Libri

Ti consiglio sta roba qua, per accelerare meglio.

Della stessa casa editrice che un tempo pubblicò Il partigiano Johnny ed Ossi di seppia. Oggi abbiamo le mirabolanti avventure sessuali di una cinquantenne in menopausa con lo smartphone incarnato regolato su tinder che gli permette di accoppiarsi con chi e come vuole. Lovecraft non avrebbe potuto pensare di meglio.
 
Due consigli:

Il primo è un fantasy, la trama è quanto di più irreale possa esistere ma si basa sul più puro dei materialismi concreti ovvero la constatazione che si è in troppi a questo mondo ed il fatto di tagliare alberi da cellulosa per permettere all'autrice di incrementare la sua collezione di borse firmate e di impiegare il suo tempo a sorseggiare aperitivi mentre viene servita da camerieri sottopagati lo rende più pericoloso del Capitale di Karl Marx e più applicabile della Mia lotta di Adolf Hitler, affinché si acceleri tralasciando le misurate leggi della fisica.


Il secondo libro spiega che tutte le funzioni cerebrali che un tempo erano preponderanti nell'uomo e necessarie alla sopravvivenza, oggigiorno siano anestetizzate dall'abnorme utilizzo dei social e della tecnologia traslati nella vita di tutti i giorni. Potrete capire quindi l'enigma per il quale vi state consumando il cazzo davanti uno schermo con la scritta blu e le lettere OF e la motivazione dell'appellativo "caso umano" che avete scoperto esservi stato rivolto in un post o storia divagante sul profilo ig della vostra compagna di università cui avete chiesto di uscire per un caffè, dopo esservi identificati in esso.
 
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Composto in pochi mesi e terminato nell’ottobre del 1950, L’età verde è ispirato alla storia di un personaggio realmente esistito, uno studente di legge che morì suicida dopo il fallimento della finanziaria di cui era presidente. Con un ritmo serrato, da “falso romanzo d’azione”, Mishima ci porta nella frenesia del Giappone del dopoguerra e ci presenta un protagonista che, per sopravvivere alla ferocia e alla meschinità delle persone che lo circondano, decide di diventare truffatore egli stesso e di creare una società che promette a poveri sprovveduti interessi altissimi sui loro investimenti. Il risultato è presto detto: a un’iniziale crescita segue una rovinosa caduta nel disastro economico e nella disperazione morale. Ma Mishima approfitta di questa parabola esemplare per portarci a riflettere sulla natura degli uomini e sul loro modo di rapportarsi ai tempi in cui vivono, permettendoci di cogliere, nell’ambizione smodata dei suoi personaggi, un segreto doloroso sulla formazione dell’essere umano.

“Su tutti gli uomini incombe, oltre al giorno della benevolenza, anche il giorno della malvagità.”

"È una verità indiscutibile che gli uomini ambiscono ad arricchirsi perché le donne desiderano il danaro. Anche questa è una necessità dell'esistenza".
 
iu
Prossimo acquisto.

Seconda metà del diciottesimo secolo. In un piccolo villaggio tedesco. Il piccolo Abel nasce in una famiglia di poverissimi contadini: gracile di salute, ha dalla sua una sensibilità e un'intelligenza fuori dal comune. Se ne accorge il parroco e maestro, Rupprecht Radebach, un pastore luterano tormentato: ha avuto una brillante carriera nelle gerarchie della chiesa cattolica ma, alla fine di una profonda crisi teologica ed esistenziale, ha abbracciato la dottrina di Lutero e ha sposato la donna che ama. Radebach chiede alla madre di Abel il permesso di impartire al ragazzino lezioni supplementari. Abel rivela una disposizione eccezionale per lo studio, ma il carattere chiuso e incline alla meditazione gli fa il vuoto intorno.
 
iu

Ultima opera di Giovanni Testori, "In exitu" ha per protagonista un giovane drogato omosessuale che consuma i momenti finali della propria esistenza in un angolo della Stazione Centrale, rivedendo nei brevi attimi che lo separano dalla morte la propria vita. Fin da subito il testo venne accolto dalla critica letteraria come un grande capolavoro della letteratura che trovava nel teatro la sua forma "perfetta" di comunicazione. Da allora è stato più volte messo in scena, a partire dalla spettacolare rappresentazione sulle scalinate della Stazione Centrale di Milano nel 1988. In una lingua lacerata e spezzata, l'ultimo romanzo di Testori: la parola teatrale che si fa carne.

