Non voglio lavorare

In questo periodo storico è vero, essendo un'epoca morta.
In generale invece hai ragione tu.
Oggi nessuna eccellenza non autorizzata è permessa, che sia nel campo dell'arte, dell'estetica o del pensiero. Quindi che tu sia meglio degli altri o no, in ogni caso finirai come loro a doverti omologare e trattenere. Lo si veda nell'odio woke per la bellezza, da loro vista come oppressione verso il non bello, con conseguente abbandono dell'arte per proporzioni per lo schifo postmoderno.

Essendo una fossa storica, ci cadremo tutti. Se fosse invece un'epoca di rivalsa, ognuno potrebbe liberament edare il meglio di sè e avresti ragione tu. L'uguaglianza che va tanto di moda oggi è anche nella morte di cui parla avanguardia
A livello istintivo, la reazione di mandare tutto a puttane di fronte al presunto sfacelo della società la accomuno agli adolescenti inquieti che non hanno ancora trovato il proprio posto nel mondo ed alle femministe che devono rispondere al sistema binario di input/output derivante dal loro culo in fiamme e dalla loro figa usurata. Quando a livello inconscio accetti il seme della sconfitta (per motivazioni che esulano dalla lotta e che sono connesse all'ideologia strisciante che lo ha messo nel culo a milioni di uomini) ma quest'ultimo per evitare di farti ropare ti consiglia di assumere una posa alternativa, in questo preciso caso, si può dire che sia quasi finita. La morte non è equiparabile ad una uscita di sicurezza, si dice ci sia morte culturale, societaria ed economica, l'hanno talmente ficcata dappertutto che hanno svilito il suo significato più profondo, tant'è che anche qui dentro si parla di ropamenti presunti ed immaginari come se si dovesse andare a fare una passeggiata ristoratrice ma poi si è sempre belli caldi a scrivere dalla propria sedia comoda della cameretta. I nuovi schiavi sono proprio coloro che tuonano fulmini nel contesto organizzato che hanno disegnato appositamente per loro, tante piccole bobine di Tesla che illuminano le loro stanzette ma che non hanno nemmeno la capacità fisica di scaldare un toast.
La consapevolezza sta anche nel comprendere che anche le cosiddette vie alternative potrebbero essere solchi già tracciati, che la presunta resistenza sia in realtà un comodo cuscino fornito per generare un sonno pesante e che la morte intesa come facile scappatoia sia soltanto un'altro mezzuccio per togliersi tra le palle altre carcasse umane che tolgono ossigeno e tolgono luce alla vista di chi vuole tutto. Adesso vado a lavorare, se mi dovesse occorrere del nitrato d'ammonio i soldi devo comunque cacciarli, alla fin fine tocca fare alla vecchia maniera sporca ma efficace dei nostri padri patriarcali.
 
Certamente, è da pazzi e coglioni farli anche se sei ricco assicurato per decenni che lo passi a loro perché la società è orrenda li rovina gravemente e nel futuro sarà peggiorata molto più marcia di oggi, ma poi quelli del ceto medio che prendono 1200€-1300€ a testa o solo il marito perché lei lavora part time o non fa nulla si ammazzano di più hanno più difficoltà a curarli.
Anche se la società fosse stabile e avesse raggiunto quasi tutti i capisaldi della perfezione i figli rimangono un grosso peso e danno che ti ostacolano e ti svuotano la vita mai capito chi li vuole e come fanno a sviluppare il desiderio della famiglia.
1200 Euro sei ceto medio forse in alcuni paesi del terzo mondo. In Europa Occidentale sei povero.
 
Partiamo dal presupposto che purtroppo bisogna lavorare, voglia o non voglia: si può scegliere di farsi mantenere dai genitori ma loro non sono eterni, una volta morti (e se non hanno chissà quale eredità) quale fine si farà? Mi ricordo che, appena diplomato a scuola, sono stato qualche anno Neet anch'io: ed era un periodo bellissimo e nuovo per me dopo circa 15 anni di scuola, non mi dovevo più svegliare presto, passavo le giornate a fare le mie passeggiate e i miei giri in bici ascoltando la musica nel verde, senza responsabilità alcuna.
Poi ho iniziato a preoccuparmi riguardo il mio destino ed allora mi sono dato da fare a specializzandomi in un lavoro NON a contatto diretto con il pubblico (è questo il mio problema fondamentale, la grave fobia sociale di cui ne soffro ancora attualmente). Cosicché otteni il mio primo contratto di apprendistato solamente a 25 anni (lavoro che faccio attualmente).
La vita lavorativa è pesante ma almeno si ha la percezione che le giornate passino più velocemente (cosa che quando ero Neet non l'avevo) ed un buon cope per non pensare (durante quelle 8 ore) alla condizione di incellitudine.
Sul fatto della pensione di invalidità proprio non saprei, soprattuto per motivi psicologici, presi in considerazione anch'io questa strada soffrendo gravemente di fobia sociale però boh, con solo quella non si campa e poi si viene scedulati dallo Stato come invalidi mentali (come il caso di molti di noi).
 
