Vorrei prendere la pensione di invalidità perche ho la sociofobia/dsturbo evitante di personalita

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Al livello sociale in generale com è la tua situazione?

Te lo dico con il cuore, forzati (facendoti proprio violenza psicologica) a fare quello di cui hai paura, buttati pure se dovessi avere traumi e fare figure di merda (molto probabile), anche se ti cagherai sotto solamente per interagire con un eventuale datore di lavoro... Quello che succederà poi sono sicuro che sarà sempre meglio di starsene all'accascio a casa a farsi campare da mamma e papà, senza aspirazioni, senza futuro, davvero quando non ci saranno i tuoi vorrai ridurti a vivere come un topo?

Ma poi nello specifico hai una diagnosi oppure credi tu di avere qualcosa? E poi anche dovessi effettivamente avere qualcosa ci si può lavorare benissimo, e una volta che ne sarai più o meno uscito vivrai una vita normale, hai solo bisogno dell'appoggio dei tuoi e di una figura forte e carismatica che ti guidi ad affrontare la vita.
 
Ti capisco anch'io soffro pesantemente di fobia sociale e disturbo evitante ma, per me, soprattutto, le iterazioni con i "normie" modaioli e con le ragazze, invece, in ambito lavorativo me la cavo, però c'è da dire che per me è stato veramente difficile trovare lavoro nelle mie condizioni e, soprattutto, vivendo in una stazione balneare turistica dove c'è lavoro solo per socialoni.
Ma nemmeno un lavoro che non è a contatto con il pubblico non riesci a trovare?
Spesso lavoro non se ne trova, se non si è raccomandati. Quindi la domanda "a contatto con il pubblico" è esagerata, nel senso che è difficile trovare impiego già, se poi lo vuoi di un certo tipo, ancora di più. Presentarsi ad un colloquio chiedendo se hanno un impiego privo di contatto con le persone è vista come una gigantesca bandiera rossa, che da sola vale il rigetto.
 
Comunque, la soluzione di tutto sarà il ritorno alla vita primitiva o semi-primitiva. Nella vita semi-primitiva anche chi ha problemi psicologici diventa benissimo autosufficiente e lavora senza dover costantemente stare a contatto con la gente, se non stretti familiari e amici.
 
So che per impedire di lasciare il paziente con invalidità (ovviamente se non è un'invalidità grave), gli piscologi lo indirizzano gradualmente nella socialità ed anche possono metterlo su un lavoro (tra le categorie protette).
 
Spesso lavoro non se ne trova, se non si è raccomandati. Quindi la domanda "a contatto con il pubblico" è esagerata, nel senso che è difficile trovare impiego già, se poi lo vuoi di un certo tipo, ancora di più. Presentarsi ad un colloquio chiedendo se hanno un impiego privo di contatto con le persone è vista come una gigantesca bandiera rossa, che da sola vale il rigetto.
Per trovare lavoro dovresti avere delle competenze:

Laurea
Corsi per imparare un mestiere pratico
Concorsi vari
Ecc...

Di strade percorribili ce ne sono, se hai qualcosa in mano delle opportunità di lavoro ci saranno sempre.

Però dovete essere onesti, voi nella vita avete costruito qualcosa oppure non avete combinato niente e sperate in un miracolo divino?

Scusate la franchezza ma bisogna in primis farsi un esame di coscienza, oggi il lavoro lo trova chi è specializzato a fare qualcosa (e questo vale in ogni ambito), se avete solo il diploma e nient'altro è normale non riuscire a trovare nulla.
 
Per trovare lavoro dovresti avere delle competenze:

Laurea
Corsi per imparare un mestiere pratico
Concorsi vari
Ecc...

Di strade percorribili ce ne sono, se hai qualcosa in mano delle opportunità di lavoro ci saranno sempre.

Però dovete essere onesti, voi nella vita avete costruito qualcosa oppure non avete combinato niente e sperate in un miracolo divino?

Scusate la franchezza ma bisogna in primis farsi un esame di coscienza, oggi il lavoro lo trova chi è specializzato a fare qualcosa (e questo vale in ogni ambito), se avete solo il diploma e nient'altro è normale non riuscire a trovare nulla.
Allora, quando vai ad un colloquio ti leggono la vita, anzi già come entri ti inquadrano e hanno già capito se scartarti. Se hai problemi psicologici o sociali lo capiscono e ti scartano. E' vero che di asini che lavorano c'è ne sono, però questi vengono presi per accozzi, voto di scambio, e da me, in Sardegna, pure molte persone normalissime stentano.

