Non è proprio così, l'europa stessa si regge ormai sulla natalità di colore, nei paesi dove le condizioni economiche, e soprattutto la volontà politica e popolare non hanno voluto l'immigrazione nera, come ad est, la situazione demografica è ben più grave che in occidente. Ma, ripeto, è solo un'illusione, perché se hai le culle per metà nere, non risolvi nulla se non in termini numerici, ma crei un problema enorme per il futuro di stabilità con rischi permanenti di tensioni e probabile guerra civile, certamente con cambiamenti drastici alla propria cultura. Questo al netto degli economicisti e di chi dice che "siamo tutti uguali" e tanto "non cambierebbe niente" perché i giovani di terza o quarta generazione parlerebbero dialetto meglio, così dicono, degli italiani di razza.
Ciò potrebbe essere realistico, e accettabile, se ci fosse un numero piccolo, non metà dei nuovi nati, come belgio e francia, e aumenteranno ancora, e dove ci sono personaggi realmente assimilati, pensiamo a Damartin, ministro francese algerino, o Mamhood in Italia che ha preferito rivendicare l'eredità sarda della madre che quella egiziana del padre, non nei contesti che vediamo e che saranno preponderanti e permanenti.
Ma ad est, a parte qualche minuscolo, e insufficiente, segno di miglioramento in Ungheria, siamo in profondo rosso, tanto che nazioni come Romania, Bulgaria, Serbia, Macedonia, rischiano di estinguersi e diventare nazioni Rom entro pochi decenni.