Partiamo dal presupposto che purtroppo bisogna lavorare, voglia o non voglia: si può scegliere di farsi mantenere dai genitori ma loro non sono eterni, una volta morti (e se non hanno chissà quale eredità) quale fine si farà? Mi ricordo che, appena diplomato a scuola, sono stato qualche anno Neet anch'io: ed era un periodo bellissimo e nuovo per me dopo circa 15 anni di scuola, non mi dovevo più svegliare presto, passavo le giornate a fare le mie passeggiate e i miei giri in bici ascoltando la musica nel verde, senza responsabilità alcuna.
Poi ho iniziato a preoccuparmi riguardo il mio destino ed allora mi sono dato da fare a specializzandomi in un lavoro NON a contatto diretto con il pubblico (è questo il mio problema fondamentale, la grave fobia sociale di cui ne soffro ancora attualmente). Cosicché otteni il mio primo contratto di apprendistato solamente a 25 anni (lavoro che faccio attualmente).
La vita lavorativa è pesante ma almeno si ha la percezione che le giornate passino più velocemente (cosa che quando ero Neet non l'avevo) ed un buon cope per non pensare (durante quelle 8 ore) alla condizione di incellitudine.
Sul fatto della pensione di invalidità proprio non saprei, soprattuto per motivi psicologici, presi in considerazione anch'io questa strada soffrendo gravemente di fobia sociale però boh, con solo quella non si campa e poi si viene scedulati dallo Stato come invalidi mentali (come il caso di molti di noi).
Le giornate che passano velocemente è un peggioramento della vita, per come la vedo io.
Io comunque più che invalido mentale sarei invalido sociale. Ho sia fobia sociale (dipende dal contesto e dalle persone comunque) sia difficoltà di concentrazione, più una parlantina un pò zoppa, perché tendo a balbettare od a mangiarmi le parole, il che è normale perché parlo poco.
 
Le giornate che passano velocemente è un peggioramento della vita, per come la vedo io.
Io comunque più che invalido mentale sarei invalido sociale. Ho sia fobia sociale (dipende dal contesto e dalle persone comunque) sia difficoltà di concentrazione, più una parlantina un pò zoppa, perché tendo a balbettare od a mangiarmi le parole, il che è normale perché parlo poco.
Non penso sia dovuto tanto al parlare poco ma alla forte insicurezza. Nel tuo caso servirebbe terapia cognitivo-comportamentale credo. Ma già so che ti rifiuti di fare psicoterapia... :(
 
Non penso sia dovuto tanto al parlare poco ma alla forte insicurezza. Nel tuo caso servirebbe terapia cognitivo-comportamentale credo. Ma già so che ti rifiuti di fare psicoterapia... :(
A 46 anni la psicoterapia non serve più a niente. Mi poteva essere servita da ragazzo ventenne perché ero fortemente a rischio (finire in prigione, cose così), ma adesso per la mia età non si può fare più niente. Quanto a farmaci, che fanno pure diventare obesi e perdere capelli, se li mettano dove dico io.
Per me la soluzione sarebbe venire confinato in una zona montagnosa o in una isola deserta, distante dalla civiltà e la gente "comune".
 
Le giornate che passano velocemente è un peggioramento della vita, per come la vedo io.
Io comunque più che invalido mentale sarei invalido sociale. Ho sia fobia sociale (dipende dal contesto e dalle persone comunque) sia difficoltà di concentrazione, più una parlantina un pò zoppa, perché tendo a balbettare od a mangiarmi le parole, il che è normale perché parlo poco.
Esatto sono anch'io così.
 
La pensione te la danno se ritengono che non sei in grado di provvedere a te stesso, non solo in base alle percentuali. Mia madre ha il 100%, di invalidità, ma nemmeno l'accompagno.
Un giovane con meno difficilmente gli daranno un assegno di invalidità se non per casi gravi, se lo prendi per malattia mentale poi sarai alla mercé di strizza cervelli e assistenti sociali, ricordalo.
 
A 46 anni la psicoterapia non serve più a niente. Mi poteva essere servita da ragazzo ventenne perché ero fortemente a rischio (finire in prigione, cose così), ma adesso per la mia età non si può fare più niente. Quanto a farmaci, che fanno pure diventare obesi e perdere capelli, se li mettano dove dico io.
Per me la soluzione sarebbe venire confinato in una zona montagnosa o in una isola deserta, distante dalla civiltà e la gente "comune".
vero, non serve a una sega la psicoterapia, non risolveranno altri i nostri problemi purtroppo...
 
A 46 anni la psicoterapia non serve più a niente. Mi poteva essere servita da ragazzo ventenne perché ero fortemente a rischio (finire in prigione, cose così), ma adesso per la mia età non si può fare più niente. Quanto a farmaci, che fanno pure diventare obesi e perdere capelli, se li mettano dove dico io.
Per me la soluzione sarebbe venire confinato in una zona montagnosa o in una isola deserta, distante dalla civiltà e la gente "comune".
Non sono d'accordo. Mica in psicoterapia vanno solo i ragazzi, anzi. Vanno moltissimi adulti perché é più facile prendere consapevolezza di averne bisogno quando si è raggiunta una certa maturità.
Quando si sta male davvero credo che prendere qualche kg non sia un problema. Ma poi mica stiamo parlando di forti sedativi... Fabrizio Corona, ad esempio, ha ammesso di assumere diverse tipologie di psicofarmaci e non mi pare né agato né tanto meno grasso.
 
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