Riguardo me, sono così così, in parte ho costruito in parte no. Ho avuto un percorso di vita accidentato, come si sarà capito. Non ho sensi di colpa semplicemente perché è una società in cui non mi ci ritrovo. Aspetto personalmente o la morte individuale (di fare la vecchiaia non mi importa nulla) o la distruzione della civiltà corrente.
 
Dipende, per quali lavori ti proponi? Se uno è disposto a fare di tutto qualcosa si trova sempre, paga da fame e orario pesante ma tant'è.

E se non trovi nulla dove vivi, sei obbligato a spostarti, anche io vivo in paese in una realtà abbastanza isolata, e qui la maggior parte della gente va via, chi resta sono quelli che lavorano nelle fabbriche o in qualche attività locale, ma sono lavori precari di merda e malpagati, quindi a una certa devono cambiare aria pure loro.
Allora, quando vai ad un colloquio ti leggono la vita, anzi già come entri ti inquadrano e hanno già capito se scartarti. Se hai problemi psicologici o sociali lo capiscono e ti scartano. E' vero che di asini che lavorano c'è ne sono, però questi vengono presi per accozzi, voto di scambio, e da me, in Sardegna, pure molte persone normalissime stentano.
 
Allora, quando vai ad un colloquio ti leggono la vita, anzi già come entri ti inquadrano e hanno già capito se scartarti. Se hai problemi psicologici o sociali lo capiscono e ti scartano. E' vero che di asini che lavorano c'è ne sono, però questi vengono presi per accozzi, voto di scambio, e da me, in Sardegna, pure molte persone normalissime stentano.

Riguardo me, sono così così, in parte ho costruito in parte no. Ho avuto un percorso di vita accidentato, come si sarà capito. Non ho sensi di colpa semplicemente perché è una società in cui non mi ci ritrovo. Aspetto personalmente o la morte individuale (di fare la vecchiaia non mi importa nulla) o la distruzione della civiltà corrente.
Non hai risposto però, quali obbiettivi hai raggiunto nel concreto? Ti sei fermato al diploma o hai fatto altro dopo?

Quelli che conosco che dopo il diploma non hanno fatto più nulla fanno tutti lavori di merda, questa è la realtà, i raccomandati che dici tu sono una netta minoranza, la maggior parte della gente si FORMA in qualcosa per avere un futuro decente.
 
Sono andato oltre il diploma, sia pure male perché ho scarsa difficoltà a concentrarmi. Poi fatto alcuni corsi.
In genere facevo domanda per vari lavori, da operaio agricolo a addetto pulizie, da portuale a cassiere. Non posso fare lavori tecnico-intellettuali perché ho problemi a concentrarmi, oltre a non sopportare certa gente. Sono anche particolare di carattere.
A spostarmi se vado al nord Italia farei la vita dello sfigato comunque, peggio che qua. Vivrei lavorando tutto il giorno, un mucchio di denaro per pagare affitto e altre stronzate, senza neppure modo di conoscere e frequentare tipe. Allora tanto vale stare da disoccupato in Sardegna, perlomeno qua c'è campagna, c'è archeologia.
Qua in Sardegna i raccomandati sono tanti, a volte pure se asinacci passano davanti a normali molto competenti e con titoli.
Comunque, come ho scritto più volte, sono consapevole di una cosa: la certezza della morte, qualunque cosa facciamo. Morirò come morirà chi lavora 12 ore al giorno e 5 ore il sabato. Alla fine la morte è la cosa che ci rende tutti uguali. Potrai rispondermi che la morte per me, per Ciolla ecc. sarà più atroce che negli altri ma non è vero neppure quello: il marito della mia madrina di battesimo era ingegnere valente, che toccava materiali radioattivi, attorno ai 40 si beccò un cancro ai polmoni e morì. Il padre di mio cognato, un grande lavoratore, a 67 anni andò in pensione e subito gli venne un cancro alla bocca, un anno di calvario tra intervento chirurgico che lo aveva mutilato, chemioterapia inutile, morto il maggio scorso. E potrei citare numerosi casi ancora. Mi risponderai "e quando muori cosa ti resta, cosa lasci?", e ti rispondo "ho fatto poco da schiavo per un sistema in cui non mi riconosco ... e ho avuto tempo per stare a farvi compagnia!".
 
