Comunque, come ho scritto più volte, sono consapevole di una cosa: la certezza della morte, qualunque cosa facciamo. Morirò come morirà chi lavora 12 ore al giorno e 5 ore il sabato. Alla fine la morte è la cosa che ci rende tutti uguali. Potrai rispondermi che la morte per me, per Ciolla ecc. sarà più atroce che negli altri ma non è vero neppure quello: il marito della mia madrina di battesimo era ingegnere valente, che toccava materiali radioattivi, attorno ai 40 si beccò un cancro ai polmoni e morì. Il padre di mio cognato, un grande lavoratore, a 67 anni andò in pensione e subito gli venne un cancro alla bocca, un anno di calvario tra intervento chirurgico che lo aveva mutilato, chemioterapia inutile, morto il maggio scorso. E potrei citare numerosi casi ancora. Mi risponderai "e quando muori cosa ti resta, cosa lasci?", e ti rispondo "ho fatto poco da schiavo per un sistema in cui non mi riconosco ... e ho avuto tempo per stare a farvi compagnia!".