mcanrew
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https://www.corriere.it/motori/news...ti-ab757954-7f0a-11ef-839a-cadb37cc03c8.shtml
D’altronde quello che sta avvenendo racconta molto di come sta cambiando il Paese. Di come il ceto medio sia di fatto estromesso dall’acquisto di nuove vetture. La spesa media per auto è salita dai 21 mila euro del 2019 — l’anno precedente la pandemia — ai quasi 29 mila del 2023. Un +38% in soli quattro anni che colpisce perché nello stesso periodo l’Istat ha rilevato che l’indice armonizzato dei prezzi al consumo—che tiene conto di circa 2 mila prodotti considerati elementari per una persona — ha fatto registrare una variazione del 16,2%. Più del doppio della media, ma non basta. Perché le retribuzioni lorde, sempre secondo l’Istat, hanno perso in 10 anni il 4,5% del potere di acquisto e, al netto dell’inflazione, sono aumentate solo del 16% contro la media europea del 30,8%.
Viviamo la tempesta perfetta, con sempre meno soldi a disposizione e prezzi altissimi: comprare un’auto non è un piacere, ma un problema.
Prendendo ad esempio l’intramontabile Panda nella versione base, benzina e oggi ibrida leggero con 70 cavalli di potenza: nel settembre 2014, costava 10.710 euro, cinque anni dopo sale a 11.550 euro. Nel settembre 2022, la gamma parte da 14.750 euro, oggi siamo a 15.900 euro con un aumento rispetto al prezzo di partenza del 48,5%. Tantissimo, ma nello stesso arco temporale ci sono stati «salti in alto» maggiori, come quello della Volkswagen Golf (65% in più tra la settima generazione e l’attuale 8.5) e persino della vendutissima Dacia Sandero: il modello di ingresso (1.0 Essential da 65 cavalli) costa 13.250 euro, quando la versione Access della 1.0 da 75 cavalli richiedeva nel 2014 solo 7.450 euro.
Fino al 2019 i prezzi crescevano in media del 2,5%, circa 500 euro all’anno, poi il tasso di crescita è schizzato all’8,3% per il Covid e l’emergere dei problemi legati alle catene di fornitura. I costruttori, incapaci di produrre le auto richieste, hanno deciso di azzerare gli sconti e aumentare i listini. Così il combinato ha portato incrementi anno su anno che si sono rivelati un multiplo di quelli che eravamo abituati a vedere
D’altronde quello che sta avvenendo racconta molto di come sta cambiando il Paese. Di come il ceto medio sia di fatto estromesso dall’acquisto di nuove vetture. La spesa media per auto è salita dai 21 mila euro del 2019 — l’anno precedente la pandemia — ai quasi 29 mila del 2023. Un +38% in soli quattro anni che colpisce perché nello stesso periodo l’Istat ha rilevato che l’indice armonizzato dei prezzi al consumo—che tiene conto di circa 2 mila prodotti considerati elementari per una persona — ha fatto registrare una variazione del 16,2%. Più del doppio della media, ma non basta. Perché le retribuzioni lorde, sempre secondo l’Istat, hanno perso in 10 anni il 4,5% del potere di acquisto e, al netto dell’inflazione, sono aumentate solo del 16% contro la media europea del 30,8%.
Viviamo la tempesta perfetta, con sempre meno soldi a disposizione e prezzi altissimi: comprare un’auto non è un piacere, ma un problema.
Prendendo ad esempio l’intramontabile Panda nella versione base, benzina e oggi ibrida leggero con 70 cavalli di potenza: nel settembre 2014, costava 10.710 euro, cinque anni dopo sale a 11.550 euro. Nel settembre 2022, la gamma parte da 14.750 euro, oggi siamo a 15.900 euro con un aumento rispetto al prezzo di partenza del 48,5%. Tantissimo, ma nello stesso arco temporale ci sono stati «salti in alto» maggiori, come quello della Volkswagen Golf (65% in più tra la settima generazione e l’attuale 8.5) e persino della vendutissima Dacia Sandero: il modello di ingresso (1.0 Essential da 65 cavalli) costa 13.250 euro, quando la versione Access della 1.0 da 75 cavalli richiedeva nel 2014 solo 7.450 euro.
Fino al 2019 i prezzi crescevano in media del 2,5%, circa 500 euro all’anno, poi il tasso di crescita è schizzato all’8,3% per il Covid e l’emergere dei problemi legati alle catene di fornitura. I costruttori, incapaci di produrre le auto richieste, hanno deciso di azzerare gli sconti e aumentare i listini. Così il combinato ha portato incrementi anno su anno che si sono rivelati un multiplo di quelli che eravamo abituati a vedere