Fidatevi che ci sono tanti raccomandati in giro, ho avuto delle esperienze in diversi lavori e ho trovato di tutto, gente letteralmente incompetente che aveva posizioni migliori
 
Si ma a quel punto è meglio levarsi dai coglioni e crepare.
Fino al secolo XIX, anzi fino agli inizi del secolo XX, quasi tutti vivevano senza elettricità e senza collegamento alla rete idrica. Tuttoggi per dire, gli indigeni dell' Amazzonia vivono senza elettricità e acqua corrente, eppure se lasciati con le scatole in pace stanno bene.
 
Comunque, come ho scritto più volte, sono consapevole di una cosa: la certezza della morte, qualunque cosa facciamo. Morirò come morirà chi lavora 12 ore al giorno e 5 ore il sabato. Alla fine la morte è la cosa che ci rende tutti uguali. Potrai rispondermi che la morte per me, per Ciolla ecc. sarà più atroce che negli altri ma non è vero neppure quello: il marito della mia madrina di battesimo era ingegnere valente, che toccava materiali radioattivi, attorno ai 40 si beccò un cancro ai polmoni e morì. Il padre di mio cognato, un grande lavoratore, a 67 anni andò in pensione e subito gli venne un cancro alla bocca, un anno di calvario tra intervento chirurgico che lo aveva mutilato, chemioterapia inutile, morto il maggio scorso. E potrei citare numerosi casi ancora. Mi risponderai "e quando muori cosa ti resta, cosa lasci?", e ti rispondo "ho fatto poco da schiavo per un sistema in cui non mi riconosco ... e ho avuto tempo per stare a farvi compagnia!".
L'unica cosa certa per cui nutro speranza.
 
Fino al secolo XIX, anzi fino agli inizi del secolo XX, quasi tutti vivevano senza elettricità e senza collegamento alla rete idrica. Tuttoggi per dire, gli indigeni dell' Amazzonia vivono senza elettricità e acqua corrente, eppure se lasciati con le scatole in pace stanno bene.
Purtroppo siamo abituati a vivere molto agiati.

Poi chissà che nel giro di un mese o due di vita rustica uno non si adatti...
Bisognerebbe provare a fare un campeggio estremo.

Unica cosa di cui diffidare è l'acqua penso,facile prendersi malattie
 
Fidatevi che ci sono tanti raccomandati in giro, ho avuto delle esperienze in diversi lavori e ho trovato di tutto, gente letteralmente incompetente che aveva posizioni migliori
Oggi è praticamente impossibile trovare un buon lavoro senza raccomandazione.

Questo è aggravato dal fatto che in Italia ci sono tantissimi giovani figli di famiglie borghesi che devono essere in qualche modo sistemati e i posti buoni sono pochi. Chi non fa parte di cerchie privilegiate già di famiglia è allo stesso piano di un bangla appena arrivato con il barcone.

L'Italia di fatto è un paese castale come l'india.
 
ragazzi guardate che siete voi che vivete sopra le vostre possibilità
io sono stato ammalato per 10 giorni circa. Non ho mangiato, non ho fatto spesa, e da quel dì ho smesso anche di uscire perchè mi sono abituato a stare a letto, che avevo 40+ di febbre
la spesa è il vero grosso del costo mensile, perché se mangi bene ci lasci 15 euro al giorno, ma tolto quella uno ha concluso con le spese. il resto sono solo tasse, bollette, affitto e cose così
farsi assegnare una pensione di 3 spicci in uno stato come l'italia, dove la sanità è un'associazione a delinquere, equivale a farsi pagare per piantarsi due chiodi nei coglioni perchè è più comodo sborrare meno
andate a lavorare come operaio in una fabbrica non chimica o velenosa, tirate su 1450 netti e ci vivete bene. Se poi il problema è la questione morale del fatto che gettate via la vita, sì è vero, ma tutti la gettano nel cesso
 
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