti gli altri.
- Il primo, classe 1967, era un pittore e scultore di discreta fama. Bassino, ma con un bel viso ed occhi lucenti. Me ne innamorai all'istante, furono giorni di grande euforia seguiti da giorni neri, perché dietro l'apparente dolcezza sapeva essere da bravo narciso molto perfido. Ed io che avevo 18 anni ero in preda ad un'altalena di emozioni... Dopo l'ennesima sfuriata lo lasciai, ma fu come tagliarmi un braccio e stetti molto male fino a quando non incontrai
-il secondo, attuale marito, con cui condivido gioie e sfortune da circa 30 anni. Oggi ultrasessantenne, alto, longilineo, occhi verdi. Un signore distinto, razionale quanto basta, che è il mio grande amore. Ne abbiamo passate tante insieme, so che non ci lasceremo mai se non causa mortis. Il nostro amore ed il nostro progetto di vita sono sopravvissuti a tanti attentati della vita, tanti lutti, ma si sono sempre nutriti dalla certezza/speranza di avere l'altro accanto. Con amore, per sempre. E' l'unico uomo con cui ho desiderato l'eternità.
- il terzo, mio amante per 17 anni, classe 1981, classico tipo bello e maledetto, altezza media, occhi verdi penetranti, un certo penchant per droghe ed alcol, una vita pericolosa (è stato in coma e ad un passo dalla morte ad appena 38 anni), ricco tanto da non dover mai lavorare, viziato e volubile. Ma anche di lui mi sono perdutamente innamorata. Nei 17 anni della nostra storia ha avuto quattro ragazze, due delle quali ho conosciuto anch'io di sfuggita. E' finita 4 mesi fa, per volere di entrambi, sicuramente gli voglio e gli vorrò sempre bene e non maledirò mai le emozioni deliranti che ho vissuto con lui.
Aggiungo un quarto, un compagno d'università di cui mi invaghii (prima di conoscere l'attuale marito). Era un tipo strano, alto piazzato e carino, ma assai bizzarro per idee e modi. Aveva, a mo di ciondolo al collo, una spina elettrica, simbolo di eclettismo (secondo lui). Avevamo vent'anni, lui uno in meno, ed io mi lasciai prendere dall'entusiasmo. Mi feci dare dalla professoressa di Igiene ed Epidemiologia una tesina da fare in due e mi feci affiancare da lui, tutto per poterlo invitare a casa mia. Chiesi a mia zia di invitare mia madre a pranzo per avere casa libera... Come dice una vecchia canzone (Diciotto anni, di Dalida) "Come l'estate m'incendio, ed io guardandolo contai i miei autunni... un letto improvvisato e poi, tra le sue braccia mi si aprì un cielo immenso...". Tra di noi non poteva andare e non nacque nulla. Oggi vive in una fattoria umbra ed ha due bambine che gli somigliano molto.
Ai tre grandi amori della mia vita ho dedicato centinaia di poesie, raccolte in tre volumi che ho pubblicato negli anni. Ma non tutti loro sanno che mi hanno ispirato tanti versi...