"Decisivi per In exitu i rimandi biblici, a partire dal titolo “In exitu [Isräel de Aegypto]”, l’inno cristiano cantato dalle anime nel Purgatorio di Dante e riecheggiante la fuga degli ebrei dall’Egitto – ma Gino, a contrario loro, non riuscirà mai a scappare, a liberarsi da quella “tutankamica” stazione che fino alla fine lo trattiene presso i propri gradini. Egli è destinato a vagare nei dintorni di quell’entità insieme schiavizzante e repulsiva nei suoi confronti, costringendolo a vendersi per trenta denari in cambio della dose quotidiana, un Giuda che vende sé stesso. Il grande assente in questa via crucis verso l’oblio definitivo è il sentimento di vera caritas, l’amore fraterno degli uomini per gli uomini: Gino è l’ennesimo prodotto della mancanza di un sentimento d’amore condiviso e disinteressato, la manifestazione carnale di una società che rifiuta sé stessa alla continua ricerca di una dose d’incoscienza che possa darle l’apparenza della beatitudine, mentre svende e rifulge i valori concreti più importanti. " (Matteo Longoni)
 
iu

Ultima opera di Giovanni Testori, "In exitu" ha per protagonista un giovane drogato omosessuale che consuma i momenti finali della propria esistenza in un angolo della Stazione Centrale, rivedendo nei brevi attimi che lo separano dalla morte la propria vita. Fin da subito il testo venne accolto dalla critica letteraria come un grande capolavoro della letteratura che trovava nel teatro la sua forma "perfetta" di comunicazione. Da allora è stato più volte messo in scena, a partire dalla spettacolare rappresentazione sulle scalinate della Stazione Centrale di Milano nel 1988. In una lingua lacerata e spezzata, l'ultimo romanzo di Testori: la parola teatrale che si fa carne.

"Decisivi per In exitu i rimandi biblici, a partire dal titolo “In exitu [Isräel de Aegypto]”, l’inno cristiano cantato dalle anime nel Purgatorio di Dante e riecheggiante la fuga degli ebrei dall’Egitto – ma Gino, a contrario loro, non riuscirà mai a scappare, a liberarsi da quella “tutankamica” stazione che fino alla fine lo trattiene presso i propri gradini. Egli è destinato a vagare nei dintorni di quell’entità insieme schiavizzante e repulsiva nei suoi confronti, costringendolo a vendersi per trenta denari in cambio della dose quotidiana, un Giuda che vende sé stesso. Il grande assente in questa via crucis verso l’oblio definitivo è il sentimento di vera caritas, l’amore fraterno degli uomini per gli uomini: Gino è l’ennesimo prodotto della mancanza di un sentimento d’amore condiviso e disinteressato, la manifestazione carnale di una società che rifiuta sé stessa alla continua ricerca di una dose d’incoscienza che possa darle l’apparenza della beatitudine, mentre svende e rifulge i valori concreti più importanti. " (Matteo Longoni)
Grande maiale non mi deludi mai 😭. Leggi Testori waaaa
 
Che dire, qualcuno mi chiese la ragione della mia iscrizione al forum eh beh, questo post certifica la mia intuizione che qui vi è molto di più di ciò che vogliono far credere. Comunque io dopo anni di acquisti di libri ho deciso di prenderli in prestito in biblioteca. Per gli appassionati di Russia posso consigliare un tomo attualmente in mio possesso : Asan di Vladimir Makanin. Racconta la guerra in Cecenia, l’amicizia, l’avarizia, la corruzione, la guerra.
 
1984 è la perfezione
Delitto e castigo è molto bello
Consiglio anche qualche racconto del Decameron alcuni sono bellissimi altri fanno esplodere dal ridere
E anche This Sweet Sickness (poco conosciuto ma veramente interessante. Il protagonista è tipo l'incel simp medio)
 
Volevo comunicarvi che "l'ultimo messia di zapffe" è finalmente uscito (dicembre 2024, ma solo ora me ne accorgo) in edizione italiana (ne discutevo qualche mese fa con un utente), disponibile su Amazon, edito da Mimesis. Chiudete finestre, nascondete corde e leggetelo.
 
Letto, è nella mia top 3

Ho letto molto di Dostoevskij, questo non ancora ma sarà sicuro tra i prossimi 10
Secondo me delitto e castigo è perfetto per cominciare a leggere romanzi "seri" perché ha una storia molto coinvolgente e mai noiosa ma tratta temi molto importanti e la scrittura non è così complessa. Ora sto leggendo l'odissea che molto bella ma veramente complicata. Quindi si Delitto e castigo lo consiglio a tutti. Tu quale hai già letto di Dostoevskij? Io ho letto solo quello e l'idiota
 
Secondo me delitto e castigo è perfetto per cominciare a leggere romanzi "seri" perché ha una storia molto coinvolgente e mai noiosa ma tratta temi molto importanti e la scrittura non è così complessa. Ora sto leggendo l'odissea che molto bella ma veramente complicata. Quindi si Delitto e castigo lo consiglio a tutti. Tu quale hai già letto di Dostoevskij? Io ho letto solo quello e l'idiota
Ho letto le notti bianche, l'eterno marito e memorie del sottosuolo